Ticino

Maternità e Covid-19, le risposte degli specialisti

Gravidanza, parto e allattamento. Precisazioni sui dubbi più frequenti e su come comportarsi di questi tempi incerti

(foto Keystone)
31 agosto 2020
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Le donne in gravidanza sono più esposte al coronavirus? Questa la domanda centrale che preoccupa da quando, il 15 luglio scorso, la Società svizzera di ginecologia e ostetricia (Sggo) ha iniziato a modificare le sue raccomandazioni in tal senso. Il 5 agosto, infatti, dopo aver valutato la situazione, l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), in collaborazione con la Sggo, ha inserito questa fascia della popolazione nell’elenco delle persone particolarmente vulnerabili. L’Associazione nascere bene Ticino (Anbt), coadiuvata dalle associazioni professionali di ginecologi (Agct) e levatrici ticinesi, ha cercato di dare una risposta a questo quesito.

Gravidanza ed esposizione al Covid-19

Quali sono dunque i consigli da seguire per le future mamme? Secondo l’Ufsp, “recenti studi indicano sempre più spesso che le donne in dolce attesa affette da Covid-19 possono presentare un rischio più elevato di decorso grave della malattia rispetto ad altre donne non incinte della medesima età”. Finora, non ci sono ancora stati riscontri concreti inerenti a una maggiore probabilità di contrarre il virus da parte delle donne in gravidanza. Tuttavia, alcune condizioni preesistenti, quali obesità, ipertensione o età avanzata, possono determinare un’evoluzione aggravata dell’infezione, comportando un eventuale influsso negativo sulla gravidanza e sul nascituro. Come si legge in un recente comunicato dell’Anbt e Agct, la dottoressa Canonica, primaria presso il Dipartimento Eoc di ginecologia e ostetricia di Bellinzona, fa comunque notare che "nel 95% dei casi di donne incinte con Covid-19, il decorso è blando. A ogni modo, siccome ogni gravidanza va valutata individualmente, in caso di contagio il periodo di gestazione va strettamente monitorato”. Nonostante si tratti quindi di casi minoritari, l’Ufsp e il Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) invitano a seguire a priori tutte le misure igieniche raccomandate.

Parto e positività

Il comunicato evidenzia che “reparti maternità Eoc, cliniche, strutture non ospedaliere e parto a domicilio sono tutte opzioni valide per le donne non affette dal virus al parto, per le quali non ci sono infatti raccomandazioni particolari”. Quali sono invece i fattori da prendere in considerazione se al momento del parto la futura mamma è positiva al virus? “In caso di positività, non è possibile partorire a domicilio o in una struttura non ospedaliera. Inoltre, i protocolli applicati non sono identici in tutte le maternità ticinesi. La clinica Sant’Anna di Lugano ad esempio trasferisce le gestanti contagiate in un’altra struttura, le maternità Eoc le indirizzano verso la sede di Bellinzona, mentre di regola la clinica Santa Chiara di Bellinzona le accetta”. Generalmente, in assenza di problemi polmonari, il parto si svolge normalmente. Il contatto madre-figlio è comunque garantito, poiché dopo il parto le mamme con il virus vengono isolate in una camera con il neonato. Infatti, “sembra che i benefici del contatto continuo con la madre siano per il bambino maggiori rispetto al rischio di trasmissione". Sempre che le condizioni di salute siano abbastanza buone, anche alle donne contagiate è consentita la presenza del partner durante il parto conformemente alle direttive sanitarie di ospedali e cliniche. E se è invece il papà a essere affetto dal Covid-19? In questo caso saranno applicate delle disposizioni particolari a seconda della struttura coinvolta.

Trasmissione madre-feto

Un’altra questione preoccupante concerne la possibilità di trasmettere il virus da madre a feto. Stando al comunicato, “all’attuale stato delle conoscenze, questo scenario non è stato escluso: alcuni studi descrivono infatti l’esistenza di nati positivi da gestanti contagiate. In ogni caso, l’evoluzione neonatale è generalmente favorevole”. Riguardo all’allattamento, un processo che per l’Oms “è particolarmente indicato per lo sviluppo del sistema immunitario del neonato”, dall’inizio dell’epidemia non è mai stata trovata traccia del virus nel latte materno. Perciò, la raccomandazione a tutte le donne di allattare il nuovo arrivato sin dalla nascita vale anche per le mamme affette dal Covid-19 con le dovute precauzioni igieniche.