Sulla scia dell’ex direttore di scuola media del Luganese arrestato, un’interrogazione interpartitica rimprovera al Consiglio di Stato inazione sul tema
"Rapporti del Gran Consiglio approvati e inattività totale del Consiglio di Stato: perché?". Eloquente il titolo di un’interrogazione interpartitica – primi firmatari: Lara Filippini (Udc), Sabrina Aldi (Lega), Fiorenzo Dadò (Centro) e Tamara Merlo (Più Donne) – indirizzata al governo, accusato sostanzialmente di inattività in un ambito delicato e che nelle ultime settimane domina le cronache: gli abusi sessuali sui minori. L’input per l’atto parlamentare è stato infatti proprio un clamoroso caso di cronaca: "Il direttore delle scuole medie arrestato per atti contro l’integrità sessuale dei fanciulli è solo l’ultimo atto a fronte del quale tutti, ma proprio tutti ci scandalizziamo. Chiediamo a gran voce in parlamento che qualcosa nel sistema e nella società cambi, facciamo discussioni generali fiume per poi ricavarne un senso di impotenza totale".
Un’impotenza dovuta, come detto, alla presunta inattività dell’esecutivo cantonale, che non avrebbe dato seguito a diverse richieste del legislativo durante l’ultimo decennio. Si cita ad esempio una mozione del 2013 proprio della granconsigliera democentrista Filippini, che domandava di creare un convegno cantonale sulla pedofilia "per poter raccogliere dati e informazioni sul fenomeno, valutarne l’estensione e la pericolosità dello stesso, attuando strumenti mirati di prevenzione per assistere in modo specialistico le vittime". A quest’istanza sono seguite delle audizioni nel 2016, durante le quali la procuratrice pubblica Pamela Pedretti aveva sottolineato "la mancanza di un filtro che raccogliesse in maniera efficace le segnalazioni di abusi e che sapesse altresì smistarle in modo corretto ed efficace. Altresì il responsabile della Sezione contro l’integrità sessuale lamentava la mancanza di un supporto per le vittime durante e dopo (collocamento) l’inchiesta e il procedimento penale".
Secondo gli interroganti, in effetti, in quest’ambito "uno dei grossi problemi è la frammentazione delle procedure e la presa a carico delle vittime minorenni e purtroppo le difficoltose sinergie esistenti tra polizia, magistratura e i servizi di sostegno dei minori". Ricordando che l’Eoc mette a disposizione un posto in pediatria per la presa a carico di queste vittime, l’interrogazione si sofferma poi sul rilevante ruolo della Fondazione Svizzera italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (Aspi) e sulla sua missione: la prevenzione di qualsiasi forma di violenza, maltrattamento e abuso sessuale su minore. "Grazie ai suoi programmi specifici di prevenzione nelle scuole, la formazione, le attività di sensibilizzazione e servizi di expertise – si spiega –, Aspi è il maggior ente di riferimento della Svizzera italiana per il rispetto, i diritti e il buon trattamento del bambino da 0 a 18 anni".
Ciononostante, ci sarebbe una carenza nella rete fra magistratura, polizia e associazioni che si occupano del fenomeno. Mentre la deputata Gendotti ha redatto un rapporto che chiedeva proprio questo, anche le granconsigliere ecologiste Michela Delcò Petralli ed Elena Bacchetta si sono occupate del problema chiedendo misure puntuali. "Il rapporto fu approvato il 5 dicembre 2018 – si evidenzia nell’interrogazione – e da allora il governo non ha fatto nulla di quanto indicato dal parlamento". Da qui l’accusa di immobilismo. Sette dunque le domande al Cds.
01) Perché e per quali motivi non è stato redatto e inviato all’attuale Commissione costituzione e diritti politici il rapporto contenente tutte le attività di prevenzione e formazione attualmente proposte dal gruppo interdipartimentale e dal Cantone per combattere la pedofilia?
02) Perché non sono stati fatti pervenire i risultati dello studio ‘Optimus’ alla medesima Commissione?
03) Sono state organizzate delle serate informative facoltative per i genitori, dei corsi obbligatori di formazione e di aggiornamento indirizzati a tutti i monitori e i tecnici che fanno parte di società sportive, nonché delle persone attive in associazioni/fondazioni culturali, ludiche, religiose ecc. che hanno a che fare con dei minori? In che misura e con quali riscontri?
04) Perché non è stata allestita all’attenzione sempre della stessa Commissione una proposta di coordinamento tra i vari enti preposti, sgravando la polizia dal collocamento delle vittime, nonché identificando una figura/un servizio che faccia da filtro e raccolga le segnalazioni dei possibili abusi?
05) È stato nel frattempo organizzato un servizio/una figura che si occupi della presa a carico degli autori o dei potenziali autori, di reati sessuali perpetrati nei confronti dei minori?
06) Perché non è stato organizzato entro due anni dal rapporto (2018) il convegno sul tema della pedofilia in collaborazione con l’Aspi?
07) Il CdS non ritiene che il non dar seguito a quanto approvato dal parlamento sia stato lesivo verso la popolazione e in particolare verso le potenziali vittime di pedofilia intercorse in questi anni quando si sarebbe potuto fare qualcosa di concreto?