Mendrisio

Una città a prova di canicola

Insieme a Sinistra lancia la proposta al Municipio: seguire il modello di Sion per combattere il cambiamento climatico. La ricetta? 'Più verde, meno grigio'

Villa Argentina (foto Ti-Press)
11 agosto 2018
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Anno dopo anno anche le estati del Mendrisiotto si fanno sempre più bollenti. E i centri urbani rischiano di guadagnarsi il ‘bollino rosso’, inanellando temperature da record. Tant’è che la vita di città di questi tempi si fa assai difficile e le regole anti-canicola sono entrate a far parte ormai del corredo stagionale. E allora non basta mandare a tutta birra condizionatori e ventilatori per spazzare via il caldo. È ora e tempo di mettere in pratica i principi dello sviluppo sostenibile. A Mendrisio si sono gia messe le basi; adesso bisogna passare all’azione. Il gruppo di Insieme a Sinistra se lo aspetta. Tanto da ancorare a una mozione la richiesta al Municipio della Città di promuovere “interventi per contrastare il clima sempre più caldo e preservare la biodiversità”. Perché pure a livello comunale, come dimostrano Françoise Gehring (prima firmataria), Grazia Bianchi e Mario Ferrari, è possibile mettere in atto soluzioni pratiche ed efficaci. I tre consiglieri comunali guardano all’esempio virtuoso di Sion, in Vallese, che si è guadagnato il sostegno della Confederazione (vedi a lato). Un modello che Mendrisio, spronano, potrebbe riprodurre in casa propria. Bastano tre colori e un principio di fondo. Per dirla con il municipale vallesano Christophe Clivaz, come ricordano gli stessi mozionanti, servono “più verde, più blu e meno grigio”. Insomma, per far respirare i centri cittadini occorre dare la precedenza agli spazi verdi, frenando l’avanzata del cemento e integrando la vegetazione con il territorio già costruito. Nella necessità di contrastare l’aumento delle temperature e la diminuzione delle piogge, Sion ha deciso di adottare delle misure pilota, che ha racchiuso in una vera e propria guida – ‘Guide des aménagements extérieurs - Ville de Sion. 16 fiches de recommandations pour des actions sur fonds privés en faveur de la biodiversité et de l’amélioration du climat en ville’ – e praticato coinvolgendo chi ha il potere di decidere come la popolazione, quindi i quartieri. “Si tratta – annotano i consiglieri di IaS – di un bell’esempio di sinergia pubblico-privato in favore dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile e della qualità della vita”. Mendrisio, dal canto suo, non manca di strumenti che fanno leva, in particolare, sulla pianificazione territoriale. Il Piano direttore comunale, ora in fase di elaborazione, potrebbe integrare, suggeriscono Gehring, Bianchi e Ferrari, “le buone pratiche di Sion”. Come mostra la guida pubblicata dal capoluogo vallesano attraverso le sue 16 schede – punti forti vegetazione, suolo e acqua – si può rispondere al riscaldamento climatico, attenuandone gli effetti negativi, (ri)arredando la città e i suoi spazi esterni, agendo su suolo pubblico ma anche privato. La Città di Sion, esemplificano i mozionanti, “si è impegnata ripristinando ruscelli o fiumi precedentemente interrati, ha installato nuove fontane e ha lavorato sulla permeabilità dei terreni favorendo il deflusso delle acque in caso di forti precipitazioni”. Non solo, l’autorità vallesana ha altresì adeguato il suo patrimonio arboreo. In effetti, fanno presente i tre consiglieri della Sinistra, “ogni anno vengono sostituiti o piantati in città oltre un centinaio fra alberi e arbusti, le cui fronde rinfrescano l’aria disperdendo acqua e producendo ombra”. Se è un dato di fatto che ogni città lascia la sua impronta ecologica, è altrettanto vero che esiste una via d’uscita. E Mendrisio, sollecitano i mozionanti, potrebbe cominciare, subito, da una guida sulla sistemazione degli spazi esterni, adattata alle “peculiarità” cittadine. Quindi, orizzonte Mendrisio 2030, andrebbero favoriti “progetti che valorizzano il territorio e la qualità dello spazio pubblico, come alberature, spazi verdi, spazi urbani riordinati, punti d’acqua”. Si chiede, poi, di “valutare l’avvio strutturato e continuativo di un partenariato pubblico- privato” nel segno di una “nuova cultura nel costruire e nel gestire il costruito”. Senza trascurare di immaginare delle linee guida per la pianificazione degli spazi pubblici (da inserire nel Piano direttore comunale) e di verificare “l’opportunità di integrare gli interventi di riqualifica dello spazio urbano in eventuali piani di quartiere o zone di pianificazione”.

Berna ha un 'programma'

La Confederazione c’è. E a vantaggio di chi mette in campo progetti mirati a lottare contro il clima che si arroventa e a tutelare la biodiversità che soccombe (a caldo e siccità) non mancano gli aiuti finanziari, anche “importanti”, come ricordano i mozionanti di Insieme a Sinistra. Del resto, è dal 2013 che la Confederazione ha imboccato la strada del Programma pilota ‘Adattamento ai cambiamenti climatici’, selezionando sin qui 31 iniziative in cinque aree tematiche, realizzate fra il 2014 e il 2016. Un esercizio che sarà ripetuto grazie a un secondo bando, che si concretizzerà tra il 2019 e il 2021. È in questa esperienza che si inserisce l’azione di Sion. L’obiettivo condiviso? Trovare, come spiegano i tre consiglieri comunali di Mendrisio, “le soluzioni migliori per minimizzare i danni legati al clima e preservare la qualità di vita negli abitati”. E il capoluogo vallesano sembra proprio esserci riuscito. Il suo progetto, infatti, rileva l’Ufficio federale dell’ambiente, “ha permesso di rendere la città di Sion più resiliente rispetto ai rischi climatici (caldo intenso, inondazioni). In particolare, la vegetazione e l’acqua sono state pienamente integrate nella pianificazione degli spazi pubblici. Due progetti privati (realizzazione di coperture con materiali vegetali, affinamento delle sistemazioni esterne, piano di sistemazione esterna per un nuovo quartiere abitativo) sono stati sostenuti finanziariamente e accompagnati da tecnici del settore”. Allargando di nuovo lo sguardo all’orizzonte federale, la Svizzera, riconoscono Geh - ring, Bianchi e Ferrari, fin dall’inizio è stata “una forza trainante dell’Agenda 2030 e dei suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile”. D’altro canto,“l’urbanizzazione – richiamano – comporta anche notevoli sfide”. Non ci si può sottrarre, quindi, dall’impegno di incidere sulla qualità della vita e del territorio. Ad oggi, spiegano i mozionanti, sono 15 le città svizzere che si sono attivate in tal senso, come testimonia un documento, ‘Tour de Suisse du développement durable”. Punto di riferimento può essere il Forum sullo sviluppo sostenibile. “Emerge in modo molto chiaro – concludono – che un Comune che fa propria una politica che integra il concetto di sviluppo sostenibile, genera un cerchio virtuoso utile sul piano sociale, economico, culturale e ambientale”.