L’intervento prevede 308mila franchi di investimento e rientra nella strategia del Municipio di Lugano volta a tutelare il patrimonio artistico, storico e culturale dei quartieri.
Il Municipio di Lugano ha licenziato all'indirizzo del Consiglio Comunale un messaggio con la richiesta di un credito di 308'000 franchi quale contributo per la seconda tappa dei lavori di restauro della Chiesa di Santa Marta a Carona. L’intervento rientra nella strategia del Municipio volta a tutelare il patrimonio artistico, storico e culturale dei quartieri della Città. Le opere previste di restauro riguardano gli interni e gli elementi decorativi della chiesa di Santa Marta a Carona (affreschi, stucchi, pavimenti, organo positivo processionale). La parte antica dell’edificio è impreziosita da pregevoli affreschi del periodo tardo gotico, già oggetto di un parziale restauro avvenuto nel 1947.
L’organo, verosimilmente di scuola lombarda, è uno dei pochi esemplari conservati in Ticino: il recupero di questo strumento di comprovato valore storico costituisce un’occasione importante di studio. Sono inoltre previste la realizzazione di una nuova recinzione in legno per il sagrato esterno e la sistemazione dell’impianto elettrico, di illuminazione e di riscaldamento. Gli interventi realizzati nella prima tappa dei lavori hanno permesso di risanare il tetto e di implementare un sistema di drenaggio delle acque piovane per tutelare gli affreschi, gli intonaci e gli stucchi dal degrado dovuto alle intemperie.
La Chiesa, di proprietà dell’Arciconfraternita del Gonfalone Maggiore di Santa Marta, è tutelata quale bene culturale di interesse cantonale. L’edificio, nel quale la chiesa primitiva funge da atrio, consiste in un’aula unica con due cappelle laterali e coro rettangolare. Il Cantone contribuirà al finanziamento dell’opera con un sussidio pari a circa il 40% dell'importo necessario per l’intervento, che richiede un investimento complessivo di 1,2 milioni di franchi. L’intervento di restauro beneficerà anche di un sussidio federale. Il progetto è curato dall’arch. Luca Giordano, con la supervisione dell’arch. Endrio Ruggiero e della dott.ssa Lara Caldelari, Ufficio dei beni culturali.