Luganese

'Andavo a 102 all'ora perché c'era un ferito'

L'agente di polizia cantonale in aula alle Correzionali è accusato di infrazione grave della circolazione. Chiesto un anno di detenzione sospeso

L'agente pizzicato dal radar
(TI-PRESS)
9 ottobre 2020
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«Ho deciso di accelerare a 102 all'ora sul limite del 50 all'ora lungo il rettilineo di Gentilino, perché la mia missione era quella di giungere sul posto dell'incidente, a terra c'era un ferito». Così stamane in aula davanti alla Corte delle assise correzionali di Lugano ha spiegato le circostanze del suo intervento l'agente di polizia della cantonale che la sera del 1. giugno 2019, in servizio quale capo pattuglia alla guida del veicolo 2201, ha ricevuto alle 21.53, dalla centrale, via radio, la chiamata che lo informava di un incidente a Mezzovico sulla strada cantonale di uno scooterista che si trovava a terra. L'appuntato, 28 anni, passato esemplare - è stato evidenziato - ha spiegato di aver azionato i fari blu e sirene e di essere partito d'urgenza. Poco dopo la partenza d'urgenza l'agente è incappato in un radar. «Ho visto il flash, da quel momento in poi ho adattato la velocità». Era autorizzato a superare di quel tenore la velocità? L'intervento d'urgenza era giustificato? Sono le domande al centro del processo. 

Il dibattimento - che in queste settimane di bufera in cui è avvolta la giustizia ticinese, vede per la prima volta faccia a faccia in aula il giudice Mauro Ermani, presidente della Corte e il pg Andrea Pagani, destinatario dei famosi sms - si presenta come un braccio di ferro tra pubblica accusa e difesa, rappresentata dall'avvocatessa, Maria Galliani. Mentre il magistrato ha chiesto nei confronti dell'agente di polizia cantonale una pena di 12 mesi di detenzione sospesi per due anni, la difesa si è battuta invece per la piena assoluzione dell'imputato. La sentenza è attesa nel pomeriggio. 

Le norme prevedono che, in caso di chiamata d'urgenza, la velocità su un limite di 50 all'ora - come nel caso in esame - possa essere superata al massimo fino agli 80 chilometri orari. In questo caso è stata ampiamente superata. Secondo il Pg Pagani, l'appuntato avrebbe dovuto chiamare la centrale per avere maggiori informazioni sulle reali condizioni del ferito nell'incidente e a quel punto si sarebbe reso conto che lo scooterista non era in pericolo di vita e che inoltre nel frattempo sul posto era già giunta l'ambulanza e una pattuglia della polizia comunale del Vedeggio. Avrebbe dovuto compiere una chiamatain centrale per chiedere di essere autorizzato a una corsa di urgenza. Insomma, per il magistrato la velocità con cui ha deciso di spingersi il poliziotto ha posto in un potenziale pericolo altri utenti della strada, anche perché in quel punto c'era pure una passaggio pedonale.

Di avviso contrario, invece, l'avvocatessa Maria Galliani, che ha evidenziato come il suo assistito non possa essere giudicato alla stregua di un pirata della strada, bensì come un agente di polizia che ha operato nell'esercizio della sua funzione, in una chiamata urgente: siamo di fronte a un tutore dell'ordine che cercava di svolgere il suo lavoro. La velocità è stata superata, è stato ammesso - ha evidenziato la legale. Che ha posto il focus della sua arringa  Secondo la legale l'agente ha rispettato i principi della proporzionalità. L'appuntato era legittimato a pensare che si fosse di fronte a un caso grave: salvare una vita umana. Ergo, date queste circostanze, la legale ha chiesto in via principale l'assoluzione dell'agente.

L'imputato, al termine degli interventi delle parti, ha informato la Corte come l'ordine del servizio interno sulle corse d'urgenza sia stato modificato in febbraio, per cui è il capo pattuglia a stabilire se un intervento sia da ritenersi o meno impellente. Un'informazione che potrebbe avere una certa influenza sul giudizio finale della Corte, che ha annunciato per le 16.30 la lettura della sentenza.

 

 

 

 

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