La creazione del giovane Mattia Rusca è entrata nella fase del crowdfunding: come funziona
App: tre lettere, un mare sterminato di opportunità per menti creative, informatici, visionari. Alcune di queste applicazioni informatiche si perdono nell’anonimato, altre fanno il botto, e giocandosi la partita su scala planetaria, le possibilità di guadagno sono notevoli. ‘Swifter’ spera di rientrare nella seconda categoria, di trovare alloggio e soprattutto uso sullo schermo dei telefonini. Visto che il suo realizzatore è un giovane luganese, Mattia Rusca, cerchiamo di capire come e perché dalle nostre parti potrebbe nascere una ‘app’ vincente. Non prima di segnalare che negli scorsi giorni è iniziato il crowdfunding (la raccolta fondi) dove il sistema viene anche presentato con un video, a questo indirizzo https://www.indiegogo.com/projects/the-fastest-way-to-network-pay-and-get-payed#/.
In pratica, come altre applicazioni, si basa sui sempre più diffusi codici QR, e tratta la trasmissione di denaro. Già visto? Mattia Rusca, che ha messo a punto ‘Swifter’ assieme a un docente di inglese – esperto in informatica – è convinto del suo potenziale e della sua ‘diversità’. «Questa app permette a una persona di inviare per esempio, soldi sotto forma di un codice QR: chi lo riceve può mostrarlo alla cassa dove viene scansionato, e il gioco è fatto». La nostra obiezione è inevitabile: per questo non esiste già Twint, una app molto affermata e popolare? A obiezione, risponde: «A differenza di Twint la nostra app funziona anche se il destinatario non ha l’applicazione caricata, basta un telefonino o un qualsiasi dispositivo elettronico, per cui anche un bambino può ricevere i soldi e usarli».
«L’altra funzionalità è quella degli acquisti dei prodotti inquadrando i codici QR. Si scrive la quantità di prodotti acquistati e, al resto, pensa la app, senza bisogno di casse o scansioni. Il conto viene regolato automaticamente tramite la carta di credito o il conto bancario». Seconda obiezione: in assenza di controlli, non è che questo sistema favorirà il dilagare di furtarelli, oggetti presi dagli scaffali senza prima essere stati inquadrati dall’obiettivo del telefonino? «Chiaramente il negozio o supermarket può sempre mettere una persona a controllare, mettiamo, un cliente su dieci a random. In teoria già oggi con le casse veloci qualcuno potrebbe rubare». Insomma un ‘rischio aziendale’ che si potrebbe correre. La terza funzione è interessante per i professionisti. Sentiamo. “È un calendario che mostra le disponibilità, così i clienti possono selezionare e pagare direttamente il servizio, prenotandolo”. Infine, c’è la possibilità di utilizzare sempre il QR code come vettore di informazioni, caricando in esso per esempio immagini, indirizzi, numeri di telefono, come in una sorta di biglietto da visita.
Tutto bello ma... siete pronti? «Adesso abbiamo creato il design di come sarà l’applicazione. Il video – girato tra l’altro in un paio di negozi della zona, tra cui il ‘Bomborozzo’ di Massagno, ndr – è stato messo sulla piattaforma di crowdfunding per pagare i programmatori professionisti che creeranno la app. Si tratta di una società online francese e ci costerà 28mila dollari per l’applicazione, probabilmente dovremo ancora spendere per aprire la società, quindi con la raccolta fondi ci siamo posti l’obiettivo dei 35mila franchi».
Questa è l’aspirazione di Mattia Rusca, un 21enne che si definisce imprenditore e giocatore di basket professionista. Per quanto riguarda la pallacanestro, “sono infortunato da 9 mesi... pensavo di giocare quest’anno nel Lugano in serie A, aspettando la guarigione cerco di tenermi allenato per quanto posso”. Aspirazioni cestistiche a parte, come si guadagna da una app? “Si potrà scaricare gratis dagli ‘store’, noi prenderemmo i soldi dal venditore, un 2 o 3% di commissione un po’ come succede con le carte di credito”. Come fate a essere sicuri che non esista già una app simile? “È pieno di concorrenza, ma con queste funzionalità per quanto abbiamo visto non c’è niente del genere. La campagna di crowdfunding durerà 30 giorni e poi passeremo l’incarico ai programmatori. Hanno firmato un accordo con noi in base al quale non possono prendere l’idea e attuarla loro. Brevettare l’idea? Dobbiamo fare anche questo, chiaramente sono anche costi aggiuntivi, bisogna vedere cosa si riesce a brevettare. Uno dei nostri primi obiettivi è la Svizzera e subito dopo gli Usa e il mercato europeo in generale”. Ultima curiosità: chi sono le persone che si vedono nel video? Alle riprese principalmente c’erano mia sorella, mio fratello, mia mamma e una sua amica”.