Luganese

450 kg tra 'erba' sospetta e fumo, 39enne di Sorengo nei guai

In provincia di Como blitz della polizia per presunto traffico di marijuana. In due in manette: un residente nel Luganese e un cittadino albanese

420 chili sospetti per la '420 solutions' (Ti-Press)
4 giugno 2020
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Due arresti a Fenegrò, a seguito del sequestro di 420 chilogrammi di 'erba' che si sospetta possa contenere un quantitativo di Thc (principio attivo) più elevato di quello che consente la commercializzazione della cosiddetta marijuana legale 'Cbd'.  Uno dei due arrestati è un 39enne residente a Sorengo, l'altro è un 34enne albanese, con regolare residenza a Lurago Marinone. Nelle ultime ore si è appreso che a Fenegrò c'erano anche 30 chilogrammi di hashish. Si è pure appreso che il 39enne di Sorengo ha precedenti per importazione di marijuana, mentre l'albanese è incensurato.

Arresto e sequestro della marijuana sospetta e dell'hashish, da parte degli agenti della Squadra mobile di Como, sono avvenuti in mattinata, all'interno di uno dei capannoni dell'area industriale di Bregnano, in via dell'Artigianato, dove la società '420 Solutions', la cui sede centrale è nel milanese, aveva da poco aperto una filiale. Il blitz ha preso lo spunto da un gran via vai di persone. Negli ultimi giorni la gente del posto aveva segnalato la presenza di clienti in coda. Da qui la decisione di dare un'occhiata.

Negli uffici i poliziotti hanno trovato i due uomini, mentre nel capannone c'erano numerosi scatoloni, contenenti ognuno da cinque a dieci chilogrammi di ''erba'' sospetta, la cui provenienza non è ancora nota. Dopo una prima valutazione organolettica, che avrebbe provato un contenuto di sostanza attiva superiore allo 0,6% (il limite che consente di considerare legale la marijuana), la Procura di Como ha disposto analisi più approfondite. Al momento del blitz negli uffici della '420 Solutions' c'erano una mezza dozzina di clienti in attesa di essere serviti. Sono stati tutti identificati dai poliziotti.

Nei prossimi giorni i due uomini saranno interrogati in carcere dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Como. Alla luce del sequestro di 30 chili di hashish, al di là dagli esiti degli esami di laboratorio sull' ''erba'' sospetta, la posizione dei due arrestati sembra essere molto compromessa.