Lei costretta a fuggire nuda dal balcone. Stando all'accusa, il 56enne alla sbarra (lui nega le accuse) era violento anche coi figli. Chiesti 5 anni.
Ha continuato a negare e a sminuire le accuse durante tutta l'istruttoria dibattimentale il 56enne in aula davanti alle Assise criminali di Lugano interpellato dalla Corte su quella mezz'ora di follia della sera del 24 luglio di un anno fa, quando avrebbe minacciato la ex compagna con il coltello, costretto la donna a telefonare al suo nuovo compagno per comunicargli che lo lasciava, e che amava invece ancora l'uomo che con lei ha trascorso 13 anni della sua vita e che adesso le puntava contro l'arma bianca.
Legata ad un attrezzo ginnico, la donna riuscì a liberarsi e a fuggire nuda, calandosi dal balcone e a chiamare la polizia sostenendo che l'uomo la voleva uccidere. La procuratrice pubblica, Valentina Tuoni, ha ricostruito la serie di violenze inferte dall'imputato – pugni al volto e minacce – compiute anche nel passato dal 56enne, così come le sberle e atti violenti contro i due figli. «Frustrato (è in invalidità, ndr) ha imposto la sua visione del mondo con botte e minacce»,ha evidenziato il magistrato.
Dov'è l'amore di fronte a tanta violenza?, si è chiesta la pp, che ha sottolineato come la versione della donna, contrariamente a quella del 56enne, sia stata sempre coerente e lineare. «Educava i figli con la violenza, che utilizzava per farsi ascoltare. I bambini avevano paura».
«L'imputato non può essere creduto in nessuna cosa che dice», ha affermato il magistrato. La pp ha chiesto nei confronti dell'imputato 5 anni di carcere, in virtù della sua recidiva: l'uomo ha infatti precedenti penali per lesioni semplici. E da parte sua nessun pentimento e nessuna scusa. La accusatrice privata, che ha definito l'imputato un bugiardo pessimo, ha dal canto suo chiesto a favore della donna 18 mila franchi di risarcimento per torto morale. Nel pomeriggio la parola passerà alla difesa. La sentenza in giornata.