Anche ticinesi tra i 19 indagati della Procura di Busto Arsizio e tra gli investitori raggirati. Fissata al 15 ottobre l'udienza preliminare
Puerto Azul, mega truffa da 18 milioni di euri, con base operativa a Lugano, secondo atto (giudiziario), dopo che il gip Tiziana Landoni, del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta della procura bustocca, ha fissato l'udienza preliminare (15 ottobre 2020) nei confronti di 19 indagati, fra cui due ticinesi, residenti a Vernate e a Mendrisio. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e appropriazione per delinquere, riciclaggio (i soldi raccolti in Italia, finivano dapprima a Lugano, per poi prendere altre strade verso Lussemburgo, Londra e Caraibi), autoriciclaggio, esercizio abusivo della riscossione del credito, ostacolo alle funzioni di vigilanza attribuite, circonvenzione di incapace, falso in atti finanziari, sostituzione di persona e ricettazione.
Al centro della vicenda di cui si è parlato a lungo dal gennaio 2017 con l'arresto a Varese di un cittadino calabrese di nascita, ma da anni residente a Lugano, responsabile della holding Dgh Dagl, con uffici in riva al Ceresio, il sogno naufragato di un resort faraonico (un hotel a 8 stelle), su un atollo del Belize, promosso, a loro insaputa da Andrea Bocelli e John Travolta, volti che rappresentavano una garanzia, per gli oltre duecento investitori, una ventina dei quali ticinesi, che si sono ritrovati con un pugno di mosche, per cui centocinquantacinque di loro si sono costituiti Parte civile, nella speranza di recuperare i loro soldi. Quattro dei diciannove indagati che il prossimo ottobre dovranno comparire davanti al gup Tiziana Landoni, nel maggio 2018 hanno patteggiato pene comprese fra i 4 anni e 2 mesi e i 3 anni. Torneranno in aula assieme agli altri quindici indagati per altri episodi. Nel gruppo c'è pure latitante a Santo Domingo, accusato di essersi appropriato di 30 milioni di euro relativi ai fondi illecitamente raccolti dall'organizzazione, prelevati in contanti da una banca di Busto Arsizio e da un istituto di credito di Lugano. Soldi finiti sul conto corrente di una società del latitante. La gran parte degli indagati, fra cui i due ticinesi, sono promotori finanziari. Ci sono anche un architetto che ha firmato il progetto del resort Puerto Azul, insediamento valutato due miliardi di dollari, e un noto avvocato bellunese che ha certificato la formazione del capitale sociale di un miliardo di dollari del gruppo Azul Holding Corp Bahamas. Specchietti per le allodole. Intanto si attendono le rogatorie, tra cui dalla Svizzera.