Luganese

Lugano, Municipio fra milizia e professionismo

Il legislativo deciderà se è meglio lo status quo, un grado di occupazione al 100% o un adeguamento del 20%. Il confronto con altre città urbane svizzere

Ti-Press
21 maggio 2019
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Pare non ci siano (ancora?) le premesse per incrementare la percentuale lavorativa dei membri del Municipio di Lugano. Lo propone(va) la mozione risalente al febbraio 2015 che venne presentata da Demis Fumasoli (Pci), Sara Beretta Piccoli (Ppd) e Raide Bassi (Udc) e dagli ex consiglieri comunali Michele Kauz (Plr) e Fausto Beretta Piccoli (Verdi) quando la Città era confrontata con grosse difficoltà finanziarie.

Ora la situazione erariale è migliorata, però la maggioranza della Commissione della gestione ritiene inopportuno il passaggio a tempo pieno mentre la Commissione delle petizioni suggerisce una soluzione di compromesso incrementando del 20% l’impegno riconosciuto ai membri dell’esecutivo. In questo modo, il grado d’occupazione del sindaco salirebbe all’80%, quello del vicesindaco è al 75% e quello dei municipali al 70%. Il tema verrà messo ai voti in Consiglio comunale.

Andiamo con ordine. La mozione, che non parla di retribuzioni, chiede ‘solo’ il grado di occupazione del 100 per cento come avviene in tante altre città svizzere (vedi infografica). Motiva la richiesta con la necessità di un maggiore impegno da parte dei municipali, in particolare dopo le tre fasi aggregative (2004, 2008 e 2012) che hanno accresciuto parecchio la dimessone di Lugano in termini di popolazione e territorio. Si potrebbe così pensare di ridurre da sette a cinque i municipali, con il vantaggio di eliminare l’esigenza per ogni membro di avere un lavoro secondario, che potrebbe creare conflitti di interesse, con l’obiettivo non secondario di rendere più attrattivo il lavoro e poter scegliere fra candidati di valore. Per i membri della Petizioni il problema c’è e va affrontato anche se quanto prospettato dalla mozione sembra non avere un sufficiente appoggio politico.

Pareri opposti

L’opposizione a un impiego a tempo pieno per i municipali, come sostenuto dalla maggioranza della Gestione, deriva, da un lato, dal fatto che c’è ancora un grosso appoggio al sistema di milizia, per cui non si vogliono membri dell’esecutivo professionisti. Dall’altro, si vuole mantenere la possibilità per ogni singolo municipale a tempo parziale di continuare la propria attività indipendente o dipendente e di disporre di un paracadute professionale, da attivare una volta terminata l’esperienza politica. La minoranza della Gestione, invece, considera che l’impiego a tempo pieno dei municipali, o un aumento del loro grado di occupazione, è un’esigenza. Non solo perché lo sostengono gli stessi membri dell’attuale esecutivo secondo cui, a fronte di impegni crescenti, il tempo necessario per svolgere l’attività non basta e quindi sono costretti a lavorare di più rispetto a quanto indicato dal Regolamento comunale. Pur chiedendo una maggiore percentuale e rilevando che il lavoro amministrativo dopo le aggregazioni sia molto aumentato, i rappresentanti dell’esecutivo prediligono il “tempo parziale”.

Il rapporto di minoranza della Gestione richiama l’incontro del 16 marzo 2017 con il sindaco, il vicesindaco e il municipale Foletti, i quali hanno espresso perplessità sul tempo pieno e scartato l’ipotesi di un esecutivo a cinque e al 100%. Ed è in linea con la soluzione di compromesso della Commissione delle petizioni, che propone l’adeguamento del 20%. Una soluzione che comporterebbe un onere di poco meno di 157’000 franchi.