A processo alle Correzionali un giurista 81enne che si professa innocente. Chiesti 22 mesi di detenzione. La difesa: va prosciolto integralmente
«So perché sono in aula, ma non mi ritengo colpevole». Così ha esordito stamane davanti alla Corte delle Assise Correzionali un giurista 81enne del Luganese - alle spalle due precedenti penali e 20 attestati di carenza beni accumulati negli ultimi 28 anni per oltre 100 mila franchi - accusato di aver operato quale fiduciario senza essere autorizzato. Due atti d'accusa, firmati dal pp Andrea Gianini, gli rimproverano una miriade di reati: appropriazione indebita, in subordine amministrazione infedele, truffa, amministrazione infedele, cattiva gestione, omissione della contabilità, falsità in documenti, conseguimento fraudolento di una falsa attestazione, appropriazione indebita d'imposta alla fonte ed esercizio abusivo della professione di fiduciario ripetuto e continuato, tra il 2014 e il 2017.
L'accusa più grave è quella di appropriazione indebita: nel 2014, l'imputato aveva ricevuto mezzo milione di euro che, anziché destinare all'aumento di capitale azionario di una società d'investimento della quale era amministrazione unico, avrebbe dirottato la somma per altri scopi estranei: 300 mila franchi li ha girati a una società di sua proprietà e 200 mila franchi a una persona di sua conoscenza. Salvo poi cambiare versione e informare il giudice di aver usato parte dei soldi per acquistare quadri. L'imputato, difeso dall'avvocato Nadir Guglielmoni, ha spiegato che solo 200 mila franchi erano destinati ad aumentare il capitale e che la rimanenza «era in sua libera gestione».
Un altro episodio, risalente al 2011-2013, riguarda una presunta truffa ai danni dell'Ufficio regionale di collocamento di Lugano per avere, secondo la pubblica accusa, impiegato una segretaria nel suo studio legale - oggi in liquidazione - ma dichiarando di averla assunta per un'altra società anonima, per un danno all'ente pubblico quantificato in una decina di migliaia di franchi. L'imputato avrebbe pure omesso di pagare fatture di telefonia mobile. Dopo aver negato gli addebiti, il giudice gli ha tuttavia prospettato un documento con la sua firma sui contratti, che però l'accusato ne ha negato la paternità.
Altro capitolo quello relativo a una nuova società della quale l'81enne risulta amministratore unico con firma individuale e per la quale è accusato di aver compiuto cattiva gestione per 145 mila franchi. «È questo il mio errore: non aver mai preso visione della contabilità della società» - si è limitato a dichiarare l'imputato. Che, in estrema sintesi, nega su tutta la linea.
Nel pomeriggio la parola è passata al procuratore pubblico, Andrea Gianini per la requisitoria. «Sono 7 i procedimenti aperti, tra il 2014 e il 2021, nei confronti dell'imputato. Negli ultimi vent'anni ha dato da fare parecchio al Ministero pubblico: 50 incarti aperti, dei quali molti abbandoni o non luoghi a procedere e ora questo processo odierno». Il magistrato ha passato in rassegna i diversi presunti reati, a cominciare da quel mezzo milione di euro che l'imputato avrebbe dirottato per altri scopi, anziché aumentare il capitale proprio. Secondo il magistrato, l'81enne ha propinato alla Corte «versioni che non stanno in piedi». L'imputato allontana invece le accuse, a giudizio del procuratore pubblico, ma dimentica di essere stato l'amministratore unico delle società e di avere avuto precisi obblighi: «non può ignorare le sue responsabilità».
Il pp Gianini ha sottolineato che l'imputato non ha per nulla collaborato all'inchiesta; «ha mentito, come è suo diritto». Nel 2012 e nel 2013 è stato già condannato per reati patrimoniali, fra cui riciclaggio. Ampio, a mente dell'accusa, il concorso di reati: società mal gestite, persistenza nel creare debiti e fallimenti. Uniche attenuanti, il lungo tempo trascorso e l'età avanzata dell'imputato, che possono essere riconosciute. Il magistrato ha chiesto 22 mesi di detenzione, senza opporsi alla sospensione condizionale per un periodo di prova di tre anni. Il magistrato ha pure richiesto il pagamento di 1 franco di multa come atto simbolico, «visti i debiti non chiedo di più e chiedo che risarcisca gli accusatori privati».
L'avvocato di difesa, Nadir Guglielmoni, ha preannunciato in arringa sin da subito la sua richiesta conclusiva: il pieno proscioglimento da tutti i capi d'imputazione. Per quanto attiene al presunto ruolo di falso fiduciario, il legale ha messo in evidenza che il suo cliente ha dato incarico a un fiduciario di mettersi a capo della sua società e che quindi non possa rispondere di questo reato. Il rappresentante della difesa ha messo in evidenza che il giurista è attivo sulla piazza di Lugano da 40 anni e che non è mai stato accusato di appropriazione indebita. «Sarà anche un pasticcione, ma non è un ladro» - ha esclamato Guglielmoni. L'imputato dal canto suo ha detto: «in 40 anni non ho mai truffato nessuno, se ho fatto degli incauti investimenti li ho sempre coperti di persona. La mia attività non è di fiduciario, ma di giurista che segue pratiche amministrative». La sentenza martedì prossimo alle 9.30.