laR+ Luganese

Lugano, dubbi socialisti sul Piano direttore

I due co-presidenti della sezione Ps Tessa Prati e Filippo Zanetti esprimono perplessità sugli aspetti sociali e propongono un convegno sul tema

29 ottobre 2022
|

Il grosso tema legato alla sostenibilità dovrebbe essere affrontato anche in tutte le sue sfaccettature economiche e sociali: questa è la carenza principale del Piano direttore comunale di Lugano (PdCom), riscontrata dai due co-presidenti della sezione socialista cittadina Tessa Prati e Filippo Zanetti, che ritengono indispensabile approfondire l’argomento e pertanto propongono un convegno che si terrà sabato 12 novembre al Palazzo dei Congressi. Intanto, è tuttora nella fase di consultazione, con l’informazione e la partecipazione della popolazione, lo strumento programmatico e strategico che definirà lo sviluppo territoriale e urbanistico della città e dei suoi quartieri per i prossimi trenta anni. Uno strumento la cui elaborazione è stata affidata dall’esecutivo al gruppo capitanato dallo studio di architettura di Paola Viganò che, in estrema sintesi, ha disegnato, attraverso le "Costellazioni", nuove solidarietà e complementarietà territoriali, con servizi diffusi e infrastrutture sociali innovative, ha proposto un progetto integrato di mobilità alternativa all’auto e il sostegno al piccolo commercio di prossimità. Il PdCom fornisce, sulla carta, la Lugano del 2050, presentando misure concrete, affiancandosi al Piano finanziario e alle Linee di sviluppo di cui si è dotata la Città. Un passaggio necessario, dopo le tre fasi aggregative (2004, 2008 e 2013), che hanno ampliato il territorio divenuto estremamente diversificato, dal lago agli oltre duemila metri del Camoghé e triplicato la popolazione.

I bei concetti del PdCom anche nel Pr?

I due co-presidenti del Ps cittadino sono tuttavia preoccupati del fatto che sarà il Municipio a decidere, in un secondo tempo, come e cosa mettere nero su bianco dei concetti attraenti evocati nelle presentazioni pubbliche, quando allestirà i messaggi separati sulla revisione vera e propria dei Piani regolatori dei quartieri aggregati. L’idea è che i piani regolatori dei singoli quartieri siano armonizzati, nella forma e nei contenuti, secondo gli obiettivi definiti dal PdCom, per giungere infine al piano regolatore unitario. «Che a Lugano manchi una visione, una linea direttrice da seguire e soprattutto integrata per tutto il Comune è da anni un dato di fatto. Implicitamente lo ha ammesso anche il Municipio, richiedendo l’allestimento di un Piano direttore comunale (PdCom) lasciando ampia manovra a chi se ne sta occupando e indicando di fatto poco o nulla relativamente alle volontà di sviluppo. È vero che il primo passo per risolvere un problema è ammettere che il problema esiste e va riconosciuto al Municipio di averlo finalmente fatto – commentano Zanetti e Prati –. Con il nostro secondo numero del periodico (Lugano 2’116 m s.l.m, ndr) abbiamo voluto chiedere l’opinione dell’ex sindaco Giorgio Giudici sullo stato delle cose, nonostante sia una persona fortemente criticata dal Ps per evidenti ragioni, perché è innegabile che lui una visione l’avesse. Di fatto, si può dire che, in fondo, negli ultimi 10 anni il Municipio ha ottenuto una sola cosa: ha messo in sicurezza le finanze. Finanze che ora ci tengono però in ostaggio, limitando gli investimenti di cui il Comune avrebbe tanto bisogno per recuperare il tempo perso. Pensiamo ad esempio a progetti strategici come un centro congressuale o a uno più diffuso come la mobilità lenta: tanto se ne parla ma poco si vede, se non miraggi che già ci sembrano svanire».

‘È importante parlarne’

Qual è il rischio che intravvedete? «Tornando al PdCom, ci sembra necessario dover ricordare che pianificazione territoriale significa anche pianificazione del vivere e della conseguente qualità del vivere. Quindi ci preoccupa che gli aspetti sociali, fortemente condizionati dalle scelte di pianificazione del territorio, siano toccati solo marginalmente o non lo siano del tutto: tipologie di alloggi, accessibilità degli spazi, inclusività e permeabilità dei quartieri. Intendiamoci, è certamente un’opportunità, ma non bisogna illudersi, è uno strumento in mano all’esecutivo, che potrà farne ciò che vorrà – rispondono Prati a Zanetti –. Proprio per questo il pericolo più grande è che il risultato di questo cantiere vada a finire in nulla e che, non soddisfatto dei risultati, il Municipio troverà motivazioni (o scuse) per non dar seguito. Quanto è risultato finora, quanto si percepisce dal processo inclusivo, è di interesse e valido, ma come peserà nelle scelte dell’esecutivo? Perché se il trend dovesse essere quello riscontrato finora, il PdCom rischia di diventare una scartoffia abbandonata in un cassetto, nonostante le belle parole e le interessanti intenzioni». Il tema della pianificazione del territorio è complesso ma fondamentale, però la popolazione rimane tiepida in merito. Cosa ne pensate? «Il progetto è in cantiere da tempo, inclusa una consultazione aperta che però non ha ancora visto un confronto diretto con chi ha dimostrato di avere qualcosa da dire – sostengono i due co-presidenti –. Al contrario, i partiti finora non hanno discusso e approfondito pubblicamente questo strumento. Noi crediamo sia importante farlo. Anzitutto è necessario dare le giuste basi a chi vuole comprendere meglio il PdCom e poi, discutere, confrontarsi e formulare delle proposte, non solo ora, ma ad esempio anche se e quando si svilupperà il Piano regolatore unico. Riteniamo che se il Municipio vuole tratteggiare la Lugano del 2050 anche il Ps di Lugano deve sviluppare la visione giusta e soprattutto le giuste strategie per fare in modo che i nostri obiettivi possano essere raggiunti».

Ecco perché, spiegano Prati e Zanetti, «è nata l’idea di Lugano.red, un convegno che si rivolge a chiunque voglia approfondire e confrontarsi. Sabato 12 novembre al Palazzo dei Congressi avremo diversi relatori che porteranno una visione eterogenea sulla pianificazione del territorio, affrontando la tematica ad esempio dal punto di vista giuridico ma anche della sostenibilità, e non solo quella ambientale. In un secondo momento, attraverso dei workshop, si faranno delle riflessioni, con l’obiettivo di ottenere indicazioni concrete da seguire durante le prossime fasi del tratteggio della Lugano del 2050, nella speranza che avranno davvero luogo».