In sei anni la casa 'Lediecilune' di Lugano Besso ha tenuto 'a battesimo' 113 bebè, nella consapevolezza di un lieto evento intimo e protetto
Un momento intimo, magico. Come si dice spesso un miracolo quello della nascita di un bambino. Un momento per questo anche privato, dettato dai ritmi del bebè e della natura. Sta dunque nella volontà di vivere l'attesa di un figlio nel più semplice modo possibile la scelta di molti genitori nell'affidarsi, per il lieto evento, alla casa maternità e nascita 'Lediecilune' di Besso, prima e unica, per ora, struttura ticinese e fra la ventina presenti in Svizzera. Qui, in via Canevascini, 113 famiglie hanno vissuto l'esperienza, forte, del parto, nella calma e nel silenzio delle mura di una camera da letto, anziché in una sala operatoria di un ospedale o di una clinica. "In un luogo – come sottolineato dalle levatrici – comunque protetto e sicuro, senza accelerazioni e senza stress". Un'opportunità raccolta da molti genitori soprattutto in questi mesi di pandemia: "Oltre a loro abbiamo seguito altrettante donne per il parto a domicilio – non mancano di annotare Anna Fossati, Maike Hofstede, Giulia Gnemmi e Francesca Codeluppi –. Molte altre ancora hanno seguito i nostri corsi, incontri o momenti di scambio, non solo per acquisire nozioni o tecniche particolari, ma soprattutto fiducia nella loro capacità di partorire, di allattare e di essere genitori. Sempre più donne (con gravidanze a basso rischio) sono consapevoli che per il parto non desiderano una medicalizzazione. Cercano l’accompagnamento e il sostegno della levatrice di fiducia, la professionista specializzata nella fisiologia, che conoscono già durante la gravidanza e che le seguirà anche a domicilio nel dopo parto. Durante il parto la levatrice sarà sempre assecondata da una collega e la sicurezza è garantita dalla vicinanza con le maternità ospedaliere in caso di necessità".
Sono sei anni dall'avvio di questo prezioso progetto. Lo scorso maggio l'occasione per ricordare questo importante servizio è stata la nascita di Liam, neonato numero cento. Purtroppo l'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus ha fatto rinviare più volte la festa per questo traguardo la cui gioia, pur presente per la 'felice nascita', sarà agendata appena le condizioni sociali e mediche lo consentiranno. "La luce della sera aveva appena finito di filtrare dalle finestre della sala parto, quando, alle 20.31, è nato il 100° bimbo di casa nascita – ha ricordato Anna –. Un parto impegnativo, ma pieno di fiducia, forza, collaborazione e impegno, come è stato il periodo di sei anni che ci ha portate a questo fantastico traguardo. Siamo grate a questa mamma, a questa nuova famiglia e a tutte quelle che li hanno preceduti, perché ci permettono di svolgere il lavoro più bello del mondo e di assistere ogni volta con rinnovato stupore al miracolo della vita. Siamo grate a tutte le persone che in questi anni ci hanno aiutate, spronate e sostenute nel nostro progetto: ogni vostro consiglio è stato prezioso. Siamo grate a tutti i bimbi che hanno suggerito alle loro mamme di venire a partorire con noi insegnandoci che anche nelle situazioni più impegnative la calma, la fiducia, la pazienza e l’amore portano alla realizzazione di un sogno profondo. E che Liam, con i suoi 4,270 chili sia l’auspicio che altrettanti bebè possano nascere nella pace e nella dolcezza". Un vagito a cui ne sono seguiti altri tredici e che fanno ben sperare per il prosieguo dell'attività.
"Ho soprattutto apprezzato la possibilità di partorire senza sentirmi un'ammalata" è stato il commento di una giovane mamma. "Mio figlio è nato in un ambiente ovattato ma non anonimo" le ha fatto eco un'altra puerpera che non ha mancato di evidenziare il grande dono di poter condividere realmente con il proprio compagno l'esatto momento della nascita. "L’ostetricia ticinese, grazie alla Casa Nascita – ha portato la sua visione Francesca Coppa Dotti, copresidente della Federazione svizzera delle Levatrici, sezione Ticino – ha acquisito un tassello fondamentale nell’offerta di accompagnamento delle donne/coppie al quale ci auguriamo se ne aggiungano presto altri come l’apertura dei reparti ospedalieri alle levatrici aggiunte e la creazione di reparti gestiti da levatrici che permetterebbero ulteriormente di ampliare il ventaglio di possibili percorsi al momento della nascita del proprio figlio". Perché, come evocato dal consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità in occasione della giornata di riflessione sul tema 'Nascita e violenza: una relazione pensabile?', "credo fermamente che sviluppare anche in Ticino una cultura positiva sul tema della nascita, nel pieno rispetto del sentire intimo (fisico, emotivo, psicologico) della mamma, del bambino e della loro relazione, sia fondamentale per incoraggiare e sostenere la natalità del nostro cantone, in preoccupante diminuzione”.
A scorrere nel lungo elenco di fiocchi rosa e azzurri, saltano all'occhio i nomi dei numerosi bebè: Martina, Adam, Giulia, Zaccaria, Adeline, Lorenzo, Lisa, Perla... Visi di bambini e bambine assonnati o sorridenti dietro a cui si celano storie familiari serene ed emozionate. Al loro fianco anche l’Associazione Nascere Bene Ticino che, con sede proprio a 'Lediecilune', ha sempre sostenuto il progetto della casa maternità e nascita luganese e con la quale collabora in diversi ambiti. Associazione nata, infatti, da un gruppo di genitori volta a far conoscere al pubblico i vantaggi del parto naturale (fisiologico). Perciò ha creato un sito molto ricco di informazioni e approfondimenti, di articoli e di studi. Inoltre organizza incontri di scambio e condivisione, come pure momenti di formazione, per informare e sostenere mamme e papà durante il percorso della gravidanza. Mara Bianchini, presidente dell'associazione, ce ne parla più approfonditamente: «Il nostro obiettivo è quello di creare maggiore consapevolezza, anche attraverso il nostro sito e particolari momenti di incontro. Così da offrire alle donne quella che vuole essere una buona esperienza di nascita. Perché non sempre è così considerato che secondo le recenti statistiche a livello nazionale il 27% delle neo mamme lamenta una sorta di 'violenza ostetrica' testimoniando dunque non un buon vissuto. Ci preme per questo soprattutto sdoganare il concetto di rischio del parto fuori dall'ambito ospedaliero. Avere un figlio a casa o in una struttura protetta come quella di Besso non è meno sicuro. Pensiamo, a conferma, come l'Ospedale di Aarau abbiamo proprio al suo interno una casa nascita volta a non far subire un'estrema medicalizzazione a tutte le donne. Come associazione siamo quindi contenti di aver potuto partecipare all'avvio di questo progetto e siamo molto grati del fatto che colleghe abbiamo accettato una sfida che nel nostro cantone era allora qualcosa di nuovo. Un successo dimostrato dall'aumento delle richieste e dalla sempre più presente consapevolezza che questo tipo di nascita è qualcosa di possibile».