Luganese

Massagno, uno sparo legato al giro della prostituzione

Suscita inquietudine tra i residenti del quartiere di Bomborozzo il fatto di sangue capitato nella notte. La vittima è un cittadino dell’Est

Il marciapiede di via Nosedo, lungo il quale corre la striscia di sangue
(Ti-Press)
12 settembre 2022
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Sono tuttora in atto, da parte della polizia, le ricerche della o delle persone che hanno sparato, a Massagno, nella notte tra domenica e lunedì a un uomo di 33 anni ferendolo a un braccio. Per questo, gli inquirenti non vogliono rilasciare dichiarazioni pubbliche, siccome la dinamica dei fatti è in fase di accertamento e dall’interrogatorio del ferito si stanno raccogliendo elementi utili a chiarire il movente, anche se l’uomo non avrebbe voluto rilasciare dichiarazioni. Nel frattempo, il 33enne, cittadino dell’Est, è stato trasportato in ospedale dove è stato sottoposto a un intervento. Le sue condizioni di salute non desterebbero particolari preoccupazioni. Non è da escludere, stando a nostre informazioni, che l’episodio sia da mettere in relazione al mondo della prostituzione.

Un’inquietante striscia di sangue

Il fatto di sangue ha suscitato apprensione tra i residenti del quartiere di Bomborozzo. Le persone che abitano nei palazzi della zona, alle quali abbiamo chiesto informazioni, oggi pomeriggio, non hanno sentito nulla. Altri residenti hanno invece espresso curiosità ed erano sul posto a osservare le tracce di sangue che da via Nolgio corrono lungo il marciapiede di via Nosedo fino a via Lisano. Tra stupore e una certa preoccupazione, un abitante dell’isolato ci ha raccontato che questa mattina presto, verso le 4.30, ha visto alcune pattuglie di polizia sotto casa sua e gli addetti della Scientifica che stavano procedendo ai rilievi segnando col gesso dieci punti mentre altri agenti, apparentemente, erano nei paraggi, probabilmente alla ricerca del bossolo dell’arma da fuoco di piccolo calibro. Lo sparo sarebbe partito da una pistola detenuta da una persona che era a bordo di un’auto in corsa e non sarebbe stato per nulla casuale. È quasi certo che ci sia un legame tra vittima e l’aggressore.

Bruschetti: ‘Sono fatti esecrabili’

Interpellato da ‘laRegione’, Giovanni Bruschetti, sindaco di Massagno, «premette che la vicenda è di competenza delle autorità di polizia e che la situazione dovrebbe essere sotto controllo». Il sindaco non nasconde una certa sorpresa per questo genere di episodi: «Purtroppo sono fatti molto esecrabili che al giorno d’oggi capitano più spesso di una volta. Sono fatti imprevedibili. Ci auguriamo di poterlo lasciare nel contesto degli episodi singoli e isolati». Episodi che purtroppo succedono con una certa frequenza negli ultimi tempi.

Il precedente più grave ad Agno

Poco più di un mese fa, c’è stato un precedente fatto di sangue capitato ad Agno, con conseguenze più gravi perché la vittima ha rischiato di morire. Quella domenica mattina, verso le 10, un 49enne svizzero domiciliato a Rovio sparò due colpi al figlio 22enne in via Aeroporto. Il papà utilizzò un Flobert calibro 22, a canna mozza, un’arma rinvenuta nei giorni successivi dagli agenti della Polizia cantonale. Uno dei due colpi esplosi raggiunse il figlio alla schiena, sotto la scapola. Sul caso stanno tuttora indagando gli investigatori coordinati dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, titolare dell’inchiesta penale. L’uomo avrebbe sparato al figlio a causa di circa 70’000 franchi che quest’ultimo avrebbe sottratto alla nonna paterna. Il 49enne è accusato di tentato omicidio. Risale invece allo scorso 25 luglio l’uccisione a Cantello, da parte di un 51enne italiano, del nuovo compagno della ex fidanzata. L’uomo si è poi diretto a Stabio, dove ha sparato anche alla donna di 45 anni, italiana che lavorava alle Terme di Stabio. La donna è sopravvissuta ma poi si è tolta la vita. Il 21 ottobre dello scorso anno, infine, un giovane di nazionalità svizzera aveva sparato all’ex ragazza, una 22enne ticinese di Solduno, ferendola gravemente con un fucile caricato a pallettoni.

Due anni fa in via Beltramina

Due anni fa da un palazzo di via Beltramina a Lugano, un uomo sulla cinquantina esplose colpi di fucile all’interno di un appartamento. Sul posto intervennero gli agenti della Polizia cantonale e, in supporto, gli uomini della Polizia della Città di Lugano. L’individuo, armato di fucile, venne fermato all’entrata dello stabile. L’uomo, come emerso nel corso del processo, era infastidito dai rumori provocati dagli altri inquilini del palazzo. Il 50enne, reo confesso, venne condannato dal giudice Marco Villa a nove mesi di detenzione sospesi con la condizionale per un periodo di prova di quattro anni.

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