Luganese

Lugano, tentò di stuprare una coetanea: 20enne a processo

Alle Assise criminali un giovane che lo scorso marzo ha aggredito una ragazza cercando di violentarla dicendole: ‘Non muoverti o ti ammazzo’

Fatti avvenuti lo scorso marzo
(Ti-Press)
13 ottobre 2022
|

"Non muoverti o ti ammazzo". Oppure: "Tu non chiami nessuno (strappandole il cellulare di mano, ndr) o ti metto un coltello in bocca". Frasi forti, quelle pronunciate nei confronti di una 19enne lo scorso 13 marzo dal 20enne imputato alle Assise criminali di Lugano per tentata violenza carnale. Il giovane, che al momento dei fatti aveva 19 anni e la vittima 18, ammette quanto è successo: quel giorno ha tentato di stuprare una ragazza.

Stupro evitato grazie all’intervento di un passante

L’episodio è avvenuto a Sorengo: era l’alba. Entrambi i giovani stavano rientrando con l’autobus e dopo essere scesi alla fermata Cinque Vie di Breganzona si sono diretti verso Sorengo. Una volta in via Gemmo, l’imputato ha raggiunto la preda individuata mettendole le mani sul volto, sbilanciandola, causando la caduta di entrambi a terra, con lui sopra di lei. L’ha dunque toccata nelle parti intime, le ha abbassato i pantaloni, le si è strofinato addosso, arrivando anche a minacciarla di morte. La violenza sessuale completa è stata evitata solamente dall’intervento di un passante.

Consumo e vendita di droga

Oltre a questi fatti ammessi, il 20enne è accusato anche di infrazione e ripetuta contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, per aver venduto circa 300 grammi di marijuana e hashish (80 dei quali smerciati a minorenni, reato a sé stante) e consumato circa 50 grammi delle medesime sostanze, rispettivamente.

L’accusa propone tre anni, parzialmente sospesi

La Corte, composta dai giudici Francesca Verda Chiocchetti (presidente), Aurelio Facchi e Giovanna Canepa Meuli sta procedendo con l’interrogatorio. Tuttavia, le parti hanno già anticipato di aver trovato un accordo per la pena. Il procuratore pubblico Zaccaria Akbas, dato che l’accusato è reo confesso ed è stato collaborativo, è orientato verso una pena detentiva di trentasei mesi. Sei di questi da espiare, il resto sospesi condizionalmente per un periodo di prova di tre anni. «Si tratta di una proposta che riteniamo equa» dice l’avvocato difensore Felice Dafond, che ha posto l’accento sul percorso positivo intrapreso dal suo assistito dopo l’arresto e sulla volontà di voltare pagina rispetto a un passato fatto di formazioni scolastiche interrotte, consumo di alcol e droghe, vizio quest’ultimo che gli ha procurato già precedenti condanne e una breve detenzione.