Il governo è pronto a staccare un assegno di quasi 270mila franchi. L'intervento mira a valorizzare l'edificio del quartiere di Mendrisio
Togliere la patina del tempo dalla chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Ligornetto. E' quanto ci si prefigge con il restauro conservativo messo in cantiere a favore di uno dei beni protetti di importanza cantonale. Il Consiglio di Stato fa sapere, infatti, di aver stanziato un sussidio di 265'500 franchi a favore della Parrocchia del quartiere, parte del Comune di Mendrisio.
L'intervento, si conferma, ha come obiettivo il recupero rispettoso e la valorizzazione dell'edificio e nel contempo la “risoluzione dei problemi di degrado in maniera corretta e compatibile con la conservazione della sostanza monumentale”. Nei piani vi è pure previsto l'adattamento degli impianti tecnici alle norme vigenti e il restauro dell’organo e dell’impianto campanario.
Il progetto, promosso dal Consiglio parrocchiale, richiederà un investimento complessivo di oltre un milione e mezzo e vede la firma dello studio di architettura Atelier PeR di Mendrisio, il quale nell'approcciarsi al monumento ha collaborato con l’Ufficio dei beni culturali del Dipartimento del territorio e la Commissione cantonale dei beni culturali.
L’inizio dei lavori è annunciato per i primi mesi del 2020; poi il cantiere si svilupperà sull’arco di un anno e mezzo circa.
La chiesa di San Lorenzo, documentata dal 1209, ha assunto il titolo di parrocchiale nel 1557. L’edificio attuale risale, però, alla trasformazione di gusto tardobarocco attuata negli anni 1736-41 su progetto del 1733 di Giuseppe Salvatore Caresana (Cureglia 1696 - dopo il 1764), cui è seguita la consacrazione nel 1798, ricorda il Cantone. L’interno è “caratterizzato dalle notevoli pitture illusionistiche della cupola del coro realizzate da Cipriano Pelli (Aranno 1750-1822) nel 1777. Sulle pareti del presbiterio si conservano, inoltre, tre grandi tele con episodi delle Storie di San Lorenzo (il Martirio, 1788; l’Elemosina, 1798, e il Commiato da papa Sisto V, 1798) eseguite da Giovanni Battista Innocenzo Colomba (Arogno 1717-1801)”. L’ultimo restauro risale al 1964.