Droga, è nella risposta a un'interrogazione la replica del Cantone all’accusa del sindaco di Lugano, mentre Ghisletta propone di modificare la legge
È tempo di vacche magre anche in riva al Ceresio, non solo a Palazzo delle Orsoline. E, quando due livelli istituzionali – cantonale e comunale – sono confrontati con la necessità di risparmiare, tanto che la Città ha annunciato una Road Map, cosa mai successa nemmeno nel 2013, spesso a prendere la scena è il gioco allo scaricabarile. Si potrebbe riassumere così la sparata pronunciata dal sindaco di Lugano Michele Foletti durante la seduta di Consiglio comunale di ieri sera in tema di tossicodipendenze. Il sindaco, di fatto, affermando che “il Cantone contro le tossicodipendenze non fa niente”, ha ripetuto quanto aveva riferito il Capodicastero socialità di Lugano Lorenzo Quadri alla ‘Regione’, ossia che “il Cantone si è completamente defilato dal suo compito di prossimità”.
La parole di Foletti sono state pronunciate in difesa della posizione del Municipio che ha invitato il Consiglio comunale a non accogliere l’emendamento presentato dal consigliere comunale Edoardo Cappelletti (e cofirmatari) che chiedeva di aumentare del 50% il tempo di lavoro degli operatori di prossimità dal 1° gennaio del 2026, nell’ambito del rinnovo del mandato che la Città conferisce a Ingrado nell’ambito delle dipendenze valido per il 2025-2028. Invece, il Legislativo lo ha accolto, come aveva approvato nel 2023 l’estensione dell’apertura del centro di sabato, apertura che però non è stata mai introdotta. Le perplessità dell’Esecutivo cittadino, che peraltro ha riconosciuto l’esigenza di incrementare il personale, sono dettate da ragioni di risparmio. Al Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) viene rinfacciato di aver rinunciato a finanziare l’operatore di prossimità nel Piano cantonale degli interventi nel campo delle tossicomanie, che è contenuto nel messaggio governativo ancora pendente in Gran Consiglio.
Raffaele De Rosa, direttore del Dss, sollecitato dalla ‘Regione’, non intende replicare alle critiche espresse pubblicamente da Foletti e Quadri. Dal canto suo, Raoul Ghisletta, oggi municipale a Lugano, quando era deputato in Gran Consiglio, nel dicembre 2018, aveva presentato un’interrogazione al Consiglio di Stato. Un’interrogazione ripresa dalla deputata Tessa Prati, alla quale il governo cantonale ha risposto che il centro di accoglienza diurna di Ingrado viene finanziato principalmente da Lugano, mentre il Cantone ha riconosciuto un contributo dal 2018, considerando questo servizio come parte di una presa in carico integrata con le terapie ambulatoriali e il lavoro di prossimità. Il Consiglio di Stato ha aggiunto che “il contratto di prestazione fissa i compiti generali, determina le risorse umane e strutturali connesse alle prestazioni richieste e le modalità di finanziamento, mentre lascia al fornitore di prestazione l’autonomia gestionale e strategica per la realizzazione degli obiettivi. Tra questi margini di autonomia rientrano anche l’allocazione delle risorse e la definizione dei giorni e degli orari d’apertura”. In altre parole, tocca a Lugano e ai Comuni consorziati (Canobbio, Collina d’Oro, Massagno, Paradiso, Porza e Sorengo) finanziare un eventuale potenziamento in termini di personale e orario di apertura. Ghisletta torna alla carica: «Visto che i compiti di prossimità sono ancora delegati ai Comuni, bisogna che la Città chieda una modifica della legge, è inutile lamentarsi con il Cantone, che non ha la base legale». Il municipale socialista condivide la posizione dei colleghi Foletti e Quadri: «Il Cantone non ha nessuna intenzione di sussidiare Ingrado, più di quello che già fa oggi. La principale novità del nuovo piano cantonale nel campo delle tossicomanie è quella di attribuire all’antenna il compito di avere dei letti intermedi, in modo che non tutti i casi problematici finiscano a Mendrisio».
Nella seduta di lunedì sera, il Consiglio comunale ha incaricato il Municipio di “allestire uno studio di fattibilità sulle possibilità di riqualifica della porzione di riva lago da Villa Favorita fino a Riva Bianca all’imbocco del sentiero di Gandria, coinvolgendo gli specialisti con le competenze richieste”. Ha infatti raccolto 43 voti favorevoli e dieci contrari la mozione presentata nella passata legislatura da Urs Lüchinger e ripresa da Paolo Toscanelli (Plr/Pvl). Il sindaco ha puntualizzato che «la riva lago di Villa Favorita è caratterizzata da un muro, quindi non si potrà avere accesso ai fondi federali, che sono mirati a riottenere le rive non i muri». Tanto più che i muri in questione hanno una protezione degli Uffici federali dell’ambiente e del paesaggio e dei Beni culturali. Pertanto, non si potrà fare alcun esproprio né una variante di Piano regolatore, visto che il manufatto fa parte di un complesso monumentale, anche se il Consiglio comunale decide di realizzare una passeggiata, ha aggiunto Foletti, annunciando «uno studio sull’accessibilità delle rive pubbliche dal Lac fino a Riva Bianca. Uno studio per valutare se ai piedi di questo muro si possa fare qualcosa, anche se difficilmente si potrà se non trovando una soluzione con i proprietari per aprire il parco al pubblico almeno fino alla Corbellina. Mi spiace dire che, purtroppo, non tutto quello che viene votato dal Consiglio comunale con una mozione è giuridicamente fattibile e realizzabile».
Allo stesso modo, malgrado la posizione contraria del Municipio, il Consiglio comunale ha approvato la mozione che ha chiesto più stalli per i camper anche nelle zone periferiche della città. La maggioranza del Legislativo ha ritenuto insufficiente l'aumento di parcheggi per camper da 8 a 12 al Parco Tassino, recentemente deciso dal Municipio. Inoltre, il Consiglio comunale ha accolto una richiesta di credito di 4,1 milioni di franchi, per rifare via Dassone a Cadro (lavori alle canalizzazioni e nuova pavimentazione) e una seconda di 8,7 milioni, per la manutenzione e la gestione di una serie di manufatti stradali.