Giovanni Berardi e l’associazione Prometheus si uniscono per raccogliere le firme. Le suore però sembrano intenzionate a vendere alla Croce Rossa
‘Il Centro di Bombinasco in mani pubbliche!’. Questo il titolo della petizione lanciata affinché il Centro Al Suu di Bombinasco sia acquistato dal Cantone. Dopo la mozione di Giovanni Berardi (Il Centro) al Consiglio di Stato (CdS), ora il deputato – assieme a Roberto Ghiazza, coordinatore dell’associazione Prometheus e a Christian Hochstrasser, già educatore della struttura prima della chiusura –, si attivano alla ricerca del sostegno della popolazione al loro progetto, ma soprattutto per accelerare i tempi di una risposta da parte del Cantone.
Secondo il granconsigliere, gli attuali proprietari – ossia Seraphisches Liebeswerk Solothurn (Sls), le suore serafiche di Soletta – «hanno fretta di vendere. Attualmente questa congregazione, che è stata a lungo molto attiva in vari cantoni, sta vendendo le sue strutture per concentrare le loro attività a Soletta. Sappiamo che con la mozione che ho inviato al CdS a settembre ci potrebbero volere parecchi mesi per una risposta, mentre le suore non sono più disposte ad aspettare così tanto». Per Ghiazza «le suore già a giugno ci avevano dato qualche mese per cercare dei finanziatori, ma i tempi si sono allungati. Ora però siamo riusciti a trovare anche una fondazione e due associazioni disposte a finanziare e a seguire il progetto per creare un centro per adolescenti che hanno bisogno di un sostegno psico-sociale».
In una lettera presentata dalla Sls a Berardi si può leggere come l’offerta degli attori locali sia interessante e congrua con lo scopo sociale imposto dalla vendita, ma “la Croce Rossa Svizzera Sezione Sottoceneri (Crss), è stata la prima interessata alla nostra proprietà di Bombinasco. Siamo anche sollevati dal fatto che la Cr mostri un così vivo interesse per la popolazione locale e che sia in grado di offrire opportunità di lavoro ad alcuni ex dipendenti”. Riguardo all’offerta dei promotori, la congregazione ha espresso incertezza in particolare sugli aspetti finanziari. È soprattutto per questo motivo che i tre promotori chiedono al Cantone di acquistare la struttura: avere un finanziatore che garantisca una sicurezza finanziaria e, sottolinea Berardi, «senza un interesse speculativo riguardo ai terreni del Centro» che, secondo il deputato, hanno un valore effettivo di 4-6 milioni di franchi mentre il prezzo di vendita è di un milione trattabile. Il Consiglio di amministrazione della Sls non vede questo rischio speculativo e scrive che “dopo un attento esame delle due offerte e delle diverse considerazioni, è giunto alla conclusione che la Crss ha la priorità in merito all’acquisto”.
«Una struttura simile manca in Ticino – sottolinea Ghiazza –. Qui gli ospiti avrebbero anche la possibilità di iniziare a lavorare: c’è un vigneto a disposizione, spazi coltivabili e anche una falegnameria. I giovani invece dopo il ricovero in strutture ospedaliere, vengono mandati in centri di recupero in Svizzera francese o a Genova e quando rientrano in Ticino hanno ancora difficoltà a inserirsi nella nostra realtà. Se la Crss dovesse effettivamente inserire un centro d’asilo per minori non accompagnati, vorrebbe dire che accoglieremo giovani dall’estero mandando via i nostri che hanno bisogno di sostegno. Abbiamo cercato di contattare la Crss per un’eventuale collaborazione a favore di tutti con un’accoglienza mista, ma finora non abbiamo ancora ottenuto una risposta».
Un aspetto evidenziato in una nota anche dal già municipale di Novaggio e collaboratore con l’associazione che gestiva la struttura, Daniele Ryser: “Questa situazione mi preoccupa. Potrebbe portare a una competizione negativa che non ha nulla a che fare con i veri bisogni della popolazione locale. Si rischia di strumentalizzare la vicenda puramente a scopi elettorali”. Ryser a riguardo propone “una tavola rotonda tra membri del CdS, i Municipi di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio (probabilmente prossimi a una aggregazione, ndr), il presidente della Crss e il gruppo dell’iniziativa per elaborare un progetto integrato e di sostegno sociale che includa sia le esigenze locali che quelle globali”.
E a proposito di vox populi, il sindaco di Curio Gianni Nava, da noi sentito sottolinea che riguardo all’arrivo della Crss «la popolazione ha delle riserve, ma non abbiamo voce in capitolo poiché si tratta di una decisione che prenderà il Cantone. Ora finalmente qualcosa si muoverà, aspettiamo buone notizie, ma la decisione finale della vendita spetta comunque alle suore di Soletta».