Bilancio in chiaroscuro della legislatura: solo il 15% dei consiglieri presente a tutte le sedute. Maruska Ortelli (Lega) e i Verdi i primi della classe
Nove su sessanta. Solo il 15% dei consiglieri comunali di Lugano ha partecipato a tutte le trenta sedute del Consiglio comunale (Cc) di questa breve legislatura. E di questi, due – Danilo Baratti e Laura Ferrario dei Verdi – oltretutto sono entrati in corsa e hanno preso parte rispettivamente a solo venti e sette sedute. Un quadro poco lusinghiero per il secondo legislativo più importante del cantone, che rimane fosco se si estende l’analisi al lavoro nelle quattro commissioni permanenti: nessun consigliere è riuscito a partecipare a tutte le sedute del proprio gremio. O meglio, Lara Olgiati (Plr) e Maurizio Reichlin (Udc) l’en plein l’avrebbero anche fatto, ma entrambi sono subentrati pochi mesi fa rispettivamente in Gestione e in Edilizia e non hanno dunque avuto modo di presenziare alle 105 sedute totali della prima né alle 60 della seconda.
Nell’attesa che fra meno di dieci giorni le urne rispondano agli interrogativi più grossi di questa campagna – la Sinistra confermerà il seggio in Municipio e chi sostituirà Cristina Zanini Barzaghi? E, soprattutto, il sindacato resterà in mano leghista? –, sul sito della Città sono state pubblicate le assenze dei consiglieri comunali uscenti. Un ‘registro di classe’ dal quale emerge una tendenza all’assenteismo più o meno marcata a seconda delle persone e, ampliando il discorso, dei partiti. Poche le medaglie d’oro da assegnare. Su tutti, la più stakanovista si è rivelata essere Maruska Ortelli (Lega), erede di Peter Rossi (Plr) della legislatura precedente. Ortelli non solo ha partecipato a tutte le 30 sedute del Cc, ma è stata anche una presenza pressoché fissa in Gestione: 103 su 105. Un risultato ancor più significativo, considerando che si tratta della commissione più impegnativa per la mole di riunioni. Dall’altra parte dell’agone politico, è tallonata da Edoardo Cappelletti (Pc), con 30 su 30 le presenze in Cc e 102 su 105 quelle in Gestione. Nel gruppo del 15%, oltre ai già citati Ortelli, Cappelletti, Baratti e Ferrario, troviamo anche Michael Nyffeler (Lega), Lorenzo Beretta Piccoli (Centro), Aurelio Sargenti (Ps), Melitta Jalkanen Keller (Verdi) e Tamara Merlo (Più Donne).
Se la palma della prima della classe va a una leghista, il movimento porta a casa anche la maglia nera: Ero Medolago, tra i meno presenti già durante la legislatura precedente, ha preso parte soltanto a 13 Cc su 30. Lo seguono due liberali radicali (Urs Lüchinger, 17/30, e Andrea Nava, 21/30) e un altro leghista (Nicholas Marioli, 22/30). Quest’ultimo compensa essendo fra i più presenti nella commissione delle Petizioni (91/102), mentre Lüchinger e Nava sono stati tra i più assenti anche nelle rispettive commissioni: Edilizia per il primo (37/60) e Pianificazione per il secondo (36/48). Tra i commissari meno presenti anche Mattea David (Ps, 28/60 nell’Edilizia), Angelo Bernasconi (Centro, 36/48 in Pianificazione), Lorenzo Pianezzi (Centro, 68/102 nella Petizioni) e il capogruppo Plr Rupen Nacaroglu (65/95 in Gestione, prima di lasciare il posto a Olgiati). Già da questi primi dati emergono alcune considerazioni: alcune commissioni richiedono circa il doppio dell’impegno e alcuni gruppi politici sono stati più virtuosi degli altri, globalmente parlando.
È il caso dei Verdi, che hanno in assoluto la media più bassa di assenteismo. Va detto, e questo ragionamento vale anche per l’Udc, che avendo avuto diversi subentranti c’è stata anche meno possibilità di ‘bigiare’. Se tre consiglieri su cinque hanno presenziato a tutte le sedute possibile, le restanti due (Deborah Meili e Marisa Mengotti) sono comunque mancate un’unica volta su 30. Mediamente buone anche le presenze nelle commissioni: Mengotti la più impegnata (85/102 nella Petizioni), seguita da Jalkanen Keller (54/60 nell’Edilizia), Baratti che è subentrato a Meili (rispettivamente 45/50 e 38/55 in Gestione) e infine Ferrario (10/11 in Pianificazione). Restando a sinistra, anche il gruppo Ps-Pc-Fa ha una media buona. Ai già citati Cappelletti e Sargenti aggiungiamo anche Raoul Ghisletta e Tessa Prati, con una sola mancanza su 30 all’attivo. Un po’ meno bene David, che oltre a risultare la più assente fra i commissari dell’Edilizia è la meno presente del gruppo in Cc (25/30). Posizione mediana per il capogruppo Carlo Zoppi (27/30 in Cc e 85/105 in Gestione) e per Dario Petrini (28/30 in Cc e 46/57 nell’Edilizia), sostituito da Demis Fumasoli (28/30) in commissione (3/3).
Il Centro figura bene. Il sempre presente capogruppo Beretta Piccoli è seguito da Benedetta Bianchetti (28/30 in Cc), Angelo Bernasconi, Federica Colombo Mattei e Lorenzo Pianezzi (tutti 28/30). Qualche gradino più in basso Michele Malfanti (26/30) e soprattutto Paolo Beltraminelli, Luca Campana e Angelo Petralli (tutti 24/30). Beretta Piccoli (97/105, Gestione), Malfanti (95/105, Gestione) e Bianchetti (59/60, Edilizia) spiccano anche nelle rispettive commissioni, a differenza dei già citati Bernasconi e Pianezzi. Chi più (Colombo Mattei, 42/48 in Pianificazione) e chi meno (Campana, 77/102 nella Petizioni e Petralli, 48/60 nell’Edilizia) bene gli altri commissari. La media del Plr è meno buona, a cominciare dal fatto che con l’Udc è l’unico gruppo a non avere un consigliere che ha partecipato a tutte le sedute di Cc. I migliori, Céline Antonini e Luca Cattaneo (entrambi 29/30), seguiti dalla giovane Lara Olgiati, dal senior Fulvio Pelli e dalla prima cittadina Morena Ferrari Gamba (tutti 28/30), Jean-Jacques Aeschlimann, Laura Méar e Ferruccio Unternährer (tutti 27/30), Valentino Benicchio, Nacaroglu e Paolo Toscanelli (26/30), nonché Petra Schnellmann (25/30), Giovanna Viscardi (23/30) e i già citati Nava e Lüchinger a chiudere. Pochi liberali radicali brillano nelle commissioni: Toscanelli (58/60, Edilizia), Antonini e Cattaneo (rispettivamente 45 e 44 su 48 in Pianificazione). Numerosi per contro quelli nel gruppo dei meno presenti: ai già citati Lüchinger, Nava e Nacaroglu, si aggiungono anche Viscardi (79/105, Gestione) e Méar (70/102, Petizioni). Buone le presenze di Unternährer (92/105, Gestione), Schnellmann (84/102, Petizioni) e Olgiati (48/53 in Edilizia, prima di passare alla Gestione, 10/10).
A destra le strade di Lega e Udc si dividono. Il movimento risulta infatti avere la media più alta di assenteisti. Un dato tuttavia inficiato dal già citato 13/30 di Medolago che abbassa notevolmente una quota che sarebbe altrimenti molto buona. La Lega conta infatti la consigliera più virtuosa in assoluto (Ortelli), un altro membro che non è mai mancato in Cc (Nyffeler) e diversi altri fra i più presenti: Marco Bortolin e Lucia Minotti (29/30), i subentrati Christian Tresoldi (16/17) e Mauro Gaggini (15/17), Gian Maria Bianchetti (28/30), Lukas Bernasconi, Boris Bignasca e Andrea Sanvido (27/30). Chiudono Luisa Aliprandi (26/30), Omar Wicht (24/30) e Medolago. Leghisti molto presenti anche nelle commissioni. Spiccano Nyffeler e Minotti (58/60, Edilizia), Ortelli e Bernasconi (rispettivamente 103 e 99 su 105, Gestione), Bianchetti e Marioli (91/102, Petizioni), Gaggini e ancora Minotti (rispettivamente 25/27 e 14/15, Pianificazione). Si difendono Wicht (83/102, Petizioni), Aliprandi (42/28, Pianificazione), Bortolin (19/24, Pianificazione, subentrato a Minotti, e 34/39 nell’Edilizia), Tresoldi (14/21, Edilizia, subentrato a Bortolin), Sanvido (92/105, Gestione). Un po’ più complesso il discorso per l’Udc, in quanto l’unica consigliera comunale in carica dall’inizio alla fine della legislatura è stata la capogruppo Raide Bassi, che qualche assenza l’ha fatta (25/30). Zahra Rusconi (24/25) e Siro Mazzuchelli (25/27) non rientrano in ogni caso fra gli assenteisti, come neppure Paolo Andreetti (5/7) e Maurizio Reichlin (7/9), sebbene siedano in Cc da poco. Discorso simile per le commissioni: già detto in entrata di Reichlin, aggiungiamo le 18 presenze su 21 nella Petizioni di Rusconi, le 34 su 44 di Mazzuchelli in Pianificazione e le 74 su 105 di Bassi in Gestione.
Chiude il cerchio il gruppo misto: Più Donne e Movimento Ticino&Lavoro (Mtl) e anche per loro è difficile dare una lettura globale. Un po’ perché la pagina della consigliera Isabelle Ruf (Più Donne) sul sito della Città è l’unica a non essere aggiornata e un po’ perché Sara Beretta Piccoli ha lasciato il Mtl e ora figura come indipendente (ed è ora candidata coi Verdi liberali). Di certo, spicca Tamara Merlo (Più Donne): con 30 presenze su 30 in Cc, 96/105 in Gestione e 45/48 in Pianificazione è tra le prime della classe. Meno bene Giovanni Albertini (Mtl) e Beretta Piccoli: 23/30 e 24/30 rispettivamente in Cc, 39/49 nella Petizioni lei prima di lasciare il posto a lui (41/53), presente anche nell’Edilizia (46/60).
Questo dunque il nostro bilancio. Posto che le motivazioni per le assenze possono essere tra le più disparate – dalla conciliabilità famiglia-lavoro-politica ai problemi di salute a motivi, forse, più futili –, a colpire è il dato globale. Quel 15% che se la legislatura fosse stata di quattro anni come norma vuole avrebbe rischiato di essere persino più basso. Ne abbiamo parlato brevemente con il politologo Oscar Mazzoleni. «Non è un fenomeno nuovo. Senza dubbio ci sono problemi di conciliabilità fra famiglia, lavoro e impegno politico. Poi anche il fatto che soprattutto nelle città i Cc devono affrontare problemi complessi, che richiedono competenze mirate. Non a caso, proprio nelle città si è puntato a professionalizzare almeno in parte la carica di municipale». A tal proposito, va detto che sul sito non abbiamo trovato una tabella con le presenze dei municipali né alle sedute di Cc né tantomeno a quelle del Municipio, che si tengono a porte chiuse e che sono per loro obbligatorie. «Questi impegni e quest’aumentata complessità dei dossier – prosegue il professore – non tolgono che prima o poi, se non si vuole indebolire il Cc, si dovrà riflettere a un sistema di incentivi più in sintonia con i cambiamenti della società».
A Mazzoleni abbiamo poi chiesto come mai secondo lui quasi tutti i partiti, fra i quali i due ‘grandi’ Plr e Lega, non siano riusciti a raccogliere sessanta candidature per il Cc. A fronte di un boom di candidati sia alle Federali sia alle Cantonali. «In effetti stupisce questa difficoltà, visto quanto è successo l’anno scorso – osserva –. Un’interpretazione di questa diversa tendenza è data dalla maggiore visibilità personale che si può ottenere alle elezioni cantonali e federali rispetto alle comunali. Occorrerebbe certo capire se tale difficoltà dei partiti riguarda solo Lugano o altri comuni, ma non mi stupirei se questo fenomeno avesse a che fare anche con la mobilità crescente che vivono le aree più urbanizzate del cantone, dove non è facile raccogliere voti se è da poco che si abita nel comune e quindi si è poco incentivati a mettersi a disposizione in una lista. Inoltre, si dovrebbe anche valutare la capacità delle sezioni di stimolare le vocazioni non solo a pochi mesi prima delle elezioni ma durante l’intera legislatura». Riflessioni da fare soprattutto dopo il 14 aprile.