Luganese

Paradiso prova la strada della ‘quinta facciata’

Giardini e terrazze sul tetto grazie a dei bonus, scaduta pochi giorni fa la pubblicazione della variante di Piano regolatore

(Keystone)
25 marzo 2023
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Il tema era già stato teorizzato da Le Corbusier alla metà del secolo scorso. La ‘quinta facciata’ di un edificio, ovvero il tetto. Che per il celebre architetto di La Chaux-de-Fonds poteva e doveva essere ‘a giardino’, o almeno ‘a terrazza’ quindi utilizzabile dai residenti, oltre che strumento di raccolta delle acque piovane, isolante nei confronti dei raggi solari e quant’altro. Niente di nuovo in assoluto, tetti abitabili e giardini pensili esistono dall’antichità, ma Le Corbusier lanciò questa corrente di pensiero poi sviluppata da numerosi suoi colleghi. Venendo all’oggi, presso il Comune di Paradiso è scaduta pochi giorni fa la pubblicazione di una variante di Piano regolatore, approvata dal Consiglio comunale lo scorso 15 dicembre, che vuole disciplinare la materia a livello edilizio, introducendo nuove normative nell’ambito delle altezze massime degli stabili, in riferimento alla realizzazione di questi giardini-terrazze sopra il tetto. In buona sostanza viene concesso un ‘bonus’ rispetto all’altezza limite prevista dal Pr, in cambio della realizzazione di questa quinta facciata, utile, si argomenta, pure a livello paesaggistico, rispetto a una vista dall’alto, nel caso di Paradiso dalle pendici del Monte San Salvatore.

Sentenza sfavorevole

Una problematica quelle delle deroghe in altezza con cui si è scontrato, proprio a Paradiso nel 2012 il costruttore di una palazzina, che ricevette una sentenza sfavorevole dal Tribunale amministrativo cantonale. In particolare il previsto parapetto andava a ‘sforare’ i limiti di Pr, e risultò inutile il tentativo di assimilarlo negli ingombri alle strutture tecniche solitamente presenti sul tetto. La variante di Piano regolatore arriva però a proporre per la zona più intensivamente edificata, quella a valle della linea ferroviaria, nuove possibilità stavolta regolate legalmente. Per il tetto-terrazza la proposta approvata dal Comune prevede tutta una serie di deroghe al limite di altezza. Non sono ammesse verande chiuse; possibili solo strutture aperte la cui superficie non deve superare il 10% di quella del tetto eccezion fatta per quelle di altezza inferiore al parapetto, mentre la sporgenza massima viene aumentata, ammettendola fino a 2,3 metri per le strutture di arredo e 2,5 metri per i corpi tecnici, con arretramento dalle facciate di almeno 2 metri. Viene considerata anche la possibilità di un tetto con copertura vegetale, non ‘abitabile’, il bonus qui è di soli 50 centimetri.

Governo ‘sostanzialmente positivo’

Tutto ciò, come da prassi, dovrà essere approvato (o meno) dal Consiglio di Stato, al quale andranno indirizzati eventuali ricorsi entro 15 giorni dalla scadenza della pubblicazione (16 marzo) cioè entro la fine di marzo. Il governo ha peraltro già realizzato un esame preliminare, nel febbraio del 2021. L’approccio seguito dal Comune viene valutato positivamente, scriveva il Consiglio di Stato, compresa la formula dei ‘bonus’ che vanno dai 50 centimetri al metro e mezzo. Entrando nel tecnico, il governo rilevava invece delle incongruenze all’interno della procedura, salvo poi approvare la riduzione della zona ‘sopraelevata’ al 10% di quella del tetto. Un giudizio nel complesso “sostanzialmente positivo” quello del 2021, rispetto alla documentazione presentata all’epoca, anche se il Consiglio di Stato si interrogava sulla reale efficacia di questi incentivi, se non accompagnati da altri a carattere ambientale come quelli erogati dal Comune di Mendrisio.