Ticino

‘Vogliamo ribadire il nostro no alla polizia unica’

Questo il messaggio dell’assemblea annuale dell’Associazione delle Polizie comunali ticinesi (Apcti). Orio Galli: ‘Un progetto proposto a scatola chiusa’.

Si aspetta il rapporto del gruppo di lavoro ‘Polizia ticinese’
(Ti-Press)
1 giugno 2022
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«Siamo contrari al progetto di polizia unica, che vuole un solo corpo per tutto il cantone. Proposta, tra l’altro, avvenuta a scatola chiusa e senza conoscere il rapporto del gruppo di lavoro ‘Polizia ticinese’». Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge dall’assemblea dell’Associazione delle Polizie comunali ticinesi (Apcti) che ha avuto luogo questo pomeriggio al Pala Cinema Locarno. Il presidente dell’Apcti Orio Galli ha spiegato alla platea, senza giri di parole, che «si fa fatica a comprendere come mai si è ritentato per l’ennesima volta, al fotofinish, di buttare di nuovo in acqua questa proposta. Copiata, senza particolari adattamenti e lungimiranza, dal progetto di Neuchâtel». Il riferimento è all’iniziativa parlamentare "per una migliore organizzazione della polizia in Ticino" depositata nel dicembre del 2020 da Raoul Ghisletta (e sottoscritta da altri deputati di diversi partiti).

«Abbiamo già migliorato e aggiornato i corpi, le modalità di lavoro e di collaborazione seguendo le linee guida dettate dal documento ‘Polizia di prossimità per i comuni ticinesi: efficace, innovativa con i cittadini’ scritto nel 2019 da Wladimiro Castelli», ha affermato il presidente. «Questo per confrontarci con le future decisioni strategiche, in particolare con quella della riorganizzazione della polizia in Ticino, con un bagaglio di conoscenze adeguato». A essere contestata dall’Apcti è quindi soprattutto la tempistica dei sostenitori della polizia unica: «Tra poche settimane si potrà valutare il lavoro, durato anni, del gruppo ‘Polizia ticinese’. Progetto voluto dal Consigliere di Stato Norman Gobbi per un modello di riorganizzazione condivisa rispetto alle esigenze di Comuni e Cantone». Non ci sono state anticipazioni su contenuti del rapporto, che Galli ha comunque indicato come «la direzione da seguire. Ovvero creare, dalle polizie comunali, le ‘polizie di prossimità 2.0’. Credo fortemente in questo progetto, sono convinto che sia veramente un miglioramento epocale».

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