Il Consiglio di Stato risponde all’interrogazione dei Verdi. Ed evidenzia i compiti dell’autorità prevista dalla legge cantonale sui fiduciari
Si è detta, esprimendosi a titolo personale, favorevole al mantenimento della legge cantonale sui fiduciari, la LFid. Aggiungendo che “dopo che in Mesolcina è emersa la vicenda delle società bucalettere è inevitabile farsi qualche domanda”. Così Sabrina Gendotti mercoledì alla ‘Regione’, contattata all’indomani del varo, da parte della commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’, del rapporto elaborato dalla deputata del Ppd nel quale si invita il plenum del Gran Consiglio ad approvare le modifiche proposte dal governo alla LFid – la normativa che da trentasei anni regolamenta in Ticino le professioni di fiduciario – in seguito all’entrata in vigore, il 1° gennaio 2020, delle disposizioni federali sugli istituti finanziari (LIsfi) e sui servizi finanziari (LSerfi). Di domande sul mondo a tratti opaco delle cosiddette società bucalettere in Ticino e nel vicino Grigioni e sulle misure delle autorità per contrastare eventuali illeciti, i Verdi se ne sono poste più di una, in particolare alla luce dell’inchiesta giornalistica di ‘Falò’ (Rsi). Meglio, le hanno poste con un’interrogazione indirizzata in marzo al Consiglio di Stato da Marco Noi per conto del gruppo parlamentare. Gli ecologisti chiedevano fra l’altro il o i motivi della “proliferazione di società anonime a scopo finanziario costituite in Mesolcina”. Scrive al riguardo il governo: “Una legge simile alla LFid non è stata adottata dal Canton Grigioni. È pertanto ipotizzabile che diversi enti giuridici i quali operano anche nel Canton Ticino abbiano deciso di aprire/trasferire la loro sede nel Moesano per evitare di dover chiedere l’autorizzazione per l’esercizio dell’attività di fiduciario ed essere sottoposti a vigilanza”.
La risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione dei Verdi è recente. È datata 30 settembre e può essere un ulteriore spunto di riflessione nel dibattito politico sul futuro della legge ticinese sui fiduciari. Un dibattito riaccesosi proprio in occasione dell’esame commissionale del messaggio governativo sulla revisione della LFid derivante dall’introduzione oltre un anno e mezzo fa delle leggi federali LIsfi e LSerfi. L’Esecutivo da un lato prospetta la soppressione del regime autorizzativo cantonale per i fiduciari finanziari (operano fra l’altro nella gestione patrimoniale), essendo assoggettati dal 2020 alla vigilanza della Finma: la loro attività viene quindi ora autorizzata dall’autorità federale che sorveglia i mercati finanziari. Dall’altro suggerisce di mantenere la LFid per i fiduciari immobiliari e per i fiduciari commercialisti: se ciò che propone il Consiglio di Stato verrà avallato dal plenum del parlamento (il tema figura nell’agenda della sessione al via lunedì 18), immobiliaristi e commercialisti per esercitare dovranno essere, come oggi, preliminarmente autorizzati dall’Autorità di vigilanza, organo previsto dalla legge cantonale.
A più riprese il governo ha sottolineato l’importanza di conservare la LFid e dunque di mantenere l’Autorità di vigilanza sui fiduciari. Questo “a tutela degli interessi dei cittadini che fanno capo ai servizi offerti dai quasi 1’200 commercialisti e immobiliari autorizzati e iscritti all’albo al 31 dicembre 2020”. Abrogare la LFid, sosteneva ancora nero su bianco il Consiglio di Stato all’attenzione della ‘Costituzione e leggi’, quando la revisione della normativa era sotto la lente della commissione, “significherebbe non disporre più di quei filtri di carattere formativo ed esperienziale, personale e garante non solo della professionalità del fiduciario, ma anche della sua rispettabilità, considerato che oggi l’accesso all’ambito lavorativo fiduciario tutelato dalla LFid richiede, oltre a indispensabili competenze professionali certificate, anche requisiti di buona reputazione, assenza di precedenti e un’attività irreprensibile corredata da una certificazione in ambito esecutivo e fallimentare. Non da ultimo, sempre a tutela dei clienti, l’autorizzazione è subordinata a un’adeguata copertura assicurativa da parte del fiduciario”. Sul destino della LFid si dovrebbe saperne di più in occasione della prossima seduta di Gran Consiglio: ragionando in prospettiva, oltre a chi auspica il mantenimento della legge, c’è chi vorrebbe modificarla in maniera importante e chi addirittura abolirla (vedi l’edizione di giovedì 7).
Intanto, rispondendo all’interrogazione dei Verdi sul fenomeno delle società bucalettere, il Consiglio di Stato coglie l’occasione per evidenziare il ruolo anche dell’Autorità di vigilanza ticinese sull’esercizio delle professioni di fiduciario. “Segnatamente nella sua veste di autorità penale delle contravvenzioni, negli ultimi anni ha maggiormente rafforzato la collaborazione con il Ministero pubblico, l’Autorità fiscale e l’Ufficio del registro di commercio, per contrastare la problematica della costituzione o il trasferimento fittizi di società fuori dal nostro cantone esclusivamente al fine di eludere la normativa cantonale e così operare in Ticino senza autorizzazione, spesso perché privi dei requisiti prescritti dalla Legge sull’esercizio delle professioni di fiduciario (la LFid, ndr)”, spiega il governo. L’Autorità di vigilanza gioca anche “un ruolo strategico di prevenzione, soprattutto nell’ambito del controllo dell’amministrazione e gestione di società a titolo fiduciario, volto pure a uno svolgimento dell’attività secondo i parametri legali”.
Concretamente, annota il Consiglio di Stato, quando l’Autorità di vigilanza “viene a conoscenza, d’ufficio o su segnalazione, di attività svolte nel nostro cantone e di uffici di appoggio sparsi sul territorio ticinese e riconducibili a società aventi sedi formali nel Canton Grigioni, la stessa intraprende procedure volte alla verifica dell’effettiva attività svolta dalle persone giuridiche, società di persone e ditte individuali interessate, con l’intento di reprimere il reato di esercizio abusivo perpetrato a livello cantonale”. Se confrontata con possibili violazioni delle disposizioni concernenti il registro di commercio, l’Autorità di vigilanza “segnala debitamente all’ufficio competente le eventuali irregolarità ravvisate”. Collabora inoltre con la Finma “segnalando gli abusi e trasmettendole per competenza le segnalazioni attinenti a fiduciari finanziari”.