Mariano Musso (Plr) è il nuovo primo cittadino. Subentra a Denise Maranesi (Us-I Verdi). Nei discorsi riferimenti alla pandemia e al futuro
Mariano Musso (Plr) è il nuovo primo cittadino di Chiasso. Il suo insediamento ha aperto la seduta di Consiglio comunale in corso al Palapenz di Chiasso. Nell'anno che porterà al rinnovo dei poteri comunali, Musso sarà affiancato da Claudio Schneeberger (Lega-Udc).
Nel suo discorso introduttivo, e non poteva essere altrimenti, Musso si è concentrato sul periodo appena trascorso. «Ci siamo resi conto tutti che l’emergenza insorta a seguito della diffusione del Covid-19 è senza precedenti quanto a virulenza e velocità di espansione oltre che di diffusione – ha esordito –. In ambito sanitario ed economico si sono infatti generate pesanti conseguenze in tutti i settori economici dovuti al rallentamento congiunturale, dalle proporzioni impressionanti, per aziende, nuclei familiari e singole persone». Per evitare i rischi di una lunga e grave recessione, ha aggiunto il Primo cittadino, «si parla di un ‘Patto di Paese’ per affrontare la crisi economica dopo l’emergenza sanitaria». Un appello «è il miglior antidoto alla contrapposizione artificiosa tra ragioni della salute pubblica e ragioni dell’economia che si è creata in Ticino con l’allentamento del lockdown». Il punto di partenza da tenere presente è che «salute ed economia non sono termini antitetici: se non si è in salute non si può lavorare e produrre, ma se l’economia non funziona non si crea neanche la ricchezza necessaria a finanziare la tutela della salute dei cittadini». Chiasso, o i comuni da soli, «non può fare tutto. Ma ad ognuno toccherà fare la sua parte». Musso ha infine assicurato che sarà «il presidente di tutti».
Oltre ai ringraziamenti di rito, l'uscente Denise Maranesi (Us-I Verdi) ha fatto suo uno slogan che nelle ultime settimane è entrato a far parte della quotidianità. «Oggi più che mai, dal resto della Svizzera siamo distanti ma vicini. Siamo lontani, ma il nostro cuore batte all’unisono». Per Maranesi «sarà difficile ripartire» dopo un periodo che «ha lasciato e lascerà un segno indelebile nelle nostre vite e nella nostra società». Mentre la ‘distanza fisica’ deve essere rispettata, «ciò che non dobbiamo lasciare che accada è che la forbice sociale si allarghi, cioè che la ‘distanza sociale’ aumenti». Ognuno di noi, ha concluso la presidente uscente, «ha una grandissima responsabilità, soprattutto nei confronti delle altre persone, ma anche verso l’economia locale che ha sofferto a causa delle imposizioni del Consiglio Federale».