Luganese

Botte, minacce e abuso sull'ex 'per umiliarla'. Condanna a 4 anni

Sanzione per il 56enne alla sbarra alle Criminali di Lugano. L'uomo, con una "azione premeditata" ha minacciato la donna per farle mollare il nuovo compagno

Foto archivio Ti-Press
20 agosto 2019
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«Ha agito per umiliare la sua ex compagna e trattarla come un oggetto. Il suo è stato un gesto pianificato». Così il giudice Amos Pagnamenta, presidente della corte delle assise criminali di Lugano, ha sentenziato sulla grave quanto rara vicenda di violenza approdata in aula stamane.

Quattro anni di carcere: questa la pena inflitta nei confronti del 56enne del Luganese. La Corte nella sua «analisi sulla verità» ha ritenuto credibile, coerente e sempre riconducibile a riscontri oggettivi la versione della vittima. Al contrario, il comportamento processuale dell'uomo è stato ritenuto  costellato di versioni contraddittorie e illogiche.

La sera del 24 luglio di un anno fa l'uomo aveva scatenato tutta la sua violenza contro l'ex compagna con la quale aveva vissuto per 24 anni, dopo aver saputo che aveva una nuova relazione sentimentale. L'uomo ha abusato di lei sessualmente, l'aveva legata ad un attrezzo ginnico, chiuso a chiave la casa – un sequestro di persona – e col coltello l'aveva minacciata e poi ripetuti pugni al volto.

Violenza accertata anche contro i figli nell'arco di diversi anni: schiaffi e sculacciate. Il 56enne, recidivo, ha agito per egoismo, ha sottolineato il presidente della Corte, che ha aggiunto: «Preoccupa che l'imputato minimizzi le sue responsabilità e la gravità oggettiva dei reati». L'impianto accusatorio della procuratrice pubblica, Valentina Tuoni, è stato confermato dai giudici. Il magistrato aveva chiesto 5 anni di carcere. La difesa, una pena massima di tre anni sospesi. La Corte ha riconosciuto alla vittima un risarcimento per torto morale di 6 mila franchi. L'imputato, prima di venire accompagnato in carcere, ha stretto la mano a pubblica accusa, accusatrice privata e giudici. Forse, una implicita ammissione di colpa.