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Simposio online, ma 'non tutto il male vien per nuocere'

Lugano resta ben salda quale sede dell'evento internazionale. Albergatori: 'La modalità virtuale? Ci salva il giusto mix tra leisure e turismo congressuale'

Lorenzo Pianezzi (Ti-Press)
14 giugno 2021
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Lugano resta ben salda. La sede di uno se non il simposio più importante della Svizzera italiana, che si tiene ogni due anni, continuerà ad affacciarsi sul Ceresio. Lo conferma a 'laRegione' il professor Franco Cavalli, luminare della ricerca oncologica e anima dell'evento che quest'anno segna i quarant'anni di fondazione. In programma dal 18 al 22 giugno il Congresso internazionale dei linfomi maligni avrà la sua centrale operativa al Palazzo dei Congressi. «Non lasceremo Lugano – ha stemperato le notizie infondate che giravano qualche tempo fa il medico –, lo prova il fatto che nonostante tutti i problemi che abbiamo avuto con la pandemia e che ci impone di organizzarlo in modalità virtuale, lo abbiamo comunque voluto fare, perché non farlo ci sembrava troppo pericoloso. Arrischiavamo cioè che qualcuno ci saltasse dentro e se lo portasse via...». Molti gli americani che frequentano i lavori da almeno una ventina di anni, da quando cioè il congresso si è affermato: «Anche per questo diverse associazioni molto potenti sono sempre pronte a sostituirsi a Lugano. Sono il Paese che manda più novità, ora seguito dalla Cina, una prima in quanto in passato erano soprattutto Germania e Gran Bretagna» ci spiega Cavalli che non manca di renderci attenti al fatto che l'organizzazione online porta anche dei risvolti positivi: «Non tutto il male vien per nuocere, sono due gli aspetti positivi: possiamo avere più partecipanti del solito; considerate le ristrettezze logistiche abbiamo sempre cercato di limitare a 3'600 partecipanti, ora invece da quando è in internet il programma supereremo il limite dei 4mila, e inoltre potremo ospitare da remoto ricercatori e medici dei Paesi più poveri che in passato non avevano disponibilità per la trasferta».

Nuovi traguardi della medicina

A Lugano, dunque, si continueranno a presentare i nuovi traguardi della medicina: «Uno dei temi principali verterà su una valutazione più oggettiva della nuova tecnologia legata all'uso di cellule linfatiche trasformate e che va a sostituire i vecchi trapianti. L'altra grande novità tocca gli anticorpi bis-specifici, simili a quelli sviluppati dall'Irb per il Covid» ci illustra i contorni scientifici il professore. Poi con lui passiamo a quelli prettamente logistici che lasciano, a causa della modalità virtuale, qualche dispiacere soprattutto al settore alberghiero: «Indubbiamente avendo dovuto opzionare circa 2'500 camere già due anni fa il lavoro grosso è stato anche quello di dover annullare tutto, così come alcune manifestazioni parallele che avevamo previsto per il Quarantesimo. Il coronavirus ci ha scompigliato tutto, dovendo alla fine optare per la marcia indietro subito comunicata agli albergatori. Un modo ibrido organizzativo, infatti, ci avrebbe caricato troppo di costi. Pensi che solo per l'online dobbiamo utilizzare 4 canali diversi contemporanei, raccogliere le domande, considerare i fusi orari di un'ottantina di Stati e le possibile panne informatiche».

Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino, è realista: «Il congresso ha un impatto molto importante non solo su Lugano ma sul resto di tutto il cantone. Ci salva il fatto che oltre ad essere votati al turismo congressuale possiamo beneficiare quale giusto mix anche del leisure. Perdiamo quindi il congresso ma abbiamo comunque una buona occupazione da parte di chi trova ancora difficile viaggiare, in particolare all'estero». Fosse stato fra novembre e marzo, invece, periodo solitamente più calmo? Nessuna volontà peraltro di chiedere di spostare proprio in questi mesi questo importantissimo simposio? «Per antonomasia non siamo capricciosi e perciò non vogliamo e non abbiamo mai voluto dettare l'agenda del professor Cavalli. Abbiamo con loro già un ottimo compromesso riguardo ai prezzi delle strutture ricettive. Non vogliamo infatti che laddove vi è una forte domanda vi sia nel contempo un'esasperazione dei costi, non è davvero quello che vogliamo. Non dobbiamo spremerli ma coltivarli, ciò porta indotto per tutti, dai ristoranti ai negozi, come un buon incastro del Tetris».

Sull'altro fronte: alberghi-autogestione

Apriamo a questo punto una parentesi, o meglio cambiamo fronte: l'autogestione che in queste ultime settimane ha tenuto banco nelle strade di Lugano e non solo, come viene percepita dagli albergatori? C'è fastidio, preoccupazione? «Non l'abbiamo avvertita negativamente. Tutte le forme di manifestazione ci sono sembrate nel limite della sopportabilità dell'evento, e dunque in generale non hanno creato malumore. È chiaro che l'immagine di Lugano e del territorio in generale va tutelata, almeno per il quieto vivere di tutti» risponde infine Pianezzi.

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