Annullata la decisione dell'Assemblea comunicale dello scorso maggio. Ma per risanare le finanze comunali, il Cantone punta sull'aggregazione
Il moltiplicatore d’imposta di Astano per il 2019 schizza al 130%. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, annullando così la risoluzione dell’Assemblea comunale del 27 maggio, che si era determinata invece per il moltiplicatore al 100%. “L’intervento del Cantone – si legge in una nota diffusa sempre ieri – si è reso necessario in ragione del mancato rispetto della Loc (Legge organica comunale, ndr) da parte dell’Assemblea di Astano e per evitare il dissesto finanziario di una realtà comunale in evidente difficoltà”.
A seguito di una serie di disavanzi – che lo hanno condotto a erodere progressivamente, ma interamente, il capitale proprio –, il Comune malcantonese versa in una situazione finanziariamente critica. “In base a quanto stabilito dalla Loc, l’Assemblea avrebbe dovuto aumentare di conseguenza il moltiplicatore d’imposta. Non avendo dato seguito, a tre riprese, a questo obbligo, è toccato al Consiglio di Stato, in base all’articolo 178 della Loc sostituirsi al legislativo comunale”.
La decisione di fissarlo al 130% è di fatto un compromesso: è infatti il valore a metà strada fra il 100% votato dall’Assemblea e il 160%, corrispondente al moltiplicatore aritmetico necessario per chiudere in pareggio i conti alla fine dell’anno. “La norma in questione – ricorda il governo – è in vigore dal 1° gennaio 2017 ed è specificata dall’articolo 29 del Regolamento sulla gestione finanziaria e sulla contabilità dei comuni”. Lo scopo della legge è recuperare in quattro anni il capitale proprio negativo di un comune, evitanto il dissesto. “Nel caso di Astano – sottolinea infine il Consiglio di Stato –, il governo valuta come la situazione sia in definitiva di carattere strutturale, risolvibile in modo definitivo da un processo di aggregazione del Comune. In quest’ottica, il governo si impegnerà nei prossimi mesi a incentivare la procedura aggregativa con gli strumenti a sua disposizione”.