La Conferenza dei capidicastero delle sette Polizie comunali della regione prende posizione a sostegno della prossimità
"Un’accelerazione che non rispecchia le esigenze e le aspettative del nostro territorio e della sua popolazione". A stroncare, di fatto, il progetto di Polizia unica è la Conferenza consultiva sulla sicurezza della Regione III, ossia del Luganese. Non i Comandi delle sette Polizie comunali, bensì i capidicastero. Si tratta dunque di una presa di posizione politica. E non di un territorio come un altro, bensì del distretto più popoloso del cantone, che con i suoi 150’000 abitanti circa ha la stessa popolazione dell’intero Sopraceneri.
«Questo comunicato è semplicemente l’espressione dell’opinione delle Polizie strutturate del Luganese e della Polizia polo – spiega la presidente della Conferenza, Karin Valenzano Rossi –, in seguito a delle considerazioni emerse durante una recente riunione, avvenuta in concomitanza con la riattivazione delle discussioni sul tema. Quella sera sono emersi diversi malumori, perché la discussione sulla Polizia unica è stata di fatto rilanciata ma prima che venisse presentato il rapporto (che sarà redatto dal gruppo ‘Polizia ticinese’ e dovrebbe essere pronto per la prima metà di giugno, ndr) specifico per l’elaborazione di un progetto di ‘polizia ticinese in stretta collaborazione’. In molti hanno pensato che si stesse mettendo il carro davanti ai buoi. Per questo motivo si è sentita l’esigenza di manifestare la contrarietà, di far sentire stavolta la nostra voce, senza aspettare».
La «riattivazione delle discussioni sul tema» alla quale fa riferimento la municipale luganese è relativa proprio a un servizio della ‘Regione’, nel quale favorevoli e contrari hanno preso posizione a seguito delle prime audizioni effettuate dalla Commissione giustizia e diritti sull’iniziativa parlamentare allestita dal granconsigliere Raoul Ghisletta (Ps) depositata nel dicembre 2020 e che chiede in estrema sintesi la costituzione di un unico Corpo di polizia: la Polcantonale. Relatore dell’iniziativa è Giorgio Galusero (Plr), che si è espresso favorevolmente, prima tuttavia che il gruppo ‘Polizia ticinese’ abbia presentato il proprio rapporto. Questo gruppo è stato sentito dalla Commissione ed è composto dal direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, dal segretario generale e coordinatore del Dipartimento Luca Filippini (che coordina anche il gruppo), e dal capitano Elia Arrigoni che guida i Servizi generali della Polizia cantonale. Galusero ha evidenziato che il Ticino è il cantone con il maggior numero di poliziotti pro capite e che il numero di agenti operativi delle Polcom negli ultimi dieci anni circa è aumentato del 70%, a fronte di un 15% della Polcantonale.
Dichiarazioni alle quali ha replicato con fermezza Orio Galli, presidente dell’Associazione delle Polizie comunali ticinesi, che ha ricordato che «le Polizie comunali conoscono la realtà del territorio in cui operano, le dinamiche e la mentalità locali. Un conto è fare l’agente a Lugano, un altro è farlo ad Airolo». Considerazioni evidentemente condivise dalla Regione III: «Sì, siamo preoccupati soprattutto per il mantenimento della prossimità» conferma Valenzano Rossi. Nella nota si evidenzia che dal rapporto ci si attende piuttosto "una nuova e migliore ripartizione di competenze tra la Polizia cantonale e le Comunali, riconoscendo ed evidenziando il primato e le peculiarità dell’attività di queste ultime nell’ambito della prossimità e proponendo anche l’assunzione da parte delle stesse di competenze di Polizia giudiziaria nel campo della microcriminalità. Una proposta innovativa che aggiorna e valorizza sia gli sforzi organizzativi e finanziari operati dai Comuni in questi anni sia la figura degli agenti di polizia formati".
E proprio quest’ultimo aspetto è uno dei motivi del mal di pancia delle Polcom luganesi. Nell’ambito della temuta accelerazione verso la Polizia unica, si segnalano "alcuni progetti pilota con un’improvvisa assegnazione di compiti di agenti di polizia formati ad assistenti che non dispongono di adeguata formazione con le relative competenze". Un aspetto che preoccupa la Regione III, e che secondo nostre informazioni riguarderebbe in particolare un Corpo di polizia del Sopraceneri, e che certamente sarà al centro del dibattito nelle prossime settimane.