L'avvocato di difesa, Daniel Ponti, rinuncia a impugnare il verdetto della Corte di appello pronunciato a giugno contro il 25enne che nel 2018 uccise sua nonna
Il caso è chiuso. È definitiva la sentenza sul tragico assassinio compiuto nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2018 dal 25enne ai danni della nonna 81enne nella sua casa monofamiliare a Caslano. L'avvocato di difesa, Daniel Ponti, ha infatti rinunciato a interporre ricorso al Tribunale federale contro la sentenza pronunciata lo scorso 9 giugno dalla Corte di appello: 18 anni di carcere.
Il legale, in secondo grado, si era battuto affinché i giudici derubricassero il reato, da assassinio a omicidio intenzionale. Una richiesta respinta dall'Appello, così come bocciata è stata pure la richiesta di ritenere l'incendio intenzionale per dolo eventuale e non per dolo diretto: l'autore, per cancellare le tracce della sua azione criminale e per depistare le indagini degli inquirenti sulle reali circostanze della morte della congiunta, aveva cosparso di benzina la vittima e gli angoli della casa dandovi fuoco. Ma l'inchiesta e il lungo iter processuale hanno appurato la tragica realtà: il giovane, con un difficile passato alle spalle, deficit cognitivi e problemi di tossicodipendenza, si era visto rifiutare dalla nonna la richiesta di 200 franchi per l'acquisto di droga e aveva ucciso l'anziana parente a colpi di martello. La Corte di appello tre mesi fa ha confermato la pena inflitta in primo grado dalle Assise criminali di Lugano, pur considerando di grado medio e non lieve la scemata imputabilità stabilita dalla perizia psichiatrica. Il 25enne dovrà ora continuare l'espiazione della pena, sospesa dai giudici per consentire al giovane di proseguire il trattamento stazionario in un istituto chiuso per giovani adulti.