Un’ingente donazione anonima aiuta la crescita dell’istituto. In arrivo altri 150 studenti. Il cantiere dovrebbe terminare nell’agosto 2021.
Con un nuovo grande campus e un investimento intorno ai 18-20 milioni di franchi, la Franklin University Switzerland di Sorengo aumenterà presto la sua disponibilità di alloggi per i propri studenti e si avvicina, non solo idealmente, alla comunità di Sorengo. La nuova struttura è stata presentata sabato mattina dal presidente della Franklin University Gregory Warden durante un incontro in cui è stato dato il simbolico primo colpo di pala di inizio lavori, anche se concretamente la costruzione del palazzo comincerà il prossimo il 27 maggio, per concludersi ad agosto del 2021.
Alla breve cerimonia hanno partecipato anche il sindaco di Sorengo Antonella Meuli, insieme al presidente del Cda Kim Hildebrant e ad altri invitati. Progettato dallo studio Flaviano Capriotti Architetti di Milano, il campus ospiterà quasi 150 nuovi studenti, che potranno quindi aggiungersi ai circa 350 giovani oggi iscritti all’ateneo. Ma la nuova struttura non sarà solo un dormitorio. Oltre alle unità abitative supplementari infatti, l’edificio ospiterà anche spazi educativi, uffici, un’area fitness e due piani di parcheggi interrati. L’ampliamento del campus, realizzato anche grazie a una donazione anonima di ben quattro milioni di dollari, la maggiore mai ricevuta nei quasi cinquant’anni di storia dell’istituto, vedrà il palazzo principale affacciarsi direttamente lungo via Ponte Tresa, avvicinando, non solo idealmente, la Franklin University al tessuto sociale del paese di Sorengo che ormai da oltre trent’anni la ospita.
«Dal punto di vista concreto – ci spiega Gregory Warden, incontrato al termine della mattinata – verranno realizzati anche dei parcheggi sotterranei a disposizione del pubblico, non solo per gli ospiti della Franklin quindi. Mentre idealmente la struttura ci porterà ad essere più direttamente a contatto con gli abitanti di Sorengo, e se vogliamo anche di tutto il Luganese. Noi ormai ci sentiamo parte di questo territorio, anche se la nostra origine è chiaramente piuttosto lontana». Ci saranno anche altri progetti nel futuro, magari a livello didattico, con collaborazioni con l’Università della Svizzera italiana? «È da tempo che parliamo con l’Usi – risponde il presidente della Franklin University –. Abbiamo trovato importanti aperture con il nuovo rettore. Certo, esiste il problema di avere lingue diverse ma, pur non essendoci ancora nulla di concreto, non è detto che in futuro non ci possa essere una collaborazione tra i due atenei».