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Dopo nove anni ecco le nove Costellazioni di Lugano

Presentato il Piano direttore comunale, fondamentale per riorganizzare la pianificazione. Il Municipio smussa le indicazioni dei progettisti

Un territorio da ripensare
(Ti-Press)
24 ottobre 2024
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Città Alta, Costa Sinistra, Lugano a Lago, Monte Brè, Monte San Salvatore, Pian Scairolo, Piana, Ronchi e Val Colla. Questi i nomi delle nove ‘Costellazioni’ nelle quali sarà suddivisa da un punto di vista pianificatorio Lugano. Dopo un parto lungo altrettanti anni, il Municipio ha infatti finalmente licenziato il messaggio per il Piano direttore comunale (PdCom), il documento strategico che dà una visione dello sviluppo della città fino al 2050. A cominciare dalla riorganizzazione dei Piani regolatori (Pr) attualmente in vigore: diciannove, ai quali se ne aggiungono quattro intercomunali. Un retaggio delle aggregazioni avvenute fra il 2004 e il 2013, che verrà superato. Per farlo, il Pdcom è il primo passo necessario.

In ballo dal 2015

Una falcata molto lunga, iniziata nel 2015 con la richiesta di credito per l’elaborazione di un masterplan, come veniva definito allora quello che è oggi il PdCom. Due anni dopo il Consiglio comunale (Cc) concede il credito da 1,4 milioni di franchi circa per elaborarlo, mentre è nel 2019 che il Municipio decide di arrivarci tramite un concorso di mandati di studio in parallelo. Questa prima fase si conclude nel 2021 e l’anno successivo viene avviata la seconda tappa affidando i lavori ai vincitori del bando: lo Studio Paola Viganò, che ha elaborato il Pdcom consegnato all’esecutivo nell’estate del 2023 e approvato solo in questi giorni. «È vero, ci è voluto molto tempo – ammette il sindaco Michele Foletti –, le cause sono molteplici. Nella giuria che ha valutato i progetti del concorso sono cambiate delle persone (ad esempio: Foletti stesso ha preso il posto di Marco Borradori e Lombardi quello dell’ex municipale Angelo Jelmini, ndr) e con loro le sensibilità che hanno portato. Poi c’è stato il Covid che ha rallentato i lavori. Ma in generale il percorso non è stato semplice, perché sono ambiti che toccano tanti aspetti e le idee sono naturalmente differenti».

Le divergenze, il compromesso e l’unanimità

Il riferimento è soprattutto alla politica, al fatto che nel Municipio siano rappresentati cinque partiti diversi. «Non è stato un esercizio facile – conferma il capodicastero Sviluppo territoriale Filippo Lombardi –. Non è solo un atto burocratico, ma anche politico e non tutti hanno la stessa visione. Ciononostante, il messaggio che presentiamo è stato approvato all’unanimità in Municipio: è un risultato al quale tenevo parecchio e del quale sono contento». Ed è un risultato di compromesso. Il messaggio che accompagna il PdCom racchiude infatti una serie di puntualizzazioni, sia generiche sia su aspetti specifici, che di fatto ne sfumano le proposte formulate dagli esperti. «Il compromesso di base raggiunto in Municipio è che nessuno di noi desidera vincolarsi per trent’anni a un documento che non concede molta libertà di manovra, soprattutto tenendo in considerazione che le autorità superiori (Confederazione e Cantone, ndr) non sono interlocutori semplici». Un compromesso poco coraggioso dunque? «No, direi realistico».

‘Il Municipio potrà effettuare delle modifiche’

Concretamente, da un lato il Municipio si riserverà il diritto di modificare il documento se le condizioni socioeconomiche, giuridiche o politiche dovessero mutare. D’altro canto, l’esecutivo nel messaggio ha specificato le proprie riserve su alcuni aspetti, «per scongiurare l’eventualità che i Piani di indirizzo delle revisioni dei Pr non passino in Cc», sottolinea il municipale. Quali aspetti? Ad esempio, il Pdcom ha riservato poco spazio all’aeroporto, non essendo in territorio di Lugano, mentre il Municipio ha voluto ribadire l’importanza della struttura ritenuta strategica. Viceversa, il documento inserisce anche la necessità di creare delle zone a traffico limitato, mentre il Municipio vi si oppone, allo stato attuale. «Ci sarà sempre modo di prevedere quanto viene proposto e che oggi viene considerato prematuro – ancora Lombardi –. A noi premeva non farsi legare le mani da visioni di esperti, ma mantenere un margine di manovra (espresso tramite le Linee strategiche, i Piani finanziari e altri strumenti, ndr) e pianificare man mano dove si vuole arrivare. In generale, riteniamo importante concentrarsi sulle priorità che possono raggiungere maggioranze in tempi brevi».

Quadri: ‘Non siamo una città rosso-verde’

Alla luce dello scetticismo, per usare un eufemismo, espresso in più occasioni sul ‘Mattino della domenica’ abbiamo chiesto al municipale Lorenzo Quadri un parere della Lega dei ticinesi sul documento: «Lo stesso esecutivo non sposa tutto quello che è uscito dal gruppo di studio e relativizza alcuni aspetti». Quali? «Anzitutto, il piano ha un orientamento molto ideologico, di stampo rosso-verde – risponde a titolo personale Quadri –. È vero che si parla di un orizzonte temporale 2050, ma l’implementazione di quanto scritto avrebbe costi estremamente elevati e insostenibili. L’aspetto economico è poco approfondito, mentre ci si dilunga su questioni legate all’agricoltura, come se fossimo in piena campagna». Però, il documento serve per un Piano di indirizzo. «Sì, ma non è che si potranno concretizzare elementi troppo in contrasto con il PdCom nei Pr. Visto che il PdCom non è vincolante, nel messaggio abbiamo scritto che il Municipio si riserva la possibilità di cambiare alcune cose, non è che siamo in balia del gruppo di lavoro che si è aggiudicato il concorso». Le conclusioni dell’approfondimento giungono a visioni, continua il municipale, che «sono in contrasto con le mie e non hanno fatto l’unanimità nemmeno nell’esecutivo. Non siamo una città rosso-verde».

Ghisletta: ‘L’esecutivo non crede agli aspetti ecologici’

Nel messaggio in effetti si legge: “Il PdCom esprime in particolare la visione del gruppo estensore del Piano, a tratti molto profilata e non necessariamente condivisa dal Municipio in ogni sua parte o misura prospettata. La sua traduzione nella pratica dipenderà, di volta in volta, dalle scelte politiche di esecutivo e legislativo: i quali conservano, com’è ovvio, piena libertà di scelta e di azione. In tale contesto, particolare attenzione e priorità andranno dedicate agli approfondimenti sullo sviluppo economico e alla relativa declinazione territoriale”. Dal canto suo, Raoul Ghisletta, municipale socialista, taglia corto e, sempre a titolo personale, afferma che «l’esecutivo non crede agli aspetti ecologici. Ma le vere poste in gioco saranno i nove Pr, dove ci saranno tra l’altro riqualifiche del fiume, zone verdi, piazze, bonus per l’alloggio che chiamerà in causa anche i cittadini, mentre il PdCom impegna l’autorità. Il lavoro degli esperti resterà, ma quello che conta saranno le modifiche di Pr e i soldi che non ci sono per attuare misure di riqualifica ecologica e di sostenibilità, per contrastare il cambiamento climatico e per la politica dell’alloggio. Misure che si faranno col contagocce a Lugano visto che ci aspettano otto anni di vacche magre, a causa degli onerosi investimenti per lo sport».

Prossima fermata: Consiglio comunale

Il PdCom in ogni caso non verrà votato dal Cc, ma solo discusso. A fare testo saranno i Pr che ne scaturiranno. Considerato che alcuni quartieri di Lugano, il centro storico stesso, hanno una base pianificatoria vecchia di trenta se non quaranta anni, quando arriveranno i nuovi strumenti? «Realisticamente, fra i due e i cinque anni, a seconda dell’iter», ipotizza Lombardi. Il prossimo tassello in ogni caso dovrà essere l’approvazione del messaggio con la richiesta di credito da 3,05 milioni per l’elaborazione dei Piani di indirizzo. «Nel frattempo quantomeno verrà avviato il dibattito, a dire il vero già iniziato con le serate pubbliche, le passeggiate nei quartieri, il coinvolgimento delle associazioni di categoria, i partiti, persino le scuole», aggiunge Foletti. Parallelamente, il Municipio ha licenziato due crediti supplementari, da 300’000 e da 250’000 franchi, rispettivamente per: la verifica e il completamento dell’elenco dei beni culturali locali e l’implementazione di un approccio unitario alla pianificazione delle zone nucleo; l’elaborazione di quattro Piano particolareggiati (Landriani, Esercizi alberghieri, piazza Molino Nuovo, Montarina). Il PdCom, infine, fungerà anche da Programma di azione comunale nei rapporti con il Cantone, deve contenere pertanto il cosiddetto principio dello sviluppo centripeto di qualità, approvato in votazione popolare in Svizzera nel 2013.

Funzioni molteplici

«Ma le sue funzioni saranno molteplici – spiega il direttore della Divisione pianificazione, ambiente, energia e mobilità, Andrea Felicioni –: sarà base di discussione con i Comuni dell’agglomerato, mezzo di comunicazione e concertazione, strumento programmatico per i Piani finanziari e le Linee di sviluppo, definendo progetti strategici e priorità». Il primo e il più concreto di questi obiettivi, che dovrebbe poi avere delle conseguenze anche sulle Commissioni di quartiere, è il già citato raggruppamento in Costellazioni. Concretamente: i quartieri di Valcolla, Bogno, Certara e Cimadera diventano la Costellazione Val Colla; Sonvico, Villa Luganese e Cadro saranno i Ronchi; Davesco-Soragno, Cureggia e le parti alte di Pregassona e Viganello saranno denominati Costa Sinistra; Brè, Gandria e Castagnola confluiscono in Monte Brè; le parti basse di Pregassona e Viganello con Molino Nuovo formeranno la zona Piana; Cassarate, il Centro e la parte bassa di Loreto diventano Lugano a Lago; Loreto alta, Besso e Breganzona saranno la Città Alta; Pazzallo, Carabbia e Carona saranno Monte San Salvatore; infine Pambio Noranco e Barbengo si uniscono in Pian Scairolo. A questi si aggiungono i Pr intercomunali Nqc (con Porza e Canobbio in zona Cornaredo), Cipps (con Collina d’Oro e Grancia nel Pian Scairolo), Prips (con Canobbio sul Piano della Stampa) e il Trima (con Massagno nei pressi della Stazione Ffs).

Dalle aree verdi alla ‘capitale svizzera della... cultura mediterranea’

Altri obiettivi, spiega Danilo Bolliger – capo Area pianificazione e procedure della Divisione –, parlando sempre dei quartieri, sono: il rafforzamento di un progetto integrato di mobilità e di servizi diffusi; la creazione di spazi pubblici di qualità con la valorizzazione in particolare dei nuclei antichi (che sono ben 58) e dei centri civici; la promozione di infrastrutture sociali innovative e il sostegno ad attività economiche e culturali di prossimità. Per quanto riguarda il paesaggio, il PdCom vuole aumentare le aree verdi urbane; salvaguardare alpeggi, maggenghi, pascoli, prati secchi e selve castanili; conservare e recuperare i terrazzamenti; favorire orti comunitari e agricoltura di prossimità; ripristinare il paesaggio fluviale – con il Cassarate a fungere da spina dorsale –; lavorare per rive lacustri accessibili e multifunzionali; la valorizzazione dei cimiteri. Per uno sviluppo di Lugano quale città globale, si parla, tra le altre cose, di transizione ecologica e sociale, della creazione un polo di formazione e ricerca e di una città che si fa capitale svizzera della cultura mediterranea.

Il Campus Cassarate, uno spazio urbano per i giovani

Uno degli aspetti principali del PdCom, e probabilmente più contestati da una parte del Municipio, è legato agli obiettivi inerenti al cambiamento climatico. Il documento si prefigge infatti di arrivare a un territorio a zero emissioni di anidride carbonica; a un bilancio neutro di Costellazione; a un blocco delle superfici edificabili; a una riduzione delle isole di calore e a una nuova gestione dell’acqua, per citarne alcuni. Il PdCom non ragiona solo su obiettivi, ma anche su temi. Da ultimo, vengono identificati cinque grandi spazi strategici: gli assi forti del trasporto pubblico che va reso più efficiente; il cosiddetto ‘Campus Cassarate’ – una serie di attività formative, professionali, sportive, ricreative, da svilupparsi lungo il fiume e dedicato al mondo giovanile e universitario –; il lungolago e il centro storico da riconnettere l’uno con l’altro in chiave turistico-culturale; il Pian Scairolo con la sua dinamicità economica e il potenziale di riqualifica naturalistica; il Parco del Ceresio ovvero il rilancio delle attività di montagna. Per i dettagli, rinviamo al sito www.pdcomlugano.ch.

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