laR+ Luganese

Dai tatuaggi alla cocaina: un arresto a Lugano

Al 41enne viene contestato uno spaccio di circa 160 grammi. Mirko Steiner, direttore Villa Argentina: ‘Preoccupano soprattutto i derivati, come il crack’

In sintesi:
  • Le statistiche sui sequestri mostrano stabilità, ma inquietano il crollo del prezzo della droga e l'aumento della diffusione dei suoi derivati
  • Invece, sarebbe in calo la presenza di eroina sul mercato, rimpiazzata dalla crescita delle sintesi chimiche degli oppiacei
Sempre più trasversale
(Ti-Press)
18 marzo 2025
|

All’esterno, un normale studio di tatuaggio in centro a Lugano. All’interno, cocaina pronta per essere spacciata ad amici e clienti. Il gioco si è rotto alla fine della scorsa estate, quando un 41enne è stato arrestato, interrompendone l’attività illecita. L’uomo, come confermato a ‘laRegione’ da Ministero pubblico e Polizia cantonale, è ora in attesa di giudizio ed è accusato di infrazione aggravata – subordinatamente semplice – alla Legge federale sugli stupefacenti nonché alla contravvenzione della medesima, per consumo.

Già espiata la carcerazione preventiva

La droga in questione è la cocaina. Stando a nostre informazioni, sembrerebbe che l’indagato – un cittadino italiano residente e attivo nel Luganese da numerosi anni – fosse da tempo sott’occhio delle forze dell’ordine. Frequentatore di alcuni locali alla moda della movida cittadina, è noto nel giro come lo è anche la sua attività da tatuatore. Diverse centinaia i suoi seguaci sui suoi canali social. Proprio in discoteche e locali notturni parrebbe che avvenisse parte del consumo e del malaffare. Questo fino a fine agosto 2024, quando un’inchiesta svolta in collaborazione con agenti antidroga della Polizia della Città di Lugano ha portato al suo arresto provvisorio.

Nei locali di lavoro dov’era attivo il tatuatore è stata trovata infatti della cocaina, circa 60 grammi per la precisione: una quantità sufficiente per lasciar pensare a un’attività di spaccio e non di solo utilizzo personale. Infatti, gli approfondimenti durante l’inchiesta coordinata dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli hanno fatto emergere un traffico di droga di ulteriori 100 grammi circa, per un totale contestato al 41enne di circa 160 grammi. L’uomo ha già trascorso alcune settimane di carcerazione preventiva e le indagini si trovano oramai nelle fasi conclusive. Non è ancora noto se sfoceranno in un decreto d’accusa o in un rinvio a giudizio.

Droga? Procura: ‘Fenomeno stabile’

Sebbene dall’inchiesta non siano emersi uno spaccio più ingente né altri arresti, si tratta di uno dei numerosi casi che documentano la diffusione della polvere bianca a Lugano. Non siamo riusciti a ottenere dati aggiornati sull’attività della Sezione antidroga della Polizia cantonale per il 2024, perché questi sono attualmente sotto embargo della Statistica federale e saranno resi noti verso fine marzo. Tuttavia, ci fanno sapere dalla Procura, a livello di tendenze generali i sequestri di sostanze stupefacenti e gli arresti sono in linea con quelli degli anni precedenti. Eventuali fluttuazioni, precisano, sono da ricondursi ad arresti operati al confine o ad arresti casuali avvenuti sul territorio e non riflettono recrudescenze o attenuazioni del fenomeno.

Una sostanza stupefacente sempre più trasversale, per età e ceto sociale

Stabilità, dunque. Per una contestualizzazione, abbiamo sentito il direttore del Centro terapeutico Villa Argentina. «Più che la cocaina, quel che preoccupa in questo momento è un suo derivato: il crack – ci dice Mirko Steiner –. Soprattutto nella versione fumata e sono numerosi i tossicodipendenti, in particolare quelli di una certa età, a essere passati dallo sniffare cocaina a fumare crack. Con tutti i problemi di salute fisica e psichica che ciò comporta». E come si spiega questo boom? «Una delle cause principali, è l’arrivo al potere dei talebani in Afghanistan e il conseguente blocco del traffico illecito di oppio, che per la maggior parte proveniva dal Paese asiatico. Di riflesso, si è drasticamente ridotta la presenza di eroina sul mercato. Questo ha causato a sua volta, da un lato l’aumento delle sintesi chimiche degli oppiacei, come il Fentanyl, e dall’altro un ritorno in auge appunto della cocaina e dei suoi derivati, come il crack. Uno spostamento favorito anche dalla forte riduzione del costo della cocaina. Oggi un grammo può costare, a dipendenza della purezza e del taglio, tra i 70 e i 90 franchi. Negli anni Settanta era sei-otto volte di più. Quindi è diventata una droga trasversale, dal punto di vista sociale e anagrafico. E questo è preoccupante».