Il Municipio di Lugano già nella prima domanda di costruzione ha pubblicato contenuti diversi da quelli ratificati alcuni mesi dopo dal Consiglio comunale
Il legislativo concede un credito di costruzione, ma il risultato non rispecchia quanto i consiglieri comunali hanno votato. Succede, talvolta, i progetti cambiano in corso d’opera. In questo caso, però, c’è qualcosa che non torna. Stiamo parlando della scuola dell’infanzia di Sonvico, il cui tetto avrebbe dovuto essere verde. Scatta l’atto parlamentare al quale Municipio di Lugano risponde parlando di modifiche marginali, non tali da imporre un’informazione al Consiglio comunale. Una versione che non convince tutti. In effetti, nel frattempo, emerge un’anomalia: nemmeno la prima domanda di costruzione, presentata dalla Città, prima di licenziare il messaggio, prevedeva una copertura verde dell’edificio scolastico, come abbiamo potuto appurare.
Tuttavia, l’esecutivo cittadino, nella risposta all’atto parlamentare, ha evitato di ricordare questa strano aspetto della storia. Un aspetto, per certi versi preoccupante. Sì, perché il messaggio municipale risale al 1° febbraio del 2018, mentre la prima domanda di costruzione presentata dalla Città di Lugano reca la data del 17 gennaio dello stesso anno. In altre parole, dalle carte risulta che il Municipio quel tetto verde non lo abbia mai voluto. Però, la copertura vegetale è stata inserita non soltanto prima della votazione del Consiglio comunale, avvenuta alcuni mesi dopo all’unanimità, nella seduta del 14 maggio 2018, bensì addirittura prima di licenziare e sottoporre alle commissioni della Gestione e dell’Edilizia il messaggio con la richiesta di credito di poco più di 5,3 milioni di franchi, che aveva convinto tutti, dalla destra alla sinistra. Un relatore dell’Edilizia, Marco Bortolin, in Consiglio comunale, ha sollevato la questione legata al mandato diretto, concordata dal Dicastero Immobili al progettista, il consigliere comunale Michele Malfanti, che non ha partecipato al voto sulla trattanda. Sul tema la Commissione ha pure chiesto un parere giuridico all’ufficio comunale che non ha rilevato violazioni della legge delle commesse pubbliche. Bortolin ha comunque ribadito l’invito al Municipio a predisporre sempre concorsi pubblici.
Nel messaggio, il Municipio ha decantato i numerosi vantaggi di una scelta ‘verde’: dall’inserimento armonioso nel paesaggio alla termoregolazione, ossia la diminuzione di dispersione di calore nel periodo invernale con il relativo calo dei costi di riscaldamento; dalla limitazione del surriscaldamento nel periodo estivo, che garantisce una temperatura più bassa nei locali sottostanti alla ritenzione idrica, ossia il flusso dell'acqua piovana trattenuto dal manto verde e rilasciato lentamente dopo qualche ora, evitando così i carichi idrici delle canalizzazioni che sopporterebbero con un manto di copertura tradizionale. Di più. La soluzione indicata nella richiesta di credito avrebbe comportato una riduzione dei rumori, grazie alla struttura della vegetazione che abbatte notevolmente la rifrazione, assorbendoli e una riduzione delle polveri, a loro volta trattenute a beneficio di un’aria più respirabile e pulita.
La scelta, come detto, aveva raccolto l’unanimità in Consiglio comunale. Ma perché non è stata implementata? Secondo il Municipio, nella risposta all’atto parlamentare, “la nuova scuola dell’infanzia di Sonvico è stata realizzata conformemente a quanto indicato nel contesto del messaggio. Come spesso accade in tutte le edificazioni – pubbliche o private che esse siano – possono presentarsi necessità di apporre modifiche rispetto al progetto iniziale, per motivi tecnici, pratici o economici. Alcune modifiche devono essere oggetto anche di una procedura di variante ai sensi della legislazione in materia edilizia. Nel caso concreto, le scelte progettuali che hanno portato alla formazione di un tetto, che dal punto di vista estetico differisce rispetto a quello presentato nel messaggio municipale, rientrano nel novero delle modifiche di lieve entità che non necessiterebbero, da sole, di essere sottoposte a procedura edilizia in regime di variante”.
Tra i motivi di tale cambiamento, spiega il Municipio nella risposta, sono riconducibili a nuove esigenze scaturite nel novembre del 2019. Esigenze accresciute, delle quali l’esecutivo ha preso atto “nella gestione della ristorazione scolastica e conseguente necessità di modificare il layout degli spazi relativi alla ristorazione all’interno dell’edificio per consentirne la funzionalità attesa. Queste modifiche hanno avuto delle ripercussioni anche sulla distribuzione dell’impiantistica che ha dovuto essere adattata. Inoltre, nell’intento di migliorare l'efficienza energetica tramite l’uso degli impianti fotovoltaici quali fonti di produzione di energia pulita ed ecologica e migliorando quindi la qualità delle fonti energetiche dell'edificio, tutelando nel contempo l'ambiente, è stata aumentata la superficie adibita a questo scopo e di conseguenza si è rinunciato a implementare un inverdimento estensivo del tetto”. Per venire a conoscenza di questa rinuncia, c’è voluta un interpellanza, trasformata in interrogazione.
Sempre in base alla risposta all’atto parlamentare, il Municipio precisa che le modifiche progettuali nel loro complesso sono state oggetto di una procedura di autorizzazione ordinaria e che la domanda di costruzione in variante è stata in pubblicazione dal 16 al 31 maggio 2022”. L’esecutivo si dice inoltre convinto “che sia stato fatto tutto il necessario alfine di inserire in modo il più armonioso possibile questo edificio nel contesto del territorio. Non va dimenticato del resto che l’iter del progetto ha visto due procedure di autorizzazione, per le quali sono stati rilasciati i necessari preavvisi cantonali con relative licenze e contro le quali non sono state presentate osservazioni”, In merito all’impatto visivo dell’impiantistica e alla mancata esecuzione della copertura con verde estensivo, il Municipio è dell’avviso “che sia un compromesso necessario in considerazione delle sempre maggiori esigenze in ambito impiantistico, anche dovuto al rispetto dell’obbligo di certificazione Minergie. Soluzioni alternative come ad esempio il posizionamento dell’impiantistica sotto terra, non sono sempre possibili e in ogni caso comportano dei maggior costi”.