Luganese

Delitto di Caslano in Appello, 'la Corte valuti l'omicidio'

Il legale del 25enne che nel 2018 uccise la nonna perché si era rifiutata di dargli i soldi per la cocaina chiede la derubrica dal reato di assassinio

La polizia scientifica sul luogo del delitto
(TI-PRESS)
7 giugno 2021
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È tornato oggi davanti alla Corte di appello e revisione penale l'agghiacciante delitto di Caslano, l'uccisione della nonna nella sua abitazione da parte del nipote 25enne (23enne al momento dei fatti) la notte tra il 5 e il 6 luglio 2018. Il giovane, con problemi di tossicodipendenza, un difficile passato alle spalle e deficit cognitivi, dopo che si era visto rifiutare dall'anziana familiare la richiesta di 200 franchi per l'acquisto di cocaina, si era armato di un martello che aveva recuperato in cantina e aveva colpito la vittima mentre era coricata a letto una dozzina di volte (secondo la ricostruzione degli inquirenti) togliendole la vita. Poi, per cancellare ogni traccia, aveva cosparso il corpo della parente di benzina e gli angoli della casa dandovi fuoco, così da simulare la morte per incendio. Arrestato, l'uomo aveva confessato. 

Le richieste delle parti 

All'indirizzo della Corte di appello, presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will (giudici a latere, Rosa Item e Matteo Tavian) la pp Margherita Lanzillo, che non aveva impugnato la sentenza di primo grado, ha chiesto la conferma del verdetto pronunciato il 12 dicembre 2019 dalle Assise criminali di Lugano (presidente, il giudice Marco Villa): 18 anni di carcere, sospesi per consentire all'imputato di espiare la pena in una struttura chiusa per giovani adulti. La perizia psichiatrica aveva riconosciuto all'imputato una scemata imputabilità di grado lieve.

L'avvocato di difesa, Daniel Ponti, si è invece battuto per una riduzione della pena, da sospendersi perché possa essere espiata dall'imputato in una struttura chiusa per adulti. In particolare, il legale ha chiesto ai giudici di Appello di valutare la derubrica del principale capo di imputazione di assassinio al reato di omicidio intenzionale. L'avvocato Ponti ha inoltre richiesto di riconoscere il dolo eventuale nell'incendio intenzionale e il proscioglimento dal reato di turbamento della pace dei defunti. Il legale non ha invece contestato i reati legati alla droga e ha chiesto il rinvio al foro civile per quanto attiene le pretese dell'accusatrice privata. La sentenza sarà pronunciata nelle prossime settimane. 

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