laR+ Commento

Treni a lunga percorrenza, una questione di cifre (e di cassa)

Le Ffs chiudono la partita con il Mendrisiotto, che non si arrende. Mentre Tilo e InterCity finiscono per entrare in concorrenza

Niente da fare per i momò (per ora) (Ti-Press)
5 agosto 2020
|

Non c'è niente da fare. Per le Ferrovie il Mendrisiotto non ha proprio i numeri per 'pretendere' di far fermare i treni a lunga percorrenza a Chiasso e a Mendrisio. Anzi, a dirla tutta, non ha neppure lo 'status' per conquistarsi un posto nella mappa degli agglomerati urbani svizzeri da mettere in rete (a livello ferroviario). La sua vocazione? Decisamente regionale agli occhi delle Ffs. Ecco perché si è investito sulla rete Tilo. Ma non era per alleggerire una mobilità soffocante? Sta di fatto che la motivazione (quella numerica) non è nuova. Già a inizio anno (cfr. 'laRegione' del 13 febbraio), le Ferrovie avevano snocciolato un serie di cifre per dimostrare che la stazione della cittadina di confine (un tempo internazionale) non ha il potenziale per guadagnarsi lo scalo regolare di EuroCity e InterCity. I passeggeri dei treni internazionali? Troppo pochi. A distanza di qualche mese, ci risiamo. Solo che stavolta l'analisi è su scala regionale. Per liquidare la faccenda - persino un po' frettolosamente, a prima vista - nella missiva firmata dalla direttrice della Regione sud Roberta Cattaneo e dal responsabile della 'pianificazione offerta - viaggiatori lunga percorrenza' David Henny e recapitata a fine luglio alla Commissione regionale dei trasporti Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm) si evocano due cifre. Il 95 per cento della clientela del Distretto, si scrive in risposta agli enti locali, si sposta 'all'interno del cantone'; solo il 5 per cento prosegue il viaggio oltre Gottardo. Quanto basta per affermare che la 'priorità strategica per il Mendrisiotto è stata posta sulla creazione di una fitta rete di relazioni con tutti gli altri Comuni e Città del Ticino tramite il trasporto regionale'. La popolazione locale può sempre consolarsi pensando che con la galleria del Ceneri (a dicembre) i tempi per la Svizzera interna si accorceranno, si ammicca. Per i cittadini del Mendrisiotto - che a centinaia se non a migliaia hanno sottoscritto già due petizioni, una terza è stata lanciata in queste ore dal deputato-consigliere Massimiliano Robbiani - rappresenta una ben magra consolazione. Per il presidente della Crtm Andrea Rigamonti si tratta di una conclusione "sbrigativa". La Commissione, ci conferma, "non intende mollare la presa. Questo è un tema troppo importante per lasciarlo cadere". Quanto al Distretto delle istituzioni (in testa i Municipi di Chiasso e Mendrisio) e degli utenti del trasporto pubblico non ha nessuna idea di arrendersi. Le motivazioni delle Ferrovie? "Tutt'altro che convincenti" secondo Rigamonti. Mentre di argomentazioni a difesa delle sue rivendicazioni, rintuzza, il Mendrisiotto ne ha a decine. Ci sarà spazio per un ripensamento da parte delle Ffs (che si dicono orientate a continuare a offrire anche nel 2021 i collegamenti diretti degli IC da Chiasso la mattina e la sera)? L'impressione è che la si voglia finire qui. Questione di puntualità del traffico ferroviario e di complessità del sistema, dicono. Tra le righe la ragione, quella vera, appare, però, un'altra. E di mezzo ci sono gli equilibri sì, ma finanziari. Le Ffs ammettono infatti che 'che lo spostamento della clientela sul traffico a lunga percorrenza, sull'intero corridoio tra Chiasso e Bellinzona, genererebbe minori introiti al traffico regionale rendendo più costoso il finanziamento della S-Bahn ticinese'. Il che suona un po' così: il Consiglio di Stato non ha interesse a favorire il Distretto nella sua battaglia per i treni a lunga percorrenza per motivi di cassa. E a farne le spese (in tutti i sensi) resta il Mendrisiotto.