Luganese

Caslano, nuova perizia psichiatrica sull'omicida

Secondo un nuovo referto il giovane che uccise sua nonna può beneficiare di una scemata imputabilità di grado medio. Il caso torna in Appello

La Scientifica
(Rescue Media)
2 marzo 2021
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L’autore del delitto di Caslano può beneficiare di una scemata imputabilità di grado medio. È quanto ha stabilito una nuova perizia psichiatrica. L'atroce assassinio compiuto nella notte tra il 5 e il 6 luglio 2018 - quando il giovane 26enne, con problemi di droga e alcol, uccise sua nonna 81enne nella sua abitazione in Via Chiesuola con un martello perché non assecondò la sua richiesta di consegnargli 200 franchi - torna a processo davanti alla Corte di appello e revisione penale. Alla luce della nuova perizia, la condanna inflitta al giovane - 18 anni di carcere, sospesi a favore di un trattamento stazione in una struttura chiusa, inflitta nel dicembre del 2019 dalla Corte delle Assise Criminali per assassinio, turbamento della pace dei defunti e incendio intenzionale - potrebbe essere ridotta. 

Perizie a confronto

La perizia psichiatrica allestita dal dottor Rafael Traber durante l’inchiesta aveva ravvisato una lieve scemata imputabilità. Non convinto il difensore, Daniel Ponti, nei mesi scorsi ha richiesto e ottenuto una nuova perizia - ha riferito la Rsi - allestita dal dottor Markus Weimann, che stabilisce come al momento dei fatti il nipote fosse sì in grado di valutare il carattere illecito dei propri atti, ma non di determinarsi pienamente secondo tale valutazione. La capacità di agire rimase cioè in parte compromessa dall’uso combinato di alcol e cocaina. I due periti concordano invece sul rischio di recidiva.