I dati del 2022 evidenziano un aumento generalizzato di reati e interventi della Polizia comunale: un ritorno alla ‘normalità’ dopo il periodo pandemico
Lugano si conferma per l’ottavo anno la città svizzera ‘più sicura’, quantomeno fra le dieci più grandi. A dirlo sono le statistiche presentate oggi dalla Polizia della Città di Lugano nel tradizionale bilancio operativo dell’anno precedente. «Un anno tranquillo – secondo il comandante Roberto Torrente –, caratterizzato da una fase post-pandemica». E in effetti, le cifre riferiscono di una città che sta tornando alla normalità: interventi e reati in aumento, globalmente parlando.
Il numero di reati per 1’000 abitanti è stato di 27,1: il 2,3% in più del 2021. Ciononostante, Lugano resta saldamente all’ultimo gradino dei più popolosi centri urbani svizzeri. Cresciuto di riflesso – e della medesima percentuale – anche il totale degli interventi, che hanno sfiorato i 5’000. Tranne quelli per aggressioni, liti familiari e constatazioni, tutte le altre tipologie sono risultate in aumento. Al primo posto si confermano quelli per rumori: gli agenti sono chiamati a intervenire sempre più frequentemente per schiamazzi nelle aree private e negli esercizi pubblici, meno invece nelle aree pubbliche.
Il capitolo sugli incidenti stradali, al secondo posto, merita un discorso a parte. È infatti interessante notare come da un lato siano diminuiti posti di controllo (334, -5,4%, meno della metà rispetto ad esempio al 2016), veicoli controllati e infrazioni rilevate, mentre dall’altra parte invece gli incidenti siano invece cresciuti (638, ossia +9,4% in confronto al 2021), come pure le contravvenzioni (967, +3%). «Fra le dieci più grandi, restiamo la seconda città con meno incidenti in Svizzera – puntualizza il comandante –, ma questo aumento ci fa ritenere che probabilmente bisogna aumentare i controlli (quelli della velocità e dell’alcolemia sono comunque già cresciuti nel 2022 rispettivamente del 25 e del 18%, ndr), come anche le campagne di prevenzione e alcuni accorgimenti puntuali».
Il riferimento è a determinati luoghi sensibili della città, dove più frequentemente avvengono incidenti della circolazione, e che possono essere messi maggiormente in sicurezza con un più basso limite della velocità consentita o altre misure di moderazione del traffico. «La bozza del messaggio per l’introduzione di nuove zone 30 è pronta, ma deve ancora passare in Municipio, dove non manca qualche resistenza» ha detto a tal proposito la capodicastero Sicurezza e spazi urbani Karin Valenzano Rossi. E in effetti, il confronto fra le infrazioni commesse sulle strade col limite a 30 chilometri all’ora, rispetto ai 50 o ai 60, mostra che nel 2022 c’è stata una forte crescita rispetto al 2021. «Al punto che la Polizia cantonale ha avanzato la richiesta di fare loro i controlli in quelle zone, ma noi riteniamo che sia di nostra competenza in quanto è una questione di prossimità», la precisazione di Torrente.
E a proposito di controlli della velocità, quel +25% fa rumore, al punto che la Polcom ha colto l’occasione per replicare ad alcuni recenti articoli apparsi sui media che la confrontavano alla Polcantonale. «Non conta però solo il numero di controlli, ma anche il numero di ore di questi controlli. E le nostre sono nettamente inferiori. Questo si riflette anche negli introiti dai controlli (poco sopra il mezzo milione per il Comune, poco meno di 14 milioni per il Cantone, ndr)». Controlli, che il Corpo cittadino esegue anche per altre Polizie strutturate della Regione III: Ceresio Sud, Malcantone Ovest, Torre di Redde e Vedeggio. «Un modo per migliorare il coordinamento». Una collaborazione che si estende a diversi altri ambiti, come ad esempio la copertura dei turni notturni infrasettimanali (anche per gli altri Corpi del distretto) e lo smistamento delle chiamate che giungono alla Centrale operativa.
Tornando ai reati. Dopo il Covid sono tornati anche i ladri: i furti (14,6 ogni 1’000 abitanti) sono cresciuti rispetto ai due anni precedenti, ma risultano ancora inferiori ai dati del 2019. Sono anche di meno rispetto alla media svizzera (17,7), ma di più rispetto a quella ticinese (9,6). Stesso discorso per i furti con scasso: Lugano (2,1 per mille) posizionata sopra alla media cantonale (1,7) e sotto a quella nazionale (4,1). Questi ultimi sono tuttavia costantemente in calo da anni. Non così i furti di auto, ad esempio: mai così tanti (1,5 per mille) da almeno un decennio. In tema veicoli, sono significativamente calati (-14,3%) i sequestri di targhe e c’è stato un vero proprio boom di consegne di atti esecutivi all’Ufficio di esecuzione. Un incremento spiegabile con un cambiamento amministrativo: fino alla fine del 2021 era applicata l’Ordinanza Covid-19, che prevedeva la possibilità di notificare gli atti esecutivi non ritirati, per posta. Tale procedura si è interrotta nel 2022, riattribuendo l’incarico agli agenti.
Altro ambito che ha visto purtroppo un aumento di attività è quello legato agli stupefacenti. Nel 2022 c’è stato un aumento esponenziale di sequestri di canapa (da 1,5 a 7,3 chili), hashish (da 0,3 a 6,2 chili) e cocaina (da 0,6 a 1,5 chili). In flessione quantomeno l’eroina (da 1,2 a 0,8 chili). «Sebbene spesso si pensi che nelle indagini per droga siano coinvolti soprattutto stranieri, in realtà il 58% delle persone trattate per questi reati sono svizzere – la precisazione di Torrente – e l’87% sono residenti». Cionostante, tre inchieste su quattro di quelle grosse alle quali la Polcom ha collaborato, riguardano gruppi di spacciatori stranieri: Alba e Tara per gli albanesi che spacciano eroina e cocaina ed Erimo per gli eritrei che spacciavano invece piuttosto droghe leggere. A queste si aggiunge l’inchiesta Slot, sempre incentrata sullo spaccio di droghe leggere, ma piuttosto nelle zone di alcuni centri scolastici. «Ad aumentare non è tanto l’aumento degli spacciatori, ma purtroppo dei consumatori», osserva il comandante.
In collaborazione con la sezione Teseu della Polizia cantonale è poi il contrasto all’esercizio illecito della prostituzione. Nel 2022 sono aumentati i controlli ad appartamenti e persone (rispettivamente da 10 a 13 e da 16 a 21), come pure le denunce (triplicate, da 6 a 18). La sinergia con la Polcantonale si è intensificata anche in tema di videosorveglianza. Una considerevole parte del forte aumento (+25%) di ricerche effettuate arriva proprio da richieste degli agenti cantonali (da 60 a 187), come pure da quelli della Polgiudiziaria (da 49 a 74). In un centinaio di casi tuttavia le richieste sono state senza esito, per assenza di telecamere nei punti che interessavano. «Sono aumentati i controlli con telecamere mobili» spiega a tal proposito il comandante, aggiungendo che si tratta di un tema «work in progress».
Ci si aspetta infatti che in autunno arrivi in Gran Consiglio la nuova legge sulla polizia, che consenta l’acquisto di bodycam e dashcam. «Siamo stati pionieri in questo, acquistandole già diversi anni fa – ricorda la capodicastero –. Poi abbiamo dovuto metterlo in un cassetto perché mancava la base legale. Ora speriamo di poter andare avanti dall’anno prossimo. Eravamo e siamo favorevoli: si tratta di elementi che contribuiscono a diminuire la tensione in determinati momenti e sono strumenti a tutela sia degli agenti sia dei cittadini». Cittadini che, si è detto in chiusura, saranno oggetto di campagne di sensibilizzazione in vari ambiti anche nel 2023: dai rumori alla violenza domestica, dai locali notturni al bullismo. Ma sempre più l’occhio è rivolto anche al benessere degli agenti stessi: «Come la società, anche questa professione sta cambiando – la chiusa di Torrente –. Una sfida per il futuro è renderla sempre più attrattiva».