Luganese

Linee d’aria (e un ristorante) per la Hall del Lac

Presentata l’installazione ‘Luftlinie’ di Christine Streuli nel rinnovato foyer del Museo d'arte della Svizzera italiana. Attendendo le novità di settembre

1 agosto 2020
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Gigantesche tracce di pennello percorrono, in complicati tracciati, il foyer del Museo d’arte della Svizzera italiana al Lac, passando dalle pareti alle vetrate: una vivace nota di colore – immediato il richiamo alla pop-art – per quello che finora era uno spazio un po’ anonimo, più una zona di transito verso i vari spazi espositivi che un luogo d’incontro come il centro culturale di Lugano ha sempre voluto essere.
‘Luftlinie’ è il titolo di questa installazione di Christine Streuli, artista bernese conosciuta a livello internazionale – citiamo qui il progetto al padiglione svizzero della 52ª Biennale di Venezia e nel 2008 la partecipazione ad Art Unlimited, sezione di Art Basel dedicata alle opere di grande formato – che ha vinto il concorso su invito per “ridisegnare artisticamente” il foyer e bistrot del museo. Nell’incontro con la stampa, avvenuto poco prima di un incontro con il pubblico nel ciclo Lac en plein air, Streuli ha sottolineato l’importanza dell’incontro tra arte e architettura nel dare un’identità a un luogo: in questo caso, l’entrata di un museo, un luogo di accoglienza, dove ritrovarsi insieme magari per bere un caffè (ma su questo torneremo dopo). Un intervento interessante, nel suo dare allo spazio un’identità chiara ma al contempo discreta: l’installazione non si impone come elemento dominante ma dialoga con i vari elementi; un’attenzione che si vede da particolari come lo spazio lasciato vuoto – un «cartellone ma fatto di assenza», come lo ha definito l’artista – lasciato nella parete di fronte all’entrata, pronto a ospitare le descrizioni delle esposizioni in corso.
Il titolo, ‘Luftlinie’, in tedesco significa “linea d’aria”: il collegamento più breve, più veloce tra due punti, «la linea diretta per andare dal punto A al punto B». L’esatto contrario di quel che fanno le colorate impronte di pennello realizzate nel foyer, perché «l’arte non ha a che fare con l’efficienza e la velocità: l’arte ha a che fare con deviazioni, cambi di destinazione, incroci» ha spiegato l’artista.

Accoglienza e ristorazione

L’opera di Christine Streuli, come detto, è stata scelta nell’ambito di un concorso voluto da museo e centro culturale per “completare l’accoglienza” del Lac che, ha spiegato il direttore Michel Gagnon, è stata una priorità fin dall’inaugurazione del centro culturale ma che ha richiesto qualche anno di esperienza per la messa a punto. Il punto forte di questa accoglienza è ovviamente la grande Hall che in questi anni si è dimostrata spazio importante, ospitando numerosi eventi – concerti, conferenze e incontri con autori e artisti – oltre al bookshop e alla biglietteria. I punti deboli, invece, sono finora stati l’entrata del museo e soprattutto la ristorazione. Era prevista la presenza del ristorante, all’ultimo piano del centro culturale; poi lo spazio si è deciso di dedicarlo a sale per conferenze: una scelta giusta, visto il buon livello di utilizzo di quegli spazi in questi anni, ma che ha lasciato il Lac con solo due caffè. «È essenziale – ha affermato Gagnon in conferenza stampa – avere un ristorante con un’offerta di qualità, semplice ma di qualità, e che sia aperto quando è aperto il museo e la sera prima degli spettacoli».
Il foyer del museo con l’installazione di Christine Streuli si inserisce in questo rinnovamento degli spazi; l’obiettivo era presentare tutto insieme, ma la pandemia ha imposto i suoi tempi, così adesso abbiamo ‘Luftlinie’ mentre dovremo aspettare metà settembre per scoprire la nuova Hall con una nuova biglietteria, un bookshop rinnovato e valorizzato e, soprattutto, il tanto atteso ristorante.