Bellinzonese

Al Dazio Grande una stagione culturale senza precedenti

Arricchito ulteriormente il programma degli eventi. La Fondazione è soddisfatta dei risultati visti in questi anni

2 aprile 2025
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Con un programma fitto come non mai, la Fondazione Dazio Grande lancia una nuova stagione di eventi nello storico edifico di Rodi Fiesso, situato al limite meridionale dell’Alta Leventina dove ha inizio la gola del Piottino. Il festival tematico ‘Alpi in transizione’ e il ciclo di conferenze ‘Finanza e territorio’ sono le principali novità di un'offerta culturale che si conferma ampiamente connessa ai luoghi e alla storia della regione.

Dopo l'apertura al pubblico alla fine degli anni 90 in seguito a importante lavoro di restauro (oggi lo stabile ha anche una parte ricettiva e un museo permanente che da 25 anni attira scolaresche e turisti), la Fondazione ha rafforzato l'offerta in particolare nelle ultime stagioni, arricchendo man mano il programma di appuntamenti che, oltre a creare occasioni di scambio e di incontro, vogliono esplorare e raccontare in ambito artistico, musicale e letterario realtà molto vicine ma anche tematiche di stretta attualità.

Costruito nella metà del Cinquecento, fino al 1834 il Dazio Grande ha avuto la funzione di dogana per le merci, gestita dagli urani per quasi tre secoli e ancora per alcuni decenni dopo la nascita del Canton Ticino (1803), ma al tempo stesso era luogo di sosta, cambio o riposo dei cavalli e locanda per i viaggiatori. Ha funzionato ininterrottamente dal 1561 fino all’apertura della ferrovia del San Gottardo nel 1882. La sfida della Fondazione è stata quella di ridare vita al Dazio, reinterpretando e valorizzando con un’accezione contemporanea le funzioni e i ruoli che la struttura ha ricoperto nella sua storia.

Soddisfatti dei risultati visti in questi anni

E in occasione della presentazione odierna della stagione – già avviata il 22 marzo con l'inaugurazione della mostra dei progetti territoriali realizzati dagli studenti dell'Usi –, i vertici della Fondazione si sono detti soddisfatti dei risultati visti in questi anni, arrivando a raggiungere una dimensione di offerta giudicata ora completa e dunque in grado di attirare avventori di ogni età, residenti ma anche turisti. Un Dazio che oggi vive, ha sottolineato la presidente Monica Sartori Lombardi, grazie al massimo sforzo della Fondazione per insistere su un programma sempre più ricco nel limite, che pare ora raggiunto, delle risorse a disposizione. In questo senso è andato il ringraziamento agli sponsor e ai sostenitori pubblici e privati, così come ai volontari sui quali è basata l'organizzazione della stagione. Tra mostre di pittura e fotografia, esposizioni, concerti, conferenze, dibattiti, escursioni e atelier, l'obiettivo è quello di aprirsi a diverse forme di cultura valorizzando varie sensibilità artistiche e sociali, ha ricordato Francesco Vanetta, vicepresidente e responsabile del programma di eventi, il quale si è detto soddisfatto delle circa 1'500 presenze complessive registrate nel corso della stagione 2024.

Come anticipato, l’edizione 2025, pur mantenendo la sua struttura consolidata, presenta due novità di rilievo, a cominciare dal Festival tematico ‘Alpi in Transizione’ che si annuncia come una profonda riflessione sui cambiamenti in corso nella regione di montagna. Nel corso degli otto appuntamenti in agenda, glaciologi, scrittori, fotografi, escursionisti e altri specialisti aiuteranno il pubblico a riflettere e dibattere su temi ambientali, sociali, economici e culturali. Tanti saranno anche gli esperti, tra politici e imprenditori del settore, chiamati – moderati da Luca Soncini – a intervenire durante le conferenze incentrate, sempre in un'ottica prevalentemente regionale, sulle strategie energetiche e sulle sfide della finanza. Sul sito www.daziogrande.ch sono disponibili tutte le informazioni e il programma completo dalla stagione che si concluderà in novembre.