Luganese

Lavori di pubblica utilità a Lugano, non serve un ente

La maggioranza della Gestione: no alla mozione che chiede di adeguare il Regolamento comunale per aiutare gli esclusi dal mercato

Consegna della spesa a domicilio durante il Lockdown (Ti-Press)
28 settembre 2020
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Non c'è bisogno di adeguare il regolamento comunale di Lugano per organizzare lavori di utilità pubblica. Pur comprendendo il fine lodevole dei firmatari della mozione (Raoul Ghisletta, Nicola Schönenberger e Demis Fumasoli), la maggioranza della commissione della Gestione chiede di respingerla. La Città intende infatti aggiornare a breve lo studio sulla povertà già realizzato in due fasi nel 2009 e nel 2012, proseguire con i tavoli di lavoro sul medesimo tema e sull'esclusione sociale e sostiene già il progetto Morchino della Cooperativa Area che prevede l'inserimento socio-professionale e d'integrazione con un importante contributo finanziario. Da considerare pure che, secondo la maggioranza, ci sarebbe la discriminazione nei confronti delle persone che svolgono programmi di occupazione temporanea destinati all' integrazione professionale e sociale di beneficiari dell'aiuto sociale in Ticino.

La maggioranza dei commissari condivide pertanto la posizione del Municipio per una serie di ragioni. A cominciare dalle difficoltà d'inserimento delle persone fortemente marginalizzate (con problemi di dipendenza e di altro genere), difficilmente collocabili con le proposte formulate nella mozione (lavori semplici non contemplati da leggi specifiche come la lotta a specie invasive, l'accompagnamento di anziani per fare la spesa, la sorveglianza di allievi nel percorso casa-scuola e altre). Poi l'utenza sarebbe difficilmente individuabile e sarebbe impossibile introdurre l'obbligatorietà di partecipare ai programmi. Oltretutto, sono già attivi numerosi enti sul territorio finanziati dal Cantone che si occupano di sostenere persone con difficoltà d'inserimento nel mercato del lavoro.