Luganese

Lugano, i conti brillano anche nel 2018

L'avanzo d'esercizio del consuntivo è di 7,8 milioni di franchi. Ricavi su di 46,2 milioni (41 di sopravvenienze fiscali) e più 30,2 milioni di spese.

Ti-Press
11 aprile 2019
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Sono ancora una volta buoni e migliori delle attese i conti della Città di Lugano. Come anticipato nell’edizione cartacea di venerdì 29 marzo, la gestione 2018 ha chiuso con un avanzo d’esercizio di circa sette milioni di franchi, più precisamente 7,88 milioni. L’andamento economico-finanziario è dunque positivo e prosegue il consolidamento dei conti avviato dopo il 2013. Quali sono però i principali fattori che hanno determinato in modo significativo l’avanzo di gestione corrente e una differenza tanto importante fra preventivo e consuntivo?

Intanto, il risultato conferma la tendenza positiva in atto dal 2014. Cinque anni in cui gli avanzi di gestione corrente sommati fanno 13,7 milioni di franchi, contro le preventivate perdite 111.6 milioni con un miglioramento complessivo nel quinquennio di 125 milioni. Lo scostamento più significativo, sempre negli ultimi cinque anni, fra voci di preventivo e corrispettive a consuntivo riguarda i ricavi lievitati di poco meno di 130 milioni (6%), a dimostrazione che le difficoltà di previsione risiedono soprattutto nella determinazione delle aspettative fiscali.

Nel messaggio il Municipio di Lugano evidenzia che l’analisi degli scostamenti puntuali tra preventivo e consuntivo 2018 (maggiori costi per 30,2 milioni e maggiori ricavi per 46,2 milioni che portano al miglioramento del risultato di 16 milioni) permette di verificare che l’incremento dei costi non può essere considerato un mancato controllo della spesa da parte dell’esecutivo e neppure una volontaria crescita delle uscite a fronte di un risultato significativamente migliore rispetto al preventivo. La Città ribadisce che non rientra nella sua strategia l’equazione maggiori risorse uguale maggiore spesa.

Nel dettaglio, la marcata differenza è dovuta in parte alla voce “computo globale d’imposta”: 13,4 milioni di franchi relativi a una notifica di tassazione 2016 di un cittadino estero che ha portato a un’emissione di imposte comunali di oltre 18 milioni. Ci sono inoltre i 6 milioni alla voce “versamento al fondo di stabilizzazione del contributo di livellamento”. Il buon risultato di gestione corrente prodottosi nel 2018, unitamente all’importante crescita nel biennio 2016 – 2017 del gettito fiscale di pertinenza, comporterà un accresciuta partecipazione della Città al fondo di livellamento cantonale. Per mitigare l’impatto dell’onere, anche sulle future gestioni, la Città ha chiesto e ottenuto dalla Sezione enti locali l’autorizzazione a costituire un fondo per mantenere, nel limite del possibile, più stabile il finanziamento a suo carico dei prossimi esercizi contabili. Una spesa che ha carattere straordinario e non può essere considerata un puro “aumento di costo”. L’uscita non prevista di altri 6,4 milioni alla voce “contributi al Cantone per Avs, Ai, Pc e Cm” è invece legata alla crescita del gettito fiscale e, di riflesso, dell’onere per il finanziamento dei fondi centrali Avs, Ai e Pi e per il finanziamento pubblico delle casse malati.

A proposito dei ricavi lievitati di 46,2 milioni, la Città precisa che 40,9 milioni derivano da sopravvenienze d’imposta. Poi bisogna aggiungere altri 13,7 milioni di aggiornamento del gettito provvisorio di consuntivo (con il moltiplicatore al 78 %, la cui riduzione dall’80 è contestata da un ricorso tuttora pendente al Tribunale amministrativo cantonale, mentre contro la riduzione al 77% ce n’è un altro pendente in Consiglio di Stato). A questi aumenti occorre però sottrarre 5,8 milioni di posticipo della richiesta del dividendo unico straordinario alle Ail Sa e altri 5 milioni per la tasse di raccolta e smaltimento dei rifiuti (non ancora in vigore a causa di un ricorso al Consiglio di Stato contro il regolamento non sottoposto a Mister prezzi prima del voto in Consiglio comunale).

La Città nel messaggio ribadisce che non rientra nella sua strategia l’equazione maggiori risorse uguale maggiore spesa. Nel consuntivo spicca un’altra cifra: il contenuto onere netto per investimenti amministrativi fissatosi in poco più di 48,3 milioni, coperto all’83.07 % dall’autofinanziamento prodotto (40.2 milioni), ciò che denota una necessità di finanziamento del conto di chiusura di 8,2 milioni. Necessità di finanziamento che, grazie al buon cash flow operativo realizzato di oltre 62 milioni ha permesso di ridurre i debiti fissi verso terzi di quasi 30 milioni.