Il consigliere comunale Aurelio Sargenti, non soddisfatto delle risposte ottenute, preannuncia la richiesta di intervento dell’autorità di vigilanza
«Non può andare bene così. Il Municipio ha tenuto nascosto le informazioni relative alle tre candidature per l’utilizzo di Villa Heleneum, per ragioni legate alla confidenzialità. Però, questo ragionamento non vale per i consiglieri comunali che sono anch’essi tenuti a mantenere le informazioni riservate. In gennaio presenterò la segnalazione alla Sezione enti locali». Il consigliere comunale di Lugano Aurelio Sargenti preannuncia che chiederà all’autorità di vigilanza amministrativa e finanziaria sui Comuni di intervenire sulla scelta del Municipio di Lugano di affidare la villa Heleneum alla fondazione Bally. Il consigliere comunale contesta pure all’esecutivo cittadino «la mancata trasparenza. Ho presentato due interpellanze ma le risposte ottenute sono state fumose e senza contenuto. Di fatto, il Municipio ha concesso un prestigioso bene pubblico, non facilmente accessibile, con pochi posteggi, per un museo della scarpa che non è proprio un unicum a livello europeo. Sarà anche importante, però, meritava forse di più un altro progetto che si è candidato, quello relativo alla Collezione Montgomery che sarebbe stata potenzialmente attrattiva, perché particolare e unica».
Insomma, villa Heleneum, ex sede del Museo delle Culture Extraeuropee della Città di Lugano, sarebbe rimasta un centro culturale come è sempre stata, se il Municipio avesse scelto il progetto che proponeva un centro di studi d’arte orientale per dare spazio alla Collezione Montgomery. Invece, la Città ha scelto la proposta della fondazione Bally. Rispetto all’annunciata segnalazione alla Sezione enti locali, «prediamo atto e valuteremo l’eventuale risposta dell’autorità di vigilanza – ribatte il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, titolare del Dicastero Cultura, sport ed eventi –. Non riesco a capire questo accanimento, le risposte agli atti parlamentari le abbiamo date, le procedure adottate hanno rispettato la legge organica comunale (Loc). Abbiamo presentato la scelta presa all’unanimità dal Municipio in una conferenza stampa». Sargenti ritiene inoltre che nella decisione dell’esecutivo abbiano prevalso le ragioni economiche rispetto a quelle culturali... «Non è vero, è chiaro che ha avuto il suo peso la concessione della villa alla fondazione Bally che assicura investimenti importanti – ribatte Badaracco –. Tuttavia, se si analizza bene il progetto, ci sono sinergie significative, come il centro di competenze e le annunciate collaborazioni con l’Università della Svizzera italiana (Usi). Uno degli altri due progetti esclusi che, tramite vari enti, mirava alla creazione di un centro orientale, non ha trovato riscontro, perché la Collezione Montgomery (che verrà in ogni caso esposta al Musec l’anno prossimo) non sarebbe stata donata e quindi è venuto a mancare un elemento fondamentale. Per di più, la Città avrebbe dovuto donare gratuitamente la villa Heleneum e provvedere ai necessari investimenti».
Non solo. Il consigliere comunale socialista mette in evidenza che «all’azienda non verrà data in affitto la villa, ma il bene comunale di prestigio verrà attribuito tramite comodato. Di fatto, però la fondazione Bally pagherà una pigione, a meno che le spese per la manutenzione dell’immobile non vengano fatte passare come una sorta di affitto». Ma, la questione fondamentale è quella relativa ai metri quadrati di superficie che occuperà il museo, insiste Sargenti: «Ho saputo che verrà ricavato spazio per un archivio, poi verranno realizzati un bar, una sala di conferenze e solo un locale è destinato alle esposizioni. Però, nel Piano regolatore di Lugano la destinazione della villa Heleneum è quella museale, quindi più della metà della superficie dell’edificio dev’essere dedicata alle esposizioni aperto al pubblico. Probabilmente, questa problematica verrà risolta dal Municipio di Lugano che risponderà affermando che gli archivi dell’azienda sono aperti al pubblico come museo. Alla fine, però, la fondazione Bally l’ha spuntata perché ha pagato per ottenere la villa, mentre gli altri due progetti no». La destinazione museale della villa, prevista a Piano regolatore della villa, verrebbe cambiata con il progetto presentato dalla fondazione Bally? «Anche questa affermazione non è vera – risponde il vicesindaco –. Uno degli obiettivi della fondazione Bally è proprio quello di creare un museo che ospiterà la collezione Bally. Ricordo che quando questa collezione venne esposta a Zurigo, attirò oltre 100’000 visitatori. L’esposizione, che contiene la storia dell’azienda, resterà aperta per alcuni giorni alla settimana, fra i quali il weekend».
Il progetto che prevedeva di inserire a villa Heleneum manufatti risalenti a differenti periodi storici e a diverse località geografiche del Giappone è stato definito come la più importante (collezione) del suo genere al di fuori del Paese del Sol Levante. Ha ottenuto il sostegno di un centinaio di personalità ticinesi (Mario Botta, Sergio Ermotti, Marco Solari, l’ex municipale di Lugano Giovanna Masoni Brenni, Giampiero Casagrande e diversi consiglieri comunali di Lugano in carica e non). Fra i promotori, c’era il direttore del Museo delle Culture Francesco Paolo Campione