La costruzione a Lugano beneficerà di un bonus del 10 per cento. Impasse sbloccata dalla sentenza del Tram che ha bocciato l’ultimo ricorso
Dalle parole, tante ne sono state spese in oltre un decennio, alla ridefinizione del progetto. Finalmente. Si avvicina la costruzione della palazzina con appartamenti a pigione moderata in via Lambertenghi a Lugano (al mappale 498 Rfd). Nei mesi scorsi, il Tribunale amministrativo cantonale (Tram) ha respinto il ricorso, che era stato presentato da un partecipante al concorso di architettura, indetto dalla Cooperativa Vivere Lambertenghi, contro la decisione della giuria di attribuire la costruzione dell’edificio al progetto denominato Pangea, realizzato dal gruppo losannese Farra Zoumboulakis & Associés. La sentenza del Tram è nel frattempo cresciuta in giudicato.
Sul tema, ricordiamo l’iniziativa popolare comunale lanciata dal Partito socialista di Lugano nel 2012, sostenuta dall’Associazione Svizzera degli Inquilini e dalla Vpod (che fu sottoscritta da 3’300 cittadini), poi ritirata nel 2015, in seguito all’accordo raggiunto e votato dal Consiglio nell’ambito del controprogetto. La Città, intanto, ha integrato tra i suoi obiettivi, quello di promuovere l’accesso ad alloggi a pigione moderata per favorire le persone con un reddito medio-basso. Ebbene, nei primi mesi del 2024, dovrebbe essere pubblicata la domanda di costruzione per la palazzina a pigione moderata in via Lambertenghi. Quando si prevede possano cominciare i lavori? «Con precisione non possiamo dirlo, ora stiamo aspettando l’offerta dell’architetto losannese, ritengo che per fine gennaio-inizio febbraio, dovremmo riuscire a sottoscrivere il contratto, in modo che il progetto possa essere rivisto e riadattato alle nuova situazione – risponde Marco Treichler, co-presidente della Cooperativa Vivere Lambertenghi –. Il progetto andrà ritoccato per allinearlo alla decisione presa dal Municipio di Lugano (e confermata dal Consiglio comunale) di concedere un bonus edificatorio del 10 per cento».
Non solo. Il progetto disegnato andrà adattato, anche per quanto riguarda gli spazi dedicati al previsto asilo nido. In proposito, la cooperativa, spiega Treichler, «attende la deroga, in merito alle distanze dagli edifici, che l’Ocst dovrebbe concedere, per poter ricavare locali idonei ai bambini». Non dovrebbero sorgere problemi. Come noto, Vivere Lambertenghi, è un’emanazione del sindacato, che è proprietario degli stabili adiacenti, tra via Lambertenghi e via Balestra. «Vogliamo inoltre integrare nella costruzione il concetto chiamato ‘Design for all’. Siamo in contatto, tra l’altro, con l’associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana, per capire le esigenze e gli accorgimenti necessari nella fase di costruzione», aggiunge il co-presidente della cooperativa. Design for all consiste in un approccio metodologico al progetto che prevede l’inclusione sociale, l’uguaglianza e la parità di diritti per tutta la popolazione, disabili compresi, in edifici, spazi, prodotti e servizi. Come? Tramite il coinvolgimento dei vari attori nel processo di progettazione, senza dimenticare la ricerca di soluzioni estetiche di valore.
Altra novità, non di poco conto, riguarda l’approvvigionamento energetico. Il Municipio cittadino ha recentemente concesso alle Ail Sa il via libera alla realizzazione di una centrale termica di quartiere, proprio per servire anche il futuro edificio che sorgerà in via Lambertenghi. «Si tratterà di una centrale di teleriscaldamento anche per la scuola elementare, il cui impianto di riscaldamento è da rinnovare», precisa il sindaco di Lugano Michele Foletti. La centrale servirà anche alcuni edifici circostanti, compreso lo stabile Matrix (che dovrebbe sorgere dalle macerie del centro sociale, quando verranno rimosse ndr.), quello che ospita il vicino ristorante, la palazzina Pangea e le edifici di proprietà dell’Ocst. L’iniziativa rientra nella strategia delle Ail Sa, che verrà presentata nei prossimi mesi, sulla graduale sostituzione del gas, con il teleriscaldamento, nell’ottica della transizione verso un approvvigionamento energetico mirato a ridurre l’impatto ambientale.
Di affitti accessibili, nei mesi scorsi, si è parlato anche in Consiglio comunale. Nella seduta di maggio, il legislativo all’unanimità, ha bocciato l’idea di creare un apposito ente autonomo ma ha spronato il Municipio a impegnarsi maggiormente. Tra gli altri auspici, spicca quello relativo al Piano direttore di Lugano e a quelli che saranno i nove Piani regolatori della Città, nei quali si dovrebbero definire le percentuali di abitazioni accessibili. L’esecutivo è stato invitato ad attivarsi a favore di una vera e propria politica dell’alloggio, che renda più attrattivo l’abitare nella città. Tra i nove auspici, inclusi nel rapporto della commissione speciale (relatore il consigliere comunale del Gruppo Ps-Pc Edoardo Cappelletti, co-relatrici, Morena Ferrari Gamba e Federica Colombo Mattei), è stato chiesto al Municipio di nominare un responsabile preposto all’attuazione e alla supervisione della politica dell’alloggio.
L’esecutivo è stato sollecitato a definire una strategia a sostegno delle organizzazioni di utilità pubblica, nell’ottica di attingere al fondo di rotazione, secondo la Legge sulla promozione dell’alloggio. D’altra parte, nella stessa seduta, il sindaco ha detto che la Città non intende fare promozione immobiliare, ricordando il messaggio che chiede l’acquisizione di due terreni del comparto ex Spohr a Pregassona, mentre la titolare del Dicastero immobili di Lugano Cristina Zanini Barzaghi ha rimarcato che la carenza di alloggi ad affitti moderati riguarda tutte le città svizzere. Edoardo Cappelletti, invece, ha richiamato il mandato derivante dall’articolo 100quinquies del Regolamento comunale e del controprogetto all’iniziativa, invitando l’esecutivo a impegnarsi per incrementare il proprio parco immobiliare, fermo all’1,3%.