‘Costerebbe troppo e non è una tantum’: il sindaco spiega perché rimanda al mittente la bozza di rapporto della Commissione delle petizioni
«È più una boutade elettorale che altro e non corrisponde alla richiesta discussa in Consiglio comunale». Michele Foletti, sindaco di Lugano, stigmatizza la proposta contenuta nella bozza di rapporto della Commissione delle petizioni in merito alla revisione del regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale che ha messo nero su bianco l’aiuto anti-rincari ai ceti medi e bassi. Una proposta da rimandare al mittente non solo per i costi eccessivi, stimati in almeno dieci milioni di franchi ma anche perché non è transitoria, o una tantum, solo per il 2023.
L’emendamento, bocciato dalla maggioranza del legislativo nell’ultima seduta del 2022, lo ricordiamo, era stato presentato da Centro e Ps-Pc e chiedeva di stanziare 5 milioni di franchi, una tantum, per aiutare le famiglie dei ceti medio-bassi a far fronte agli aumenti delle bollette energetiche. «Durante la seduta, avevo detto che creare un fondo o fare un nuovo regolamento sarebbe stato troppo complicato e difficilmente sarebbe stato approvato entro la fine dell’anno in corso – precisa Foletti –. Per questo motivo, avevamo invitato il Consiglio comunale, in particolare la Commissione delle petizioni, a lavorare sulla revisione del regolamento sociale, per arrivare a una norma transitoria affinché venisse allargato lo spettro dei beneficiari».
Per quali ragioni non condivide la proposta contenuta nella bozza di rapporto? «La proposta va oltre lo spirito dell’emendamento presentato in Consiglio comunale – risponde il sindaco –. Oltre al sostegno per le spese energetiche, inserisce anche il contributo per i premi di cassa malattia. Un compito, questo, che spetta al Cantone, attraverso i sussidi federali, ai quali peraltro i Comuni partecipano in ambito perequativo. Un compito che quindi si aggiungerebbe a quello indicato dalla Legge cantonale in merito ai sussidi per i premi di cassa malati. Se passasse, potrebbe anche saltar fuori, da parte del Cantone, la richiesta di trasferire l’onere ai Comuni. Ossia di ridurre il sussidio cantonale a chi lo riceve, visto che a Lugano i beneficiari ricevono già aiuti comunali. Questa bozza di rapporto non corrisponde a quanto era stato proposto e discusso in Consiglio comunale e che aveva ricevuto il consenso di principio del Municipio».
Non solo, aggiunge Foletti: «Questi non sono aiuti straordinari per il 2023, ma sostegni ricorrenti, che dovranno essere quantificati e valutati tutti gli anni. Mi spiace dirlo, ma con questa bozza di rapporto, si sta contrabbandando una proposta di aumento di aiuti sociali, che peraltro creerebbero una disparità di trattamento micidiale rispetto a tutti gli altri comuni. Con il rischio di far uscire temporaneamente dall’assistenza delle persone, che quindi perderebbero il diritto agli aiuti e le misure di accompagnamento per la reintegrazione professionale, per poi tornare in assistenza l’anno successivo». A preoccuparvi sono le spese supplementari? «Beh, i costi, che abbiamo stimato in dieci milioni di franchi all’anno, sono troppo elevati – spiega il sindaco –. Nei mesi scorsi abbiamo presentato il Piano finanziario, in cui esplicitamente, abbiamo scritto di fare attenzione, perché rischiamo di andare fuori giri e ora ci troviamo di fronte a una proposta di questa entità. Qual è il senso di responsabilità nei confronti della collettività che i promotori dimostrano di avere? Nessuno. O non hanno letto il Piano finanziario o hanno fatto finta di nulla».
Il sindaco di Lugano intravede tra l’altro anche un rischio, se venisse approvato il regolamento così come postulato dai relatori, per Lugano, di diventare una sorta di attrattore di casi sociali. In ogni caso, chiarisce Foletti, «andrebbe a sgravare tutti quei Comuni che ricevono soldi, tramite la perequazione finanziaria, dalla Città di Lugano, che in cambio, otterrebbe nuovi oneri, oltre ai contributi perequativi, che già paghiamo per gli aiuti sociali cantonali e per aiutare i Comuni. A Lugano abbiamo già un regolamento sociale che aiuta davvero le persone più difficoltà, questa proposta tira troppo la corda. I costi energetici sono aumentati per tutti. L’auspicio è che almeno qualche cittadino stia cercando di fare risparmi sui consumi».
Cambierebbe opinione, nel caso venisse eliminato dal Consiglio comunale il sostegno relativo all’incremento dei premi di cassa malati, che pesa oltre la metà del costo supplementare di 10 milioni di franchi e quindi l’aiuto sarebbe in linea con le richieste dell’emendamento? «Dovremmo discuterne in Municipio. In ogni caso, verrebbe snaturato lo spirito dell’emendamento. La proposta non è equilibrata: il Consiglio comunale potrà attivare gli aiuti nella misura che ritiene più adeguata attraverso l’approvazione del preventivo. In questo caso, la Città sarebbe costretta ad assumere personale (da 2 a 4 unità lavorative supplementari, con una spesa stimata in 300’000 franchi in più). Questo, rispetto ai rimproveri di una parte del legislativo (scritto dalla Commissione della gestione) che critica la Città per i troppi dipendenti».
Non è che si sta rimangiando le parole pronunciate nella seduta di Consiglio comunale e in occasione della cerimonia di Capodanno, ossia che non avreste lasciato indietro nessuno? «Dovremo trovare un’altra soluzione per aiutare chi ha bisogno come abbiamo sempre fatto in questa città – risponde Foletti –. Il regolamento sociale potrebbe essere lo strumento giusto ma con un articolo transitorio, limitato all’incremento dei costi energetici al 2023, non come quello presentato. C’è inoltre il problema dell’articolo F, che la bozza invita a stralciare. Eppure, per ricevere i sussidi di cassa malati, occorre presentare la notifica di tassazione, non c’è un altro modo. Per questo dico che il ragionamento della bozza non sta in piedi, non è che si può fare richiesta in base alla dichiarazione spontanea. Si tenta di stravolgere il concetto di stato sociale».