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Bombinasco: ‘Il Cantone compri il Centro Al Suu’

Lo chiede in una mozione il granconsigliere Giovanni Berardi. Il prezzo di vendita stimato dai proprietari è attorno al milione di franchi

Ora il centro ha un prezzo
(Ti-Press)
21 settembre 2023
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Si aggira attorno al milione di franchi trattabili il prezzo per acquistare il Centro Al Suu di Bombinasco (frazione di Curio). Lo si apprende dalla mozione presentata dal deputato in Gran Consiglio Giovanni Berardi (Il Centro) che chiede al Consiglio di Stato di comprare i fondi dagli attuali proprietari, la comunità di suore Seraphisches Liebeswerk Solothurn (Sls). Dopo quattro mesi di chiusura, il centro d’incontro Al Suu di Bombinasco ha dunque un prezzo di vendita. Interpellato da laRegione il deputato ci confida: «In due incontri, siamo riusciti ad affinare la trattativa e raggiungere il prezzo finale».

Il Consiglio di Stato come acquirente

Come si evince nella mozione del deputato e sindaco di Alto Malcantone, tra i possibili acquirenti ci sono la Croce Rossa, sezione Sottoceneri, intenzionata a installarvi un centro d’accoglienza per rifugiati minorenni non accompagnati (come quello presente a Paradiso) e un gruppo di attori locali, formato da ex dipendenti di Al Suu e da una Fondazione, che intende promuovere un progetto per giovani con difficoltà psicosociali.

Per Berardi, però, dovrebbe essere il Cantone ad acquistare i fondi sui quali sono presenti i due stabili del centro di Bombinasco e destinarli a un progetto compatibile con gli scopi sociali, così come indicato anche dalle norme di pianificazione: «In questo modo si eviterebbe anche una potenziale speculazione, qualsiasi altro uso non sarebbe attualmente possibile». Tra gli utilizzi possibili, il sindaco di Alto Malcantone propone “un centro per l’accoglienza di persone con disabilità mentale e cognitive (come avveniva fino qualche mese fa); un centro per insediare l’unità di cura pedopsichiatrica per minorenni ai sensi della pianificazione sociopsichiatrica cantonale in collaborazione con la sezione psichiatrica dell’ospedale di Castelrotto; un centro per insediare una comunità terapeutica per adolescenti, con disagio psicosociale, oppure un centro per alloggiare temporaneamente ospiti in età avanzata, in occasione di ristrutturazioni in atto di case per anziani”.

Pianificazione da aggiornare

I 27mila metri quadrati di terreno, dei quali 850 occupati da edifici, come ci spiega Berardi «fanno parte di due parcelle di terreno differenti. Furono edificate prima della pianificazione del territorio e ora si trovano in una zona agricola che sottostà alla legge sul diritto fondiario rurale (Ldfr) che ha delle regole precise riguardo al prezzo e al suo utilizzo. Per i futuri acquirenti, questo è da tenere in conto, perché, per rinnovare gli stabili in questione bisognerebbe prima passare da una modifica della pianificazione». Secondo il deputato, «a occuparsene dovrebbe essere il nuovo Comune di Lema, che vedrebbe l’aggregazione di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia e Novaggio (se la popolazione approvasse il progetto, ndr), ma per esperienza nei primi anni dopo un aggregazione è molto difficile portare avanti dei progetti di forma pianificatoria».

Con un acquisto del Cantone per Berardi, che insieme a dei promotori ha avviato le trattative con Sls, si eviterebbe una chiusura prolungata del centro. “Le nostre intenzioni sono state presentate sia alla Sls che alla Divisione dell’azione sociale e famiglie (parte del Dss). L’iter di approvazione e di implementazione di questo progetto e il finanziamento dell’acquisto, comprese le relative procedure di applicazione della Ldfr, richiedono un certo tempo, mentre la Sls intenderebbe vendere subito la struttura”.

Il Cantone già rispose a una richiesta simile

Ad aprile i deputati Raoul Ghisletta (Ps) e Giulia Petralli (Verdi), tramite un’interrogazione, avevano già chiesto al Consiglio di Stato di finanziare il centro e di sostenere i “bisogni emergenti in merito alla presa in carico di persone che necessitano di un ambito protetto”. Il Cds rispose che “un sostegno finanziario richiede una serie di condizioni ai sensi della Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi (Lispi) e del relativo Regolamento (Rlispi), che la struttura non possiede” e che “la chiusura della struttura non mette in difficoltà il settore e nemmeno la sua capacità di risposta alle richieste del territorio, dal momento che queste sono già assorbite e/o inserite nella prossima pianificazione 2023-2026”. Ora che i promotori hanno trattato con l’opera serafica di Soletta, trovato un prezzo finale e delle proposte per il futuro di Al Suu, Berardi spera che il Cantone cambi posizione e scongiuri il rischio che il centro finisca nel dimenticatoio.