Luganese

Sonvico, neanche un filo d'erba sul tetto dell'asilo

Interpellanza chiede spiegazioni sull'edificio non realizzato come era indicato nel messaggio municipale votato dal Consiglio comunale di Lugano

Immortalato l’inizio dei lavori. Nel riquadro il risultato finale
(Ti-Press)
12 gennaio 2024
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Non c’è nemmeno un filo d’erba sul tetto della Scuola dell’infanzia di Sonvico. Eppure, nel messaggio municipale, votato dal Consiglio comunale, c’erano indicazioni diverse sul risultato finale dopo la costruzione. Lo evidenziano in un’interpellanza i consiglieri comunali Lucia Minotti (Lega dei ticinesi, prima firmataria) e sottoscritta dai suoi colleghi leghisti Lukas Bernasconi, Marco Bortoli e Michael Niffeler, poi anche da Paolo Toscanelli (Plr), Demis Fumasoli (ForumAlternativo), Raide Bassi (Udc). Un’interpellanza intitolata sarcasticamente “C’era una volta il tetto verde”.

I consiglieri comunali chiedono dapprima all’esecutivo se sia al corrente che il tetto della nuova scuola dell’infanzia non è stato realizzato nel rispetto del messaggio municipale, poi, per quali motivi sono stati fatti questi importanti cambiamenti e chi aveva progettato la scuola e l’impiantistica. Sì, perché l’edificio non è stato costruito com’era indicato nel messaggio municipale, che citava una serie di importanti benefici e il tetto verde come elemento qualificante. A cominciare dall’inserimento “armonioso nel paesaggio, la diminuzione di dispersione di calore nel periodo invernale e il calo dei costi di riscaldamento; la limitazione del surriscaldamento in estate, garantendo una temperatura più bassa nei locali sottostanti, ritenzione idrica, che evita i carichi idrici delle canalizzazioni che sopporterebbero con un manto di copertura tradizionale”.

La vegetazione “riduce notevolmente la rifrazione dei rumori, assorbendoli. Le polveri vengono trattenute a beneficio di un'aria più respirabile e pulita”, si legge nel messaggio. L’interpellanza chiede pure come mai il legislativo non è stato informato dei cambiamenti e se ci si deve attendere di “non essere informati anche in futuro su modifiche sostanziali di opere approvate dal Consiglio comunale”.