C'è chi, come Chiasso, dà vita a un Gruppo di lavoro misto (politici e attori economici) e chi, come Mendrisio, predilige misure concrete al prestito
Il Covid-19 sta letteralmente togliendo l'aria. Minata la salute pubblica, a boccheggiare sono anche tutte quelle realtà imprenditoriali - soprattutto le più minute - che costituiscono il tessuto economico locale. Così, mentre Confederazione e Cantone iniettano liquidità e fiducia nel mondo della macro economia - sul piatto a livello federale si sono messi 42 miliardi -, i Comuni cercano di andare in soccorso delle micro imprese. Le prime misure, in effetti, non si sono fatte attendere. Già entro la fine di marzo le città-polo prima e altre amministrazioni poi (nel Basso come nell'Alto Mendrisiotto) hanno dimostrato di essere pronte a dare una mano: consulenze, dilazioni di pagamento, proroghe, esenzioni (almeno per un mese) da balzelli e pedaggi di parcheggio. La cittadina di confine questo mese rinuncerà anche a incassare le pigioni dalle attività commerciali che occupano locali del Comune. Insomma, una chiara dimostrazione di buona volontà. La percezione che non basta, però, è altrettanto nitida. E dentro le stanze dei Municipi, a Chiasso come a Mendrisio, il tema è sempre in cima ai pensieri.
Oggi serve ben altro. Il gruppo Ppd chiassese ne è convinto. Tant'è che, di recente, in una mozione firmata da Giorgio Fonio e Mauro Mapelli ha chiesto all'esecutivo di mettere mano al portafoglio e concedere un milione di franchi a sostegno dell'economia locale, mettendo il fondo nelle mani di un gremio rappresentativo della politica e degli attori dell'imprenditoria cittadina. E qui l'autorità comunale è già passata all'azione. Martedì il Municipio ha deciso, infatti, di creare un Gruppo di lavoro misto che riunirà esecutivo, forze politiche - per voce dei capigruppo in Consiglio comunale - ed esponenti economici già parte integrante dell'Apec, l'Associazione Promovimento Economico della città. Un tavolo di discussione che darà modo di confrontarsi con commercianti, esercenti, universo bancario e finanziario, rappresentanti delle case di spedizione e del nuovo fronte tecnologico.
«La nostra intenzione - spiega a 'laRegione' il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni - è di ragionare tutti assieme sulle ulteriori misure da prendere. In questo momento è importante evitare di proporre rimedi fotocopia di quanto già attuato da Confederazione e Cantone, raggiungendo al contempo con aiuti puntuali la nostra economia 'spicciola'». C'è qualche idea di manovra? «Qualche soluzione concreta l'abbiamo individuata e ora la valuteremo all'interno del Guppo. In ogni caso, pensiamo ad aiuti mirati - niente interventi a pioggia, per capirci -: il denaro dei contribuenti va utilizzato al meglio».
A proposito di denaro pubblico, non si pensa di entrare nel merito del milione di franchi chiesto dal Ppd? «La disponibilità a sostenere l'economia cittadina c'è - ribadisce Arrigoni -: una somma più o meno simile, certo, potrebbe essere da stimolo. Siamo orientati, però, a prevedere piuttosto degli aiuti 'intelligenti', e destinati a chi è davvero in difficoltà. Ecco perché è importante poter sentire tutti gli attori economici che operano sul terreno tramite l'Apec». In Comune la consapevolezza che anche per l'amministrazione locale le entrate si assottiglieranno è evidente. «A livello di imposte alla fonte e persone giuridiche sarà un bel contraccolpo - annota il sindaco -. In ogni caso, da parte nostra non intendiamo tralasciare nessuno. La riflessione sarà a tutto campo».
Anche Mendrisio, all'inizio, ci aveva fatto un pensierino: perché non stanziare una somma a vantaggio dell'economia locale? Poi, in modo tempestivo, sono arrivati i fondi federali e si è cambiato strada. «Non volevamo sovrapporci - ci fa sapere il sindaco Samuele Cavadini -, ma semmai intervenire in modo efficace. Abbiamo preferito, in buona sostanza, non essere troppo precipitosi, ricercando altresì un coordinamento a livello regionale. Infatti, al nostro interno è attivo un gruppo di lavoro chi si sta già confrontando sul rilancio futuro e grazie all'Ufficio sviluppo economico ci teniamo in contatto con la nostra realtà aziendale».
La parola chiave sembra essere, insomma, concretezza guardando alle misure intraprese sin qui dalla Città. «Il nostro intento - ci conferma il sindaco - è stato quello di attivarci, subito, proprio con delle misure concrete. Misure che, al di là di dilazioni e interventi su alcune tasse, hanno previsto anche una consulenza orientativa per le micro imprese». Una sorta di 'bonus' per accedere ai servizi fiduciari alle aziende con una cifra d'affari al di sotto dei 100mila franchi, e che ha aperto un'altra strada possibile. Avete altro in vista? «Stiamo lavorando per immaginare ulteriori risposte puntuali. Prima, però - richiama ancora Cavadini -, occorre capire cosa succederà a livello cantonale nelle prossime settimane. Il Consiglio di Stato deve dirci quali sono le sue intenzioni sul piano economico, sociale e istituzionale».
Dopo Pasqua, comunque, se ne saprà di più sulle strategie mendrisiensi. Qui la conferma ci giunge dalla capo Dicastero economia Francesca Luisoni. Una cosa è certa, la Città farà di tutto (nel limite delle sue possibilità), ci fa capire la municipale, per «sostenere e aiutare a sopravvivere le realtà aziendali sane del territorio che oggi sono in sofferenza e che si aspettano un supporto dal loro Comune». Per mettere in atto questa azione occorre, però, comprendere qual è il profilo delle piccole imprese. «Una premessa necessaria per delineare delle misure tangibili a dipendenza delle diverse tipologie, dai ristoranti ai commerci, soprattutto nei nuclei».
La capodicastero ha, però, un rammarico. «Innanzitutto, ci siamo resi conto che era difficile muoversi in questa nuova condizione dettata dell'emergenza sanitaria. È quindi spiaciuto vedere che, nella frenesia, quasi nell'isteria, di reagire di corsa e fare qualcosa si sia persa forse la possibilità, fra Comuni, di coordinarsi e armonizzare i provvedimenti, tutti peraltro utili e attivati a fin di bene». Ciascuno ha cercato, nel suo piccolo, di rispondere al meglio alle esigenze della comunità. «Del resto - fa presente Francesca Luisoni -, anche noi guardiamo all'operato degli altri per valutare se c'è del buono da prendere. E ce n'è».
Resiste una constatazione che vale pure un auspicio. «Mai come adesso - fa riflettere la responsabile dell'Economia - ci accorgiamo di avere a cuore i commerci locali, così vicini eppure lontani da raggiungere per molte persone. E si avverte forte la preoccupazione di salvaguardarli. Speriamo che, una volta superato tutto questo, si possano raccogliere nuovi frutti. Chissà».
In questa oscillazione fra chi preferisce aprire un fondo (anche milionario) e chi opta per misure più pratiche e mirate a sostegno delle attività economiche locali, a Stabio il gruppo Plr si mette nel solco di quanto rivendicato a Chiasso dal Ppd. Lo strumento è lo stesso, quello della mozione. La richiesta? "Creare un fondo per un aiuto d’emergenza, con un capitale di un milione di franchi". Toccherà poi al Municipio il compito di "redigere un messaggio municipale che regolamenti l’utilizzo dello stesso". Questo fondo, si motiva, "deve agire in modo sussidiario rispetto alle misure adottate da Confederazione e Cantone".
D'altro canto, ricorda il Plr per voce del capogruppo Evaristo Reggi, "la sopravvivenza di queste realtà imprenditoriali - spesso a conduzione famigliare, ndr - è fondamentale per tutto il tessuto socio-economico del nostro Comune, e un’eventuale loro chiusura avrà delle ripercussioni gravi per tutti noi". E se reagire, sottolinea il gruppo, è un dovere per la politica, per attuare la strategia serve un gruppo di lavoro, che "si dovrà chinare per identificare misure finanziarie puntuali a sostegno della nostra cittadinanza e dell’economia locale" e che si vorrebbe composto da "rappresentanti dei partiti, delle associazioni e delle realtà economiche attive sul territorio".