Quattro ballerine, una macchina fotografica e, sullo sfondo, luoghi della cultura: sono gli ingredienti di ’Fluttuazioni Divine’ di Franco Taranto
“Donne come dee, elementi primordiali della natura appaiono in una dimensione magica come sospesa oltre lo spazio e il tempo, immagini dipinte con la luce, in uno scenario che ne esalta la creatività di artista che sono in questo grande fotografo”. Le parole della giornalista e designer Carla Ferrari tratteggiano al meglio il servizio fotografico inconsueto e originale realizzato nella piscina Valgersa di Savosa dal fotografo luganese Franco Taranto. Un lavoro impegnativo intitolato “Fluttuazioni Divine”, realizzato dopo mesi di studio su colori, forme e volumi combinati con i tessuti e gli effetti sott’acqua. Luoghi d’eccellenza della cultura fanno da sfondo alle danzatrici, in un connubio tra moda, arte e cultura. I set ricreati sott’acqua raffigurano Louvre, Versailles, Operà di Parigi, San Pietro, il Teatro La Fenice, L’ultima Cena di Leonardo, il Teatro alla Scala e Palazzo federale. Le quattro ballerine sono Francesca Lapadula, Nancy Brusorio, Milena Crameri, Taisia Crippa mentre il ballerino Mattia Kaufmann ha interpretato Gesù nel Cenacolo. Al progetto hanno partecipato pure la designer Rosanna Stega, con Make-Up Artist di Franziska Lerch e Romina Kalsi, in tutto 12 persone a rotazione.
Un progetto decisamente fuori dall’ordinario. Come le è venuta l’idea? «Mi sono ispirato al film ‘La forma dell’acqua’, (Benicio Del Toro; 2017) realizzato con uno stile narrativo alquanto particolare definita da alcuni critici “realismo magico” – risponde Franco Taranto –. Un film che mi commosse e venni colpito dall’ambientazione scelta dal regista spagnolo». Quali sono stati i principali problemi tecnici, per realizzare il servizio? «L’ostacolo principale è che io non so nuotare, per cui mi son fatto mettere dei pesi alle caviglie – racconta il fotografo –. Tra gli altri problemi tecnici superati, il fatto che avevamo solo 30 secondi di tempo di lavoro per ogni immersione. Bisogna però considerare che prima di scattare, occorreva attendere qualche secondo per l’assestamento dei tessuti. Stesso discorso, e medesima attesa, per poter riprendere fiato e risalire in superficie, per cui bisognava continuamente interrompere il lavoro. In tutto, gli scatti sono stati realizzati in 22 sezioni di shooting durante tutta l’estate dal 22 maggio al 28 agosto. Ci tengo a ringraziare il direttore della piscina Valgersa Alex Stampanoni per aver messo a disposizione la piscina».
Come venivano preparate le ballerine e la scena sott’acqua? «Ho richiesto un’ambientazione speciale in otto metri quadrati di spazio nei quali stavamo noi attorno a un tavolino – spiega Taranto –. Le ballerine a turno si immergevano con quattro strisce di tessuto laterali, ricavate da 220 metri di stoffa per otto abiti, che sott’acqua creavano effetti strabilianti, come una sorta di cornice sullo sfondo rappresentato dalla Scala di Milano. Le loro pose ricercate creavano dolci espressioni ingigantite dall’effetto dell’acqua». Un lavoro senza dubbio faticoso... «Certo, però, sono state tante ore impegnative che hanno creato un magnifico spirito di gruppo: tutti hanno creduto intensamente al progetto, un’energia che ci ha uniti». Come intende la fotografia lei che viene definito il fotografo della luce? «Il fotografo è come un pittore moderno, il pennello è la macchina fotografica e la tavolozza dei colori è la luce. Lavora dipingendo con passione i modelli e tirandogli fuori l’anima come fa un regista con i propri attori – chiarisce Taranto –. L’occhio ha da sempre la capacità di saper leggere dentro l’anima con la luce, dentro i colori, la forma, la prospettiva di un’azione, o nel movimento, così come nel tempo, per tradurre poi ogni entità in un mondo di buio e di luce».
Il fotografo, con questo lavoro, porta l’osservatore in un viaggio alla scoperta della cultura e delle emozioni, immergendolo in un mondo fiabesco e sognante dove prevale il silenzio. Si percepiscono solamente i movimenti morbidi dei tessuti e delle danzatrici nell’acqua. I dipinti sullo sfondo parlano direttamente all’animo e invitano lo spettatore ad andare oltre alle forme e ai volumi. Franco Taranto è autore di ‘Victims of Beauty – Silence Kills Dignity’, lavoro premiato a Milano e dalla Città di Lugano negli anni 2017 e 2018, come la migliore campagna anti-violenza sulle donne, è titolare della New Faces Model Agency, organizza dal 1988 Miss e Mister Ticino ed è presidente dell’associazione Camera nazionale della Moda Svizzera. Ha iniziato la sua carriera come fotografo di alta moda e ha collaborato con molti grandi fashion designer.