A Savosa il Consiglio comunale voterà una modifica del Piano regolatore riguardante l'antico Oratorio
Antiche mura, circondate da vecchie case. Conserva un tocco pittoresco il piccolo nucleo di Rovello, il cuore antico di Savosa, fra il parco Vira e il confine con Massagno. Un abitato che si staglia sul crinale, sopra una fattoria. Tuttavia, in questo bucolico contesto si consuma da ormai cinque anni una vertenza fra l'autorità comunale, e i proprietari di ciò che resta delle mura in questione, ovvero i ruderi di un Oratorio dalle remote origini.
Attestato per la prima volta nel 1597, dopo alterne vicende, fra messe, visite vescovili e periodi di abbandono, diroccò nel gennaio del 1886. Messo all'asta, finì in mani private. Ma ora sembra destinato all’esproprio. Questo lo sbocco individuato dal Comune di Savosa, per uscire dalla controversia con i proprietari, che avevano presentato una domanda di costruzione per realizzarvi un nuovo edificio. La diatriba ha finito per toccare il Consiglio di Stato e il Tribunale amministrativo. E c’è da scommettere che vi sarà una coda di tipo legale. A ogni modo, il dado è tratto: il Consiglio comunale prossimamente voterà una variante di Piano regolatore (in particolare le Norme di attuazione dello stesso) relativa al mappale 147, che comprende l'ex Oraratorio.
I ruderi, riconosciuto il loro valore archeologico, vengono considerati beni culturali di interesse locale sulla base della Legge sui beni culturali, e di conseguenza “si rende necessaria l'acquisizione dell'intero mapp. 147 grazie alla quale la ristrutturazione dell'oggetto potrà essere condotta con la chiarezza di intendimenti culturali e di fruizione d'interesse pubblico”. Quanto costerà ai contribuenti? Una perizia fatta esperire dal Municipio stima in 50mila franchi il valore dell'oggetto. Aggiungendo la sistemazione del terreno, la messa in sicurezza e la formazione di un accesso pedonale il conto sarebbe limitato a 70mila franchi. Ma anche qui, bisognerà vedere se la cifra sarà contestata dai proprietari, che in sede giudiziaria avevano vinto una manche nel 2021, quando il Tribunale amministrativo aveva cassato la prima decisione del Consiglio comunale di modificare il Piano regolatore.
Lo scopo dell'attuale proposta è quella, citiamo dal rapporto per l'esame del Dipartimento, “preservare il manufatto nel suo aspetto attuale nel rispetto della sostanza architettonica, e in particolare e archeologica”. In pratica: sfalcio e pulizia del fondo, messa in sicurezza e consolidamento utilizzando materiale già presente sul posto, con l'introduzione di un ingresso pedonale. Eventuali scavi saranno possibili solo sotto la sorveglianza dell'Ufficio dei beni culturali. A proposito, non si è a conoscenza di eventuali resti presenti sotto questo edificio. Di cui permangono i seguenti elementi: settore di muro della facciata principale, parete nord della navata fino a un'altezza di circa 5 metri, decorata con cornicione a dentelli, tratto dell'arco trionfale, muro dell'abside poligonale (conservato circa un terzo) e colonnina in laterizio probabilmente dell'altare, oltre alla sacrestia. Questo secondo la scheda trasmessa dall'Ufficio dei beni culturali, che valuta i resti paragonabili al altre vestigia presenti in Ticino come il castello di Ascona, la chiesa di San Maurizio a Bioggio, o anche certi tratti delle mura cittadine del borgo di Bellinzona. Vi è quindi un preavviso favorevole del Dipartimento del territorio, che in sede di esame preliminare condivide l’attribuzione del fondo alla ‘Zona di Attrezzature pubbliche - Ruderi dell'antico Oratorio di S.Maria a Rovello’ siccome “permette di rendere il sito fruibile dalla popolazione valorizzandolo nel rispetto della sostanza monumentale presente”.