Luganese

Torna in aula la mega rissa del Quartiere Maghetti a Lugano

Uno degli imputati riconosciuti colpevoli di tentato omicidio intenzionale contesta l'espulsione dalla Svizzera

Ti-Press
(I rilievi della polizia dopo la rissa)
7 gennaio 2020
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Accetta la condanna a cinque anni di carcere, ma non l’espulsione dalla Svizzera. Colui che architettò il regolamento di conti culminato con una mega rissa al Quartiere Maghetti di Lugano lo scorso 21 novembre 2017, il cubano 26enne, comparirà domani nuovamente davanti ai giudici dopo il suo ricorso al Tribunale d’appello, per richiedere di non essere allontanato dal paese. Sarà la Corte di appello e revisione penale (presidente, Giovanna Roggero-Will, giudici a latere, Rosa Item e Angelo Olgiati) a vagliare il caso.

Il giovane, difeso dall’avvocato Daniele Molteni e che si trova attualmente dietro alle sbarre per scontare la condanna al carcere inflittagli lo scorso 13 aprile dalla Corte delle assise criminali di Lugano (presidente, il giudice Mauro Ermani) abita in Ticino da diversi anni, con la madre e un fratello. I legami familiari saranno uno dei temi che il legale evocherà durante la sua arringa per richiedere che il suo assistito non venga espulso dalla Svizzera. La misura accessoria è stata stabilita in 7 anni dalla corte di primo grado.

Uno scontro fra due bande

La rissa aveva visto lo scontro tra una banda formata da quattro componenti contro un gruppo di albanesi. Il 26enne è tra gli imputati riconosciuti colpevoli di tentato omicidio intenzionale. Coltelli e pure una pistola con i colpi in canna, ma che fortunatamente non fu utilizzata, l’armamentario dispiegato nella rissa tra le due fazioni.

Lunga la lista dei reati contenuti nell’atto d’accusa del 26enne cubano, che tuttavia, come detto, non sarà oggetto di contestazione nel dibattimento odierno: si va dal più grave tentato omicidio intenzionale, subordinatamente atti preparatori punibili di omicidio intenzionale, dalla rissa alle lesioni semplici qualificate, dalla contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti, alla pornografia e alla rappresentazione di atti di cruda violenza per immagini condivise in chat dall’imputato.

Il processo, in agenda alle 9.30, dopo una breve istruttoria dibattimentale, vedrà gli interventi del pp Moreno Capella e dell’avvocato di difesa, Daniele Molteni. La sentenza sarà pronunciata nelle prossime settimane.