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Per rivitalizzare Lugano ‘più eventi come il Buskers Festival’

Grande entusiasmo per la manifestazione ma molti, fra spettatori e artisti, si lamentano per la scarsa offerta culturale alternativa durante l’inverno

(Ti-Press)
27 luglio 2024
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Artisti di strada, musicisti, cantanti, giocolieri, allegria e divertimento. Questi gli ingredienti principali del LongLake Buskers Festival, giunto alla 16esima edizione. La manifestazione, che unisce artisti di strada e musicisti provenienti non solo dal Ticino e dalla Svizzera ma anche da tutta Europa, vivacizzerà Lugano fino a domani. Ma è anche l’occasione per riflettere sulla scena culturale cittadina e in particolare sulla necessità di più manifestazioni simili. Un’esigenza emersa parlando con spettatori e protagonisti dell’evento. Camminando per le strade luganesi si percepisce infatti l’aria di vacanza e la voglia di divertirsi in compagnia. Le piazze sono colme di persone, come anche di applausi, risate, urla e la musica in sottofondo non manca mai. Il pubblico è emozionato e felice di assistere agli spettacoli.

Tanta varietà nelle proposte

La manifestazione gratuita che parte dalla piazza Riforma fino ad arrivare alla Foce snodandosi per 12 postazioni, riesce a coinvolgere persone di tutte le età, che – generalmente con molto entusiasmo – la descrivono come una delle più belle della città. Tra il pubblico, ci sono gli habitué, come anche i neofiti ma che sono già appassionati. C’è chi viene apposta da Oltralpe e dalla vicina Italia e chi è solo di passaggio, per ascoltare un po’ di musica senza essere neanche realmente consapevoli di cosa stia accadendo. C’è chi sottolinea quanto i comici siano divertenti soprattutto per i bambini, chi predilige guardare gli show degli acrobati e chi invece preferisce la musica dal vivo, particolarmente quella elettronica alternativa perché è «qualcosa di diverso». Alcuni giovani, ad esempio, ci dicono che sarebbero entusiasti di «assistere a un concerto che unisce la musica elettronica e psichedelica con la voce». Una coppia di millennial che incrociamo ci dice che non riesce a fare a meno del Buskers e che vengono a ogni edizione del festival. Tuttavia, i loro gusti nel tempo sono cambiati. Alle prime manifestazioni privilegiavano gli artisti che mettevano tanta passione nei giochi di giocoleria e comicità e ora preferiscono passare la serata ad ascoltare, cantare e ballare sulle note dei gruppi musicali.

‘D’estate in giro c’è troppa gente mentre in inverno è un mortorio’

Tanto entusiasmo dunque, ma anche qualche critica. Tanti visitatori del festival, soprattutto fra i ticinesi, si lamentano della sproporzione di eventi a Lugano fra estate e inverno, quando la città sembra addormentarsi. E a differenza di come si potrebbe usualmente pensare, a protestare per questo non sono solo i giovani, ma anche gli adulti e le persone avanti con l’età che, come alcuni pensionati che abbiamo incontrato, amano sentirsi ancora giovani e partecipare alle manifestazioni. «Sarebbe bello che si organizzassero più festival simili a quello dei Buskers a Lugano. D’estate c’è troppa gente e in inverno è un mortorio. Non c’è equilibrio! Vorremmo più eventi per mantenere la città viva tutto l’anno». Un pensiero comune, questo. Inoltre, molti residenti luganesi di tutte le età affermano che il vero problema sono le autorità cittadine, in quanto bloccano tante iniziative, soprattutto quelle dei giovani. «Questo atteggiamento rende la città meno vivace e priva di stimoli, quando invece potrebbe essere un luogo ricco di energia e di creatività» ci siamo sentiti dire a più riprese.

‘Le autorità dovrebbero favorire di più le iniziative dal basso’

Su questo aspetto si sono espressi anche diversi artisti che abbiamo interpellato. Per quanto riguarda il Festival in sé, sono tutti entusiasti. «La location è molto bella, le persone sono disponibili, c’è aria di vacanza» secondo il gruppo cute Rock, Post Punk Ada Oda proveniente da Bruxelles, al quale piacerebbe partecipare ad altri eventi simili sul territorio. «Bisognerebbe fare più eventi così a Lugano perché è importante unire la cultura e la vacanza. Bisogna uscire, non stare tutto il giorno davanti allo schermo e a Netflix. Penso che sia molto importante andare alle manifestazioni, divertirsi, stare in compagnia e vedere altre persone e il loro lavoro. Questo è molto sano per la mente», aggiunge l’artista belga di Okidok, gruppo composto da Billy e Piotre, che unisce spettacoli clown e acrobazie. Invece l’italiano Matteo Galbusera – che ha portato in scena il suo spettacolo The Loser – spera che nei prossimi giorni il pubblico aumenti. Entuasiasta di partecipare, non più solo come spettatori ma anche come musicisti, è poi il giovanissimo gruppo performativo ticinese chiamato Currenti Calamo, che durante l’anno ha in programma di fare concerti «sempre un po’ da autogestione», in linea con le loro esperienze. Anche secondo il duo sarebbe ideale avere altre manifestazioni a Lugano ma «possono anche non essere eventi organizzati dalla Città, ma che vengono dati in mano ad altre persone in gamba e con tanta voglia di fare. Lugano continua a bloccare iniziative, e questo non va bene. Infatti, non sono i cittadini che non vogliono fare eventi ma è la Città che non lascia accadere le cose». Della stessa idea il gruppo bolognese Sleap-e come anche i ginevrini Roshâni – che tra l’altro hanno gia suonato al festival di Muzzano ‘Facciamo la corte’ –: entrambi parteciperebbero volentieri ad altri eventi simili nel Luganese.

C’è però chi la pensa diversamente

Nonostante il grande apprezzamento, non tutti la pensano così. Abbiamo incontrato anche alcuni cittadini che ritengono che per preservare la sua unicità e per mantenere alte le aspettative il festival dovrebbe rimanere un evento a cadenza annuale. «È bello avere un evento che crea attesa, piuttosto che un eccesso di manifestazioni simili. Non sarebbe più speciale», ci ha detto in particolare un 40enne.

Poco spazio per la cultura alternativa

Le testimonianze del pubblico e degli artisti mostrano che quasi tutti sperano che Lugano possa permettere una crescita nell’ambito degli eventi. Infatti, il Buskers, ma non solo, ha dimostrato il potenziale di Lugano come centro culturale accogliente. Ed è un tema importante e molto sentito in questo periodo storico. Basti pensare al Lido San Domenico, preziosa struttura balneare che negli anni si è evoluta diventando un punto di riferimento anche per il tempo libero e che ora in oltre 3’000 stanno cercando di difendere dalla demolizione. Oppure, all’esperienza della Straordinaria, il più grande spazio culturale indipendente della Svizzera italiana, che sebbene abbia avuto un grande successo e un riscontro positivo (quasi) unanime, fatica a replicarsi. Ora spetta dunque alle autorità cittadine ascoltare queste voci e cercare di assecondarle, per rendere la città viva e stimolante non solo nei mesi estivi.

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